Un croato conquista la Coppa San Geo

«La vendetta è un piatto che va consumato subito». Lo deve aver pensato il vincitore della 83esima edizione della Coppa San Geo, il croato Hrdoje Miholjevic, campione nazionale fra i professionisti lo scorso anno e rimasto senza contratto a fine stagione per i tagli di budget della sua ex squadra, la slovena Perutnina.
Ventisette anni, fisico da scalatore, non si può dire però che non abbia conquistato con merito il maxi trofeo in palio nella corsa più antica del panorama dilettantistico. Sono stati infatti i suoi attacchi sull’impegnativa erta finale del Serniga, proposta dagli organizzatori per rendere selettiva la corsa, a fare la differenza e rompere il gruppo che era arrivato compatto ai piedi della salita.

La corsa, partita puntuale alle 12 da Paitone, ha visto fin dalla prima tornata del circuito iniziale fra Gavardo, Muscoline e Paitone involarsi solitario Pirazzi della Palazzago, a cui va consegnato idealmente l’oscar della combattività. Il ragazzo di Locatelli infatti, ha dapprima resistito ai tentativi di rimonta del gruppo, poi ha intelligentemente atteso due fuoriusciti dal plotone, lo sloveno Koren e il polacco Imiela. Il nuovo terzetto ha macinato chilometri con cambi regolari e il gruppo ad un certo punto ha lasciato fare. Imboccato il secondo circuito e superati i cento chilometri di corsa, dal gruppo hanno tentato di evadere il bresciano Frapporti dell’Unidelta Bottoli Arvedi a cui non andava di subire la corsa, poi ci provava il friulano Ciccone, ma il gruppo reagiva. Sull’ultimo passaggio per le Zette, il plotone riassorbe i contrattaccanti ormai esausti dopo oltre cento chilometri di fuga.
E si piomba così su Salò a ranghi compatti. Poco prima dell’erta conclusiva, che nel suo disegno ricorda il Poggio della Sanremo, ci provano Brambilla della Zalf Desirè Fior e Pontirelli della Vc Mantovani Rovigo.
Ma è un fuoco di paglia.

Ad incendiare letteralmente la corsa è invece il croato Miholjevic che conquista subito un margine di una ventina di secondi sul plotone. Lesto a rispondergli è il bolognese Ricci Bitti della Lucchini Finauto Neki (squadra di Imerio Lucchini che si è fusa con quella toscana di Luca Scinto) che, in compagnia di Bandiera della Zalf Desirè Fior si riporta sul corridore di Fiume. A questo punto l’Unidelta Arvedi di Bruno Leali non ci sta ad essere tagliata fuori dai giochi e reagisce. Prontamente il bergamasco Capelli (lo scorso anno azzurro ai Mondiali) rimonta in compagnia di Beikov della Lucchini e del veneto Zen. Alle spalle piccoli gruppetti tentano un recupero che pare ormai possibile.

Quello che non ha fatto la salita, fa la discesa, molto tecnica, di San Michele. Al comando resta un terzetto composto dal croato Miholjevic, da Capelli e Ricci Bitti. Dal gruppo tenta una disperata e vana rimonta Davide Malacarne della Zalf Desirè Fior, ex campione del mondo Juniores di ciclocross e in tasca già un contratto con la Quick Step per il professionismo. La volata si disputa sul serpentone finale sul lungolago di Salò, suggestivo e spettacolare, ma potenzialmente pericoloso, soprattutto se giove pluvio ci avesse messo lo zampino. Capelli sulla carta è il più veloce, ma è chiuso allo sprint da Ricci Bitti. Ne approfitta il croato Miholjevic che alza le braccia al cielo e si toglie una bella soddisfazione.

Ordine d’arrivo: 1) Hrdoje Miholjevic (Loborika - Cro) km. 157 a 39,087 di media; 2) Ermanno Capelli (Unidelta Bottoli Arvedi); 3) Davide Ricci Bitti (Finauto Neki Lucchini); 4) Davide Malacarne (Zalf Desirè) a 5’’; 5) Cristiano Fumagalli (Filmop); 6)Emanuele Fornasier (Team 2000 Markiol).

Paolo Venturini dal Giornale di Brescia

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche