Un tragico destino

Stava allargando un sentierino per raggiungere uno spiazzo dove fare dei lavori. Qualche cosa però dev’essere andata storta, forse il terreno sotto i cingoli ha ceduto, forse in quel momento nemmeno era dentro l’abitacolo.
Fatto sta che il “piccolo” mezzo da scavo, del peso comunque di una quindicina di quintali, gli si è rovesciato addosso e l’ha schiacciato.

Così è morto Piergiorgio Bissoli, 41 anni, che tutti chiamavano però Giuseppe.
«Lo chiamavamo così per ricordare uno zio che era morto da giovane, a causa di un infortunio sul lavoro» ci ha confidato, sconvolto, il fratello Elenio.

Erano circa le 18 e 30 e Giuseppe si trovava nel bosco di casa sua, la Pineta di Carpeneda, dove qualche tempo fa funzionava l’omonima pizzeria, a due passi dalla centrale elettrica dove l’Enel sfrutta l’acqua dell’Eridio.

Abitava con gli anziani genitori.
Ad accorgersi per prima di quello che era capitato al figlio e a dare l’allarme è stata l’83enne mamma Attilia: non sentiva più il rumore del motore e con un brutto presentimento è uscita a controllare.

Sul posto sono intervenuti velocissimi i volontari dell’Anc da Roè Volciano, poi l’equipaggio dell’eliambulanza da Brescia, ma ormai non c’era più nulla da fare. L'improvvisato ruspista era morto con ogni probabilità sul colpo.
C’è voluto l’intervento dei Vigili del Fuoco da Salò e da Cunettone, che hanno lavorato a lungo con i martinetti idraulici, per liberare il corpo dello sfortunato 41enne dal peso della piccola ruspa.

E’ toccato poi ai carabinieri giunti sul posto da Idro e al tecnico dello Psal, dottor Albini, cercare di ricostruire meglio la dinamica dell’incidente.

Giuseppe era titolare, insieme ai fratelli Alfonso ed Elenio, di un’officina meccanica con sede nella zona artigianale di Carpeneda.
Il piccolo escavatore l’avevano acquistato da poco e lo utilizzava soprattutto Giuseppe.

Per lui era poco più di un gioco, quando non era impegnato nel lavoro coi fratelli o nel piccolo laboratorio sopra casa dove teneva costantemente aggiornati gli elementi di elettrotecnica acquisiti a scuola.

Lungo quel sentiero stava lavorando da giorni, a tempo perso, un'oretta per volta.
Aveva percorso si e no una trentina di metri ed era intenzionato a raggiungere un pianoro dove col piccolo escavatore avrebbe fatto delle buche per la piantumazione di alcuni alberi.

Solo col buio la salma ha potuto essere ricomposta all’obitorio di Gavardo, a disposizione delle autorità.

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