Una nuova casa per Sae

Ha aperto i battenti al civico 34 di via Lama a Vobarno, in quello che era lo spazio della Società Almici, che si occupava di trasporti pubblici.
«È proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci» con queste parole Valter Paoli, amministratore unico della società, interamente a capitale pubblico, ha salutato l’evento.

«Un grande piazzale, il lavaggio, l’officina, i depositi per i mezzi, gli uffici e persino la pompa per il carburante – ha aggiunto -. Tutto in una zona baricentrica rispetto all’area di nostra competenza».

Sae Valle Sabbia nasce nel 2013 col compito di gestire gli impianti fotovoltaici delle amministrazioni pubbliche della Valle, la gestione calore per gli edifici e per le operazioni di efficientamento energetico.
Quattro anni fa il balzo, con la gestione “in house” della raccolta differenziata in tutta la Valle: 27.500 utenze per 68.300 abitanti, su una superficie complessiva pari a 567 chilometri quadrati, un territorio non facilmente gestibile a causa delle grandi distanze fra i centri abitati e le strade che richiedono l’utilizzo di piccoli mezzi.

«Quattro anni fa nessuno avrebbe scommesso che ce l’avremmo fatta. Invece oggi siamo ancora qui, i conti sono in ordine, la società lavora bene anche se ovviamente si può fare meglio – ha detto il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini -. Merito dei 25 sindaci della valle, più quello di Muscoline, che tutti insieme si sono messi d’impegno per affrontare le diverse problematiche e risolverle. Merito di chi organizza e del personale assunto (50 dipendenti) che operano con passione ed attenzione in quello che è anche il loro territorio».

Fra gli interventi quello del sindaco di Vobarno Paolo Pavoni che ha fatto gli onori di casa, ben felice che si sia «invertita la tendenza e che ora i servizi sul territorio tornino a Vobarno invece che andarsene via».

Per acquistare la nuova sede di Sae, tanto grande che in futuro potrà ospitare anche altri servizi, e per alcuni interventi di adeguamento, sono stati usati due milioni e 100 mila euro “girati” alla Comunità montana dal Bim: «Devo ringraziare il ragionier Almici, che prima e anche dopo essere andato in pensione ha fatto tanto per aiutare me e i sindaci di Lavenone e Capovalle a riscuotere i canoni che le centrali elettriche devono pagare per lo sfruttamento idrico del territorio – ha detto il presidente Giovanni Zambelli - e siamo tutti ben felici che questo nostro impegno abbia permesso di portare a termine questa importante operazione».

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