28 Maggio 2020, 17.44
Valsabbia Garda Valtenesi
Depuratore del Garda/3

Egato ed Acque Bresciane associazione oscurantista?

di red.

In merito alla tenuta o meno della condotta sublacuale e alle ipotesi di soluzione prospettate, intervengono congiuntamente anche Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia - Comitato Gaia – Comitato Visano respira – Acqua e Aria pulite- Futuro Ambiente Lombardia


Lo fanno con un comunicato stampa, eccolo.

«Rispondiamo agli articoli che in vista del tavolo tecnico sono usciti sulla carta stampata anche a seguito della “presentazione ufficiale”, per i cittadini e le istituzioni bresciane, della relazione sulla verifica dello stato di conservazione delle condotte sub lacuali Toscolano Maderno-Torri del Benaco.

Sottolineiamo come il percorso "oscurantista" sia perfettamente in linea tra vecchi CDA e nuovo CDA in quanto, nonostante le ripetute richieste ufficiali tra sindaci, consiglieri regionali e in consulta per l'ambiente ad oggi non è ancora disponibile lo studio del prof. Bertanza di maggio 2018 da cui deriva poi quello attuale.
Tale strappo è di fatto il peccato originale di tutto il percorso progettuale sul depuratore del Garda.

Ed ancora, prima di entrare nel merito della relazione stessa
sottolineiamo, ancora una volta, la mancanza di rispetto dei cittadini e delle associazioni bresciane nonché delle stesse istituzioni Bresciane, da parte di Egato che già da tempo aveva ricevuto da Acque Bresciane la relazione data 14 gennaio 2020.

La relazione, vero oggetto del contendere, da molti parti richiesta a gran voce anche in modo formale da soggetti istituzionali viene di fatto “occultata” sino ad oggi, apparendo, in modo sospetto, improvvisamente a poche ore dalla convocazione del tavolo tecnico a latere della cabina di regia convocato dal ministero dell’ambiente! I tempi ci sembrano, anzi sono, assolutamente sospetti.

Torniamo a “bomba”, per così dire, sulla relazione che secondo la nostra analisi non aggiunge né toglie nulla a quanto già Drafin Sub aveva espresso pubblicamente lo scorso autunno alla presentazione del documentario realizzato sui lavori di ricondizionamento.
La nostra tesi è supportata anche dal percorso ministeriale che pur a conoscenza della relazione ha comunque si è deciso di procedere col tavolo tecnico dimostrando l’assoluta vacuità del documento.

Ammettendo che la nostra interpretazione possa essere di parte (non può essere diversamente) vorremmo tentare di valutare in modo oggettivo la questione. Il tutto risulta molto semplice visto che le ipotesi da mettere in campo sono solo 2:

1. La sublacuale è una bomba ecologica pronta ad esplodere, vi sono rischi ambientali ed economici se capitasse un incidente rischieremmo la salubrità del più importante bacino di acqua dolce d’Italia;

2. La sublacuale a seguito dei lavori eseguiti è da ritenersi integra pertanto non vi sono urgenze per la sua dismissione;
Ci pare di essere finiti in un “cul de sac”! Ergo ne discende che:

1. In tal caso non possiamo aspettare gli almeno 10 anni per la realizzazione del nuovo sistema di collettamento e depurazione del Lago di Garda perché rischiamo che esploda la bomba ecologica. Perciò si proceda con la sostituzione quanto prima delle sublacuali con un costo inferiore a 10 milioni di Euro ed in 18 mesi abbiamo ripristinato la sicurezza sul lago.
Diversamente i responsabili di tale decisione dovranno assumersi la responsabilità di tale rischio e delle possibili conseguenze.

2. In tal caso non è necessario affrettare i lavori visto che non si presentano rischi di sorta. Perciò, come sosteniamo da tempo, è opportuno una vera gara europea per trovare la miglior soluzione possibili sopratutto con parametri di convenienza ambientale prima ed economica poi.

Sono necessarie però ulteriori precisazioni sulla questione.

A) Nell'agosto 2019 acque bresciane spende 1,8mln di euro per sistemare la condotta, operazione di grande successo tecnico e mediatico, a gennaio, solo 4 mesi dopo la condotta è ridotta a colabrodo? se questo è il vero "trend" di ammaloramento non ci possiamo permettere 8 anni di attesa, urge intervento subito da chiedere a tutti gli enti.

B) Dobbiamo ricordare che le norme vigenti negano la possibilità di conferire acque (per di più reflue da depurazione) da un bacino idrico ad un altro.
Ricca la letteratura in tal senso D.M. n. 131 del 16/6/2008 sulle regole per il conseguimento degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici, prgf B.3.4.1 dell’allegato 1 al detto D.M oltre a vari provvedimenti ministeriali e leggi di recepimento della Direttiva CE n. 39/2013, nonché normative regionali in ordine sparso a supporto.

C) La possibilità di andare a Peschiera è fra le ipotesi possibili.
Tale ipotesi nel progetto del depuratore del Garda risulta poco conveniente a causa del forzato coinvolgimento di A2A. Si inserisce nel progetto della depurazione del Garda, parte di depurazione della Vallesabbia e sopratutto un investimento di 6 milioni di euro per la sostituzione della rete fognaria del comune di Montichiari.
Cosa hanno a che fare la depurazione della Vallesabbia e le condotte fognarie di Montichiari con la depurazione del Lago di Garda? Inserire queste opera ha un solo obbiettivo che è quello di far entrare nella partita A2A il player molto vicino al presidente di Egato Brescia.

D) Nessuno ne fa più cenno ma l’accordo, scritto nero su bianco, col ministero prevede che per tutte le opere i comuni del Garda, per calmierare la tariffa del Servizio Idrico per tutti i cittadini bresciani, debbano intervenire con un contributo sostenuto con la tassa di soggiorno per tutti i comuni del lago coinvolti nell’operazione. Pagheranno con la tassa di soggiorno opere in Valsabbia ed a Montichiari.

E) I costi finali faranno salire del 50% la bolletta dell’acqua dei cittadini Bresciani nonostante il contributro della tassa di soggiorno a causa degli enormi costi di realizzazione e di gestione del Depuratore del Garda a Gavardo/Montichiari.

F) Il sindaco di Peschiera si mette di traverso al progetto di raddoppio dell’impianto di depurazione di Peschiera quando in realtà nessuno a mai fatto tale richiesta. Rimane il fatto che tale impianto rimane in comproprietà tra Brescia e Verona al 50%.

G) Il blocco dell’Iter dell’impianto Bresciano è causato dai “veronesi” e non viceversa, se non ci fosse questa preclusione ai reflui Bresciani verso Peschiera, come per altro avviene da 35 anni, non ci sarebbero questi ritardi e tutti i due i progetti andrebbe spediti alla realizzazione.

H) L’avallo dell’operazione da parte della Dr.ssa Pedrazzani, moglie del Prof. Bertanza che ha redatto il progetto preliminare, come riportato dal Giornale di Brescia.
Tutto lecito però ci sembra perlomeno indelicato che siano coinvolte persone così vicine con l’unico obbiettivo di avallare un’operazione così poco chiara quasi da cerchio magico.

Come Comitati Continuiamo a ritenere che “questo matrimonio non s’ha da fare, ne oggi né mai!”

Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia - Comitato Gaia – Comitato Visano respira – Acqua e Aria pulite- Futuro Ambiente Lombardia.





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