27 Settembre 2022, 11.52
Villanuova s/C Prevalle
Giustizia

Omicidio Mantovani, chiesta l'assoluzione per il principale indagato

di Redazione

Il pm ha chiesto di assolverlo dalle accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere e condannarlo solo per sfruttamento della prostituzione. L’opposizione dei legali della famiglia


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Colpo di scena al processo per l’omicidio di Jessica Mantovani, la 37enne di Villanuova sul Clisi, trovata senza vita nel giugno del 2019 nel canale della centrale idroelettrica di Prevalle.

Nell’udienza del processo che si sta celebrando con rito abbreviato infatti il pubblico ministero Lisa Saccaro ha chiesto di assolvere Giancardo Bresciani dalle accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere e condannarlo a 2 anni e 8 mesi di reclusione per il solo sfruttamento della prostituzione.

Il padre della donna, costituitosi parte civile e assistito dagli avvocati Marino Colosio e Francesca Scagliola, resta convinto della colpevolezza dell’uomo e attraverso i due legali ha chiesto che sia condannato per tutti i reati che sono stati ipotizzati.

Anche la difesa dell’uomo ha chiesto l’assoluzione. Si tornerà in aula per le repliche e la sentenza il prossimo 16 dicembre.

Quando alla fine dello scorso anno era stato chiesto, e ottenuto, il rinvio a giudizio infatti era stata presentata una ricostruzione dei fatti in cui il 53enne Bresciani aveva avuto un ruolo determinante.

L’uomo, secondo le indagini, metteva a disposizione la sua camera da letto per gli incontri di sesso a pagamento che la donna intratteneva e ritirava il denaro che usava poi per comprare stupefacenti.

Era sempre lui, secondo le accuse mosse dal pm Gianluca Grippo poi trasferito, che accompagnava Jessica Mantovani nella zona, vicino al canale di Prevalle, dove incontrava i clienti.

Nelle sue ultime ore di vita Jessica Mantovani è stata certamente con Bresciani, in un contesto definito di degrado e in cui si sono consumati stupefacenti.

Sul corpo della donna l’autopsia aveva poi evidenziato segni di calci e pugni. L’ipotesi delle parti civili, ribadita anche ieri in aula, è che in qualsiasi caso il corpo senza vita di Jessica sarebbe stato un cadavere da far sparire e il canale della centrale è stata la scelta dell’uomo accusato anche di occultamento di cadavere.

Il 22 novembre è atteso il pronunciamento del tribunale sull’opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti del 23enne Marco Zocca, l’altro indagato.



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