27 Agosto 2022, 09.55
Eco del Perlasca

Ci mancherà profe...

di Martin, Maddalena, Manuela e Giselle

La nostra prof.ssa Antonella Ali è andata in pensione, dopo quasi 44 anni di insegnamento, di cui 39 trascorsi al Perlasca di Idro. Noi vogliamo salutarla così, ricordando la sua storia lavorativa. L'abbiamo dunque intervistata


Perché ha scelto la carriera di insegnante?

Fin da piccola ho sempre sognato di fare l’insegnante, infatti il mio gioco preferito era correggere i compiti delle mie sorelle, quindi, in un certo senso, ero nata maestra.
Dopo le scuole medie ho deciso di frequentare il Liceo Classico Arnaldo di Brescia. Non è stata una decisione semplice perché mio padre, che aveva una piccola azienda, voleva che frequentassi la Ragioneria, scuola che era già presente in zona, così da potermi poi occupare della sua attività.

Frequentare un liceo significava allora allontanarsi dal paese
e andare a vivere in collegio, quindi facendolo diventai anche un peso economico per i miei genitori. Tuttavia io avevo le idee ben chiare sul mio futuro, perciò insistetti e, una volta lì, feci di tutto per svolgere il mio lavoro seriamente e non pesare ulteriormente sulle loro spalle.

In seguito, mi sono laureata in Lettere ed ho subito iniziato a fare supplenze in Valle, nelle Scuole Medie limitrofe fino a che poi ho vinto il concorso e ho cominciato a lavorare alle scuola medie di Idro sperimentando per la prima volta il tempo prolungato.
Questa è stata la prima fase della mia carriera, molto breve se rapportata ai 39 anni trascorsi al Perlasca, ma mi è servita molto per capire meglio i ragazzi. Quando gli studenti arrivano alle superiori hanno già fatto un percorso e capire quest’ultimo mi ha permesso di capire tanto di loro.

Com’è arrivata al Perlasca?

Dopo aver vinto anche il concorso per le Superiori, ho scelto il Perlasca, perché vicino al mio paese e perché era “una creatura appena nata” sul territorio, quindi risultava molto stimolante. Mi fu subito affidato il biennio della Ragioneria e lavorare con i ragazzi di quell’età mi è piaciuto molto.
Ho fatto anche molti errori ma, grazie ai miei studenti, sono riuscita a migliorarmi.

Come mai è diventata vicepreside?

Non per scelta mia, ma per elezione del collegio docenti. Io non mi ero neppure candidata, non mi sentivo né pronta per ricoprire quel ruolo né tantomeno attratta dal farlo.
In quella riunione però, quando sentii dire che ero stata eletta, non rifiutai e accettai; a volte il senso del dovere ha la meglio sulle paure e sulle insicurezze ma segna poi la tua vita.

Per me la parte più importante però è sempre stata la didattica in aula, non quella amministrativa-logistica.
Ciò che mi spinse ad accettare fu la consapevolezza che io abitavo qui e, per dare unità e forza a questa realtà scolastica ancora da consolidare, serviva qualcuno che, abitando vicino, potesse garantire la continuità.
Allora molti erano i presidi che si avvicendavano ogni anno e nessuno di loro conosceva il territorio né la sua utenza.  Così, nonostante tutti i miei problemi e il poco tempo libero rimasto a disposizione per le mie esigenze familiari, accettai…
E da allora sono ancora qua! Non sono stata io a scegliere il ruolo, ma è stata la scuola a scegliere me.

Cosa le resterà di questa scuola?

Ho trascorso al Perlasca quasi 39 anni della mia vita, a volte anche trascurando la mia famiglia, e la cosa che più mi mancherà sarà la quotidianità, incontrare gli studenti ogni mattina, risolvere i piccoli problemi di ogni giorno e cercare le risposte a quelli più grandi.
I volti dei ragazzi che ho incontrato al Perlasca, e sono davvero tanti, resteranno sempre nella mia memoria, anche quelli di coloro che ho accompagnato nel loro ultimo viaggio (chi per incidente stradale, chi per scelta e chi per malattia).

Ogni volta che passo accanto ad un cimitero, dove so che riposa uno dei miei alunni, non posso esimermi da una visita o anche da una semplice preghiera.
Anche i miei colleghi mi mancheranno, compresi quelli con cui mi sono scontrata, perché nel confronto abbiamo sempre trovato il modo di chiarirci e ciò ci ha permesso di migliorare.

Il lavoro dell’insegnante è un lavoro bellissimo, perché ci consente di stare tra i ragazzi.
Tutti gli studenti, non solo i miei, mi hanno insegnato a guardare il mondo attraverso i loro occhi, dai loro cambiamenti ho attinto l’energia per rileggere la realtà; se non li capisco è perché il mondo è cambiato e con lui devo cambiare anch’io, se voglio riuscire a stare al loro passo. Loro sono la motrice che ci permette di capire il mondo.
Per questo io devo tanto a loro e li ringrazio per avermi fatto crescere.

Quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di conoscerla e lavorare con lei all’Eco del Perlasca, il nostro giornalino scolastico, che lei ha creato e seguito con passione per tutti questi anni.
Abbiamo imparato tantissimo da lei, non solo sul piano didattico ma anche, e soprattutto, su quello umano. Oggi abbiamo deciso di dare voce alle sue parole così da non dimenticarla.

La ringraziamo per questo bellissimo anno di lavoro insieme.
Ci mancherà profe.

Martina Cattane, Maddalena Dusi, Manuela Pelizzari e Giselle Passannante Grimaldi 2ª A Liceo scientifico



Commenti:
ID83023 - 27/08/2022 19:59:43 - (bernardofreddi) -

Prima di tutto una persona squisita

ID83024 - 27/08/2022 20:37:41 - (giancarlo.foglio) - a Antonella

auguri,siamo stati colleghi a Bagolino e anche come presidente del consiglio d'istituto negli anni 90°. Ciao, buona pensione. Giancarlo Foglio (bagosso).

ID83025 - 29/08/2022 22:35:06 - (ba53) - Ce ne fossero!

Anche dopo venti anni la ricordiamo con ammirazione per come sapeva capire e motivare ogni alunno.Le auguriamo,e Mosè con noi,una lunga e serena vita da pensionata!

ID83026 - 31/08/2022 08:20:26 - (Erigio) - Auguri !

Da padre di un alunna dell'ultima quinta, posso solo dire ..."Una grande persona, in tutti i sensi"

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