29 Marzo 2017, 08.00
Vestone Lavenone
Parrocchie

Vestone, Nozza, Lavenone: unità pastorale di fatto

di Cesare Fumana

Il nostro tour fra le parrocchie della Valle Sabbia ha fatto tappa a Vestone dove abbiamo incontrato don Bernardo Chiodaroli, parroco delle tre parrocchie di Vestone, Nozza e Lavenone


Don Bernardo Chiodaroli da settembre 2015, e quindi da un anno e mezzo, è parroco delle tre parrocchie di Vestone, Nozza e Lavenone.
L’abbiamo incontrato per farci raccontare quali sono le difficoltà di guidare tre parrocchie e per conoscere quali sono le attività principali di queste realtà parrocchiali.

Com’è essere parroco di tre parrocchie contemporaneamente? Quali sono le difficoltà?
«Sicuramente noi parroci dobbiamo correre un po’ di più, ma quelli che soffrono maggiormente della mancanza di un sacerdote fisso in ogni parrocchia sono soprattutto i fedeli, con i quali non si riesce a instaurare un rapporto così diretto e personale.
Già adesso, però, molte iniziative sono organizzate in comune per tutte le parrocchie».

Siete già un’Unità pastorale o avete iniziato il percorso per diventarlo?

«In pratica lo siamo, anche se non abbiamo ancora iniziato il cammino per la creazione dell’Unità pastorale. Adesso, con l’imminente cambio del vescovo, in curia è un po’ tutto fermo. Sarà sicuramente un percorso da intraprendere, e c’è l’ipotesi che rientrino anche le parrocchie delle Pertiche».

Quanti sacerdoti siete? Ci sono altri consacrati o religiosi?
«Come sacerdoti siamo in due: io e il curato don Mauro Merigo, che si occupa principalmente degli oratori, della pastorale giovanile e dei percorsi dell’iniziazione cristiana. Come collaboratore festivo ci raggiunge don Giovanni Calorini, che è cappellano all’ospedale di Gavardo.
Nelle nostre parrocchie non abbiamo né suore, né diaconi permanenti, pertanto ci affidiamo alla collaborazione dei laici».

Quali sono le attività che vengono realizzate insieme?
«Gli incontri dell’iniziazione cristiana per i genitori vengono svolti insieme; lo stesso, anche per questioni di numeri, vale per gli incontri con i ragazzi, utilizzando sia gli spazi dell’oratorio di Vestone che di quello di Nozza.
Anche per il Grest ne viene organizzato uno per tutte le parrocchie e l’oratorio di riferimento è principalmente quello di Vestone».

Quale percentuale di fedeli partecipano alla Messa domenicale?
«La percentuale si attesta attorno al 20%, anche se ho notato una maggiore partecipazione dei giovani, in particolare nelle feste importanti; anche una partecipazione più assidua dell’oratorio rispetto alle parrocchie della Bassa dove ero prima».

Quali sono i principali appuntamenti delle tre parrocchie?
«Sicuramente sono le feste patronali: a Vestone il 31 maggio per la Visitazione di Maria a santa Elisabetta, dove per l’occasione viene organizzata anche una sagra popolare di una settimana, che va al di là dell’aspetto religioso, sempre molto partecipata.
A Nozza il patrono è Santo Stefano, dove si svolge il concerto natalizio della banda.
A Lavenone c’è la festa di San Bartolomeo, il 24 agosto. Molto sentita è anche la festa della Madonna del Carmine, a metà luglio, a cui è dedicata la chiesa di Mocenigo».

Ci sono gruppi attivi nelle realtà parrocchiali?
«A Nozza da anni è presente il gruppo dei Neocatecumenali, fondato negli anni 70 dall’allora parroco don Battista Caironi.
Non abbiamo un gruppo Caritas parrocchiale, ma facciamo riferimento a quello zonale».

È ancora importante il ruolo della parrocchia in questi paesi?
«Direi di sì. Sono paesi di tradizione e la gente ci tiene ancora alle proprie parrocchie, anche se a volte la partecipazione non è altissima. Ma bisogna considerare anche il contesto sociale odierno, sempre più frenetico e non sempre facile per le persone che lavorano».

Com’è il rapporto con persone di altre religioni?
«A Vestone c’è una presenza importante di persone musulmane: a livello personale c’è rispetto, ma come parrocchia per il momento non abbiamo instaurato con loro dei rapporti.
Abbiamo partecipato l’anno scorso con la comunità musulmana della valle ad un incontro a Sabbio Chiese, organizzato a livello di Zona pastorale».

Rispetto alle precedenti esperienze pastorali, c’è qualche singolarità che ha riscontrato nelle parrocchie di Vestone?
«Diciamo che la globalizzazione ci ha resi un po’ tutti uguali. Grosse differenze non le ho notate.
Pensi che quando ero appena arrivato, venivo avvicinato da tante persone e tutte mi dicevano che loro e la gente del paese erano persone chiuse. Ma era più una convinzione preconcetta che non la realtà».

C’è qualche iniziativa particolare che avete organizzato in parrocchia?
«L’anno scorso in una cinquantina abbiamo percorso un tratto della Via Francigena, da Bolsena a Roma, per partecipare al Giubileo. L’iniziativa è piaciuta molto, tanto che quest’anno ne percorreremo un altro tratto, stavolta da Lucca a Siena, nell’arco di una settimana. Saremo in 55. La richiesta era anche maggiore solo che, non essendoci molti posti dove poter dormire, siamo stati costretti a limitare il numero dei partecipanti».

Lei è un camminatore?
«Sì, mi piace camminare, mi rilassa e questo mi aiuta anche a preparare le prediche».


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