L'esposto ad Aipo? Non c'è

“L’ultimo oggetto del contendere è il lago d’Idro: da una parte c’è Regione Lombardia e Aipo e dall’altra la Provincia di Trento. Così gli uffici provinciali di Trento hanno inviato una segnalazione in Procura per — dal loro punto di vista — una mancanza di rispetto delle regole”.
Così si leggeva sul dorso bresciano del Corriere della sera alla fine di ottobre.

Non sarebbe così.
In risposta ad una interrogazione del consigliere Alex Marini depositata ad agosto che chiedeva all’Amministrazione della Provincia autonoma lumi in merito ad “Applicazione di sanzioni per la violazione delle norme relative alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna rispetto ai danni causati al biotopo del lago d’Idro”, infatti, arrivata per altro solo nei giorni scorsi, l’assessore all’Ambiente Mario Tonina si esprime in modo molto diverso.

Dopo aver espresso parere negativo in merito all’utilizzi di mezzo metro di lago al di sotto del minimo previsto dalle attuali norme, proprio per timore che il Sic di Baitoni potesse entrare in sofferenza, i tecnici trentini hanno effettuato più ispezioni in loco.

Questo il responso:
«I cambiamenti non hanno inciso sulla nidificazione delle specie, ormai terminata, né sulla frequentazione post-riproduttiva di questi habitat; analogamente, considerato il periodo, le popolazioni di anfibi, non dovrebbero aver subito particolari danni.
Il rischio di maggior disturbo rilevato, è quello relativo alla potenziale frequentazione antropica dovuta alla più ampia accessibilità alle aree prosciugate».

La Fondazione Museo Civico di Rovereto (fra gli enti che hanno controllato), con nota pervenuta per le vie brevi, il 24 agosto 2022, ha rilevato come «in un quadro di aumento della diffusione di piante floristico-vegetazionali alloctone nel sito, la situazione creatasi a seguito dell’abbassamento del livello del lago ha favorito l’avanzare della Lindernia dubia; l’abbassamento ha invece favorito il bosco di ripa, non più sommerso, e l’ecosistema connesso.

Non rilevando particolari fenomeni di degrado, almeno nell’immediato, tali da configurare il danno (sopra descritto), e a fronte di un quadro regolatorio a tutt'oggi non compiutamente chiarito (nemmeno dagli organi nazionali notiziati), non si sono ravvisati elementi per procedere con la denuncia all’Autorità giudiziaria».

Quella della segnalazione/esposto era dunque, appunto, un’idea. Rimasta tale.
Questo dovevavo ai nostri lettori per aver riportato nei giorni scorsi una notizia non del tutto corretta.