Abitare: ambiente, qualità della vita e relazioni

Può la prossimità ridisegnare con l'urbanistica le nostre aree territoriali periferiche e marginali, evitandone lo spopolamento e riportandole al centro di un pensiero di benessere e buona qualità di vita?

A questa domanda hanno cercato di rispondere tre esperti di diversi ambiti, in occasione del convegno “Abitare e Prossimità - Verso la Biennale della Prossimità”, tenutosi venerdì scorso presso la Comunità montana di Valle Sabbia, In vista della Biennale della Prossimità in programma a giugno a Brescia.

La coop. Cauto e la Fondazione della Comunità Bresciana, organizzatori dell’evento bresciano, hanno declinato la prossimità in diversi ambiti. In Valsabbia si è discusso di prossimità con il prof. Maurizio Tira, urbanista, rettore dell’Università degli Studi di Brescia, il sociologo Roberto Rossini, già presidente nazionale delle Acli, e Giovanni Campagnoli, presidente di Riusiamo l’Italia, associazione impegnata nel riutilizzo di spazi vuoti. A moderare l’incontro il giornalista Massimo Tedeschi.

Proprio Giovanni Campagnoli, con la sua associazione, sta osservando alcuni fenomeni che il post pandemia ha messo in evidenza: fra questi l'abbandono da parte di alcuni delle città ho dei posti lavoro per recarsi in piccoli Borghi Dov'è la qualità della vita risulta più a misura d'uomo.

“Se un tempo – ha evidenziato Campagnoli – la qualità della vita era la legata alla quantità dei servizi a disposizione, ora si guarda più alla qualità delle relazioni; quindi anche le città per alcuni risultano meno attrattive”.

E lungo lo stivale sono presenti molti esempi: perché l'Italia è il paese delle 3 B: bello, buono, ben fatto (made in Italy). Questo è il volano che permette anche a borghi un tempo abbandonati, di riprendere vita. E la tecnologia in questo caso aiuta, perché basta avere una connessione Internet per essere collegati con il mondo.

E questo può soddisfare anche le esigenze dei cosiddetti “Nomadi digitali”, persone che possono lavorare da remoto e che cambiano così luogo di residenza.

Per il rettore della Statale, Maurizio Tira, la sfida principale resta quella ecosistemica e ambientale: “È impellente raggiungere entro il 2030 i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda dell’Onu.

Per Tira le città continueranno a esercitare il loro potere attrattivo a scapito dei piccoli borghi, come sta succedendo anche a Brescia, città che negli ultimi anni ha aumentato il numero di abitanti.
Fondamentare è la rete di trasporto pubblico per permettere alle persone di muoversi e incontrarsi con facilità.

Bisogna anche considerare che le tecnologie non sono “carbon neutral” e i consumi digitali ammontano al 6% dei consumi energetici.

Roberto Rossini, da parte sua, ha posto l’accento sui servizi sociali, che con l’invecchiamento della popolazione dovranno aumentare. Ma ha insistito con il concetto di ecologia integrale, così come espressa da papa Francesco nell'enciclica Laudato si’: “Oltre al buono e al bello bisogna aggiungere il giusto: quindi è importante creare alleanze di welfare locale che permettono alle persone di vivere meglio”.

Ambiente, qualità della vita, relazioni sono strettamente connesse con l’abitare.

“È una sfida continua – ha commentato il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini – che interpella in primis la politica. Anche i tanti fondi del Pnrr servono proprio a questo, e dobbiamo cercare di impiegarli al meglio”.