27 Settembre 2021, 10.48
Valsabbia Garda Provincia
No al depuratore

I comitati chiedono audizione alla Camera dei Deputati

di red.

Le associazioni ambientaliste hanno inoltrato una lettera al Presidente della Commissione Ambiente della Camera e a deputati e senatori riassumendo la vicenda del depuratore del Garda e i suoi “sviluppi antidemocratici”


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Facendo seguito alle indicazioni emerse nell’incontro svolto con l’On. Zolezzi in occasione della sua partecipazione al Presidio in corso sotto il Broletto, le seguenti associazioni “Le mamme del Chiese”, “Le mamme del Garda”, Comitato “GAIA” e Comitato “Visano Respira” hanno inoltrato alla Presidente della Commissione Ambiente della Camera, la veronese On. Alessia Rotta e a 243 tra Deputati e Senatori, in cui si riassume tutta la vicenda legata al progetto di un nuovo collettore per il lago di Garda, "con particolare attenzione agli sviluppi anti democratici che negli ultimi mesi hanno portato alla nomina di un Commissario Straordinario".

"Nomina - continuano i Comitati - che ha annullato tutto il lavoro di sintesi svolto dalla politica bresciana a seguito dei tre anni di protesta scatenati dall’ipotesi di realizzare due depuratori a servizio dei comuni gardesani in quel di Gavardo e Montichiari e con scarico nel fiume Chiese.

Come associazioni, anche a fronte dell’interessamento dell’On. Rotta alla situazione gravissima degli sversamenti a lago causati dai depuratori trentini in caso di forti piogge, da sempre indicati dalle associazioni che si occupano della tutela ambientale e del lago, come un grosso problema (non solo per i numerosi “incidenti” occorsi a questi impianti ma perché comunque gli stessi scaricano REGOLARMENTE i loro reflui depurati nel fiume Sarca e quindi nel lago di Garda) non possiamo che auspicare di essere convocati a breve al fine di poter illustrare la necessità di una più ampia visione dei problemi del Lago di Garda che invece, come dimostrano la questione del collettore sulla sponda bresciane e i problemi dei depuratori trentini, continuano ad essere gestiti per “orticelli gestionali” con evidenti ripercussioni su tutto il sistema lago.

Rilevando ancora una volta, come già fatto in passato, che sul lago, unico bacino, esisterebbero ben tre sistemi di depurazione completamente differenti tra loro, (i trentini con i loro depuratori a scaricare i reflui depurati nel fiume Sarca e quindi nel lago, i veronesi che portano tutto a Peschiera del Garda e scaricano i reflui nel Mincio e i bresciani che addirittura uscirebbero dal bacino idrografico del Garda per andare in quello del fiume Chiese con due nuovi depuratori) non possiamo che chiedere ancora una volta, lo ribadiremo anche in Commissione nell’occasione della nostra auspicata audizione, che non è possibile questo modo di procedere su un aspetto così delicato come la tutela della maggior riserva di acqua dolce d’Italia e importante volano economico nazionale e che quindi è necessario un commissario unico che sovraintenda ai progetti in corso di realizzazione e metta mano all’intero sistema in una visione unitaria.

Serve, per il lago di Garda, la redazione di un Masterplan, una pianificazione e programmazione territoriale con una visione d’insieme del bacino che consenta e concepisca tutti quegli interventi di risanamento ambientale, consentendo così di sviluppare strumenti strategici condivisi di politiche di territorialità.

La struttura idonea allo scopo è già presenta all’interno del Ministero, dotata di alta professionalità e che rappresenterebbe quel ruolo super partes da troppo tempo richiesto dai territori bresciani sul fiume Chiese e che fino ad ora è sempre stato disatteso da tutte le istituzioni intervenute. Alla lettera con richiesta di convocazione è stato allegato anche lo studio consegnato al tavolo tecnico a supporto della Cabina di Regia che, firmato da 13 associazioni e diversi professionisti del settore, non è mai stato smentito e ha costituito la base su cui il Tavolo Tecnico ha poi espresso le prescrizioni a salvaguardia del fiume Chiese.

Con la presente, le associazioni firmatarie non possono che evidenziare il “rumoroso silenzio” e la continua assenza dalla questione collettore del Garda di tutti i parlamentari bresciani di ogni appartenenza politica e della stragrande maggioranza dei consiglieri regionali bresciani. Una assenza che sa di accondiscendente silenzio se non di complicità con la scelta portata avanti senza alcuna condivisione dal Commissario / Prefetto.

Ancora una volta notiamo il pilatesco comportamento del Presidente della Provincia Samuele Alghisi che a fronte di due mozioni chiarissime sulle scelte della Provincia al riguardo del collettore “la mozione Sarnico” e sul ruolo del Commissario espressa nella “mozione Almici”, a fronte di ogni mancato riscontro a ben tre lettere inviate al Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, non ha intrapreso alcuna azione legale a difesa del “suo” territorio ma non sembra voler in alcun modo mettere in atto nessuna azione per rompere l’ostracismo ministeriale nei confronti della “sua” Provincia.

Se non è in grado di sostenere il suo ruolo, ne deve prendere atto!
Non può ignorare che sul territorio ci sono numerosi cittadini, associazioni e comitati che da oltre 40 giorni, presidiando in Piazza Paolo VI stanno facendo quello che lui non sembra in grado di fare, ovvero che quanto deciso democraticamente sui territori venga rispettato!!! Assente, ma non per questo meno colpevole, è anche Regione Lombardia che nel 2017 firmò un protocollo d’intesa con Regione Veneto su input dell’allora gestore Garda Uno e del suo Presidente Mario Bocchio; protocollo d’ intesa che comportava la dismissione della condotta sublacuale (ancora efficiente) e il disinteresse per il depuratore di Peschiera del Garda (al 50% bresciano, ristrutturato con ingenti investimenti lombardi). Come associazioni non smetteremo mai di far sentire la nostra voce in ogni dove.

“Se non potete eliminare l’ingiustizia, almeno raccontatela a tutti” cit. Ali Shariati

Comitato Gaia Gavardo
Le mamme del Chiese
Le mamme del Garda
Visano Respira


In allegato la lettera inviata dai comitati alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati



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