Da Vobarno con «Bella ciao»

Ho presenziato volentieri alla cerimonia della festa della Resistenza del 25 Aprile, anche se a causa di questa maledetta pandemia i cittadini son dovuti stare a distanza e non sono riuscito a cogliere i pensieri espressi dal nostro Sindaco a causa del rumore stradale...

Presso il monumento dei Partigiani, dopo l’alza bandiera accompagnato dalle note della tromba, è stato intonato “BELLA CIAO“, l’inno che unisce tutti i popoli oppressi o che ricordano il periodo buio vissuto: tutti hanno dato voce al canto.

E’ stato un momento commovente, ho avuto l’impressione che un vento di fratellanza fosse passato nel cuore dei pochi presenti, cancellando le divisioni ideologiche.

Ho notato la partecipazione di diverse donne e a sostegno del contributo delle donne alla resistenza, voglio raccontarne uno piccolo, ma determinante avvenuto a Vobarno.

Una donna faceva la cuoca presso la stazione dei Carabinieri e inevitabilmente veniva a conoscenza di arresti e di informazioni.

Finito il suo lavoro, andava nel monte in zona “CASOTA” per procurarsi un po' di erba per i conigli, un po' di castagne e funghi, quando questi c’erano.

Dal bosco sbucavano sempre o partigiani o persone che si erano date alla macchia.
Ognuno era disposto ad aiutarla per ricevere notizie dei famigliari e dei prigionieri trattenuti in caserma e anche qualcosa da mangiare.

Per un periodo dal 1940 al 1943 la donna era considerata una specie di staffetta per il paese e tutti la chiamavano col soprannome di “LA FITA”

Inutile dire che quella donna sarebbe diventata….

Cordialmente Mario Pavoni.