01 Novembre 2021, 15.23
Vestone Pertica Alta Valsabbia
Lettere

«W i partigiani, ma occorre rispetto e pietà per i morti di tutti»

di Alessandro Giacomini

Considerazioni a margine delle riflessioni del Prof. Biati in data 31 ottobre 2021


Ho rispetto per le considerazioni elaborate dal Prof. Biati in data di ieri.
Uno scritto articolato ed approfondito sui tragici fatti della nostra guerra civile durata quasi venti lunghi mesi.
Guerra civile che ha generato dolori, lutti e lacerazioni strazianti e profonde.
Difficili da rimarginare.

Viene sottolineato, nello scritto di ieri, il passaggio che fa riferimento alla deposizione di una corona di alloro al Monumento dei Caduti di Belprato.
Se il Prof. Biati fa fatica a credere che si possa commemorare un caduto diciottenne partito volontario nell'esercito della R.S.I., io, Alessandro Giacomini, nipote del commemorato Paolo Giacomini, faccio personalmente fatica a credere che, dopo quasi 77 anni, si possa trovare il pretesto per rinfocolare contrasti e situazioni che hanno provocato già troppo dolore.

I nomi di tanti Eroi, giovani ragazzi che hanno sacrificato la propria vita per la libertà, sono presenti nella mia mente.
Rivolgo il pensiero, oltre che a Rinaldini e Pelizzari, ad Antonio Schivardi, Peppino Pelosi, Mario Bettinzoli, Ermanno Margheriti, Tita Secchi, Giacomo Perlasca, Teresio Olivelli, Astolfo Lunardi e tanti altri. Figure per le quali è dovuto il massimo rispetto. SEMPRE. E con tutti gli onori.
Ho letto e riletto tante volte un testo che tanti anni fa il Comune di Brescia realizzò per le scuole primarie e medie, Brescia ribelle 1943-1945 ed avuto in uso da mio fratello maggiore, Bruno Giacomini.

Sulla prima considerazione/riflessione è doveroso "calibrare" i revisionismi storici su determinati fatti d'arme.
Mio Zio Paolo si è arruolato volontariamente nell'esercito della R.S.I. spinto da ideali per la Patria ed ha sacrificato la propria vita a Tarnova della Selva nel gennaio del 1945 per impedire che i partigiani comunisti di Tito potessero penetrare profondamente nel nostro sacro suolo orientale.

Se ciò fosse avvenuto, l'Italia avrebbe, in zone specifiche, rischiato concretamente di trovarsi sotto il giogo della ideologia comunista, sbagliata nei propri principi prima e nella sua applicazione dopo.
A questo proposito desidero ricordare il tristemente famoso triangolo della morte costituitosi in Emilia-Romagna con eccidi e brutalità senza fine compiuti da partigiani aventi come unico desiderio quello di imporre il "pensiero" comunista.

Per quanto concerne il passaggio che fa riferimento all'approvazione delle leggi razziali ritengo personalmente questo fatto, reso operativo il 10-11-1938, come la pagina più nera della storia d'Italia del xx secolo.

Ci sono stati partigiani che hanno condotto una guerra "personale", vedi l'episodio di Porzus con uccisione di partigiani cattolici da parte di partigiani comunisti.
Tante persone hanno avuto famigliari caduti "dalla parte sbagliata" e ritengo che sia dovuto rispetto a coloro che erano spinti da precisi ideali e che poi si sono trovati invischiati in situazioni non previste e dolorose. Occorre avere rispetto e pietà per i morti di tutti.

Mio Zio di certo non ha mai avuto, nella sua buona fede ed innocenza di ragazzo diciassettenne, l'idea di sterminio,di camere di tortura e di deportazioni.

Concordo in toto sulla riflessione che sottolinea i nostri tempi con politica di pessimo livello, intolleranza e degrado ambientale.
Le colpe storiche sono di tutti, perchè tutti hanno commesso errori, soprusi, sconsideratezze.

Brutto episodio è stato l'assalto alla sede della Cgil. Ma anche qui mi è doveroso fare qualche riflessione.
Cosa c'entra la citazione dello squadrismo di casa pound, di ordine nuovo e forza nuova con le riflessioni iniziali del prof. Biati?
I nostalgici fascisti, perchè questo sono, vanno isolati ed emarginati.

Il fascismo è morto e sepolto fin dagli episodi cruciali di piazzale loreto dell'aprile 1945. Il signor Landini e non solo lui, a questo proposito, evoca fantasmi assurdi e non presenti nella realtà odierna.
Questa è una caratteristica di chi è rimasto semplicemente per troppo tempo a corto di argomenti.

W i Partigiani che si sono immolati per una Patria libera e democratica.
Ma permettetemi di sottolineare la doverosa difesa della figura di mio Zio Paolo Giacomini la cui immagine porto sempre nel mio cuore a perenne memoria.

Termino rivolgendo un cordiale saluto al prof. Biati che conosco da tanto tempo.

Alessandro Giacomini



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