22 Ottobre 2022, 08.00
Valsabbia
Libri -2

Un libro a più voci

di Michela Valotti

Riproponiamo la riflessione sul volume "Vallesabbia 2030. Verso un sistema locale sostenibile" espressa da Michela Valotti, che del volume è stata la curatrice, in occasione della presentaazone avvenuta lo scorso 8 ottobre


Forse si fa prima a dire cosa “non è” questo libro:
1. non è la storia della Valle Sabbia secondo uno svolgimento tradizionale, dalle epoche più antiche ai giorni nostri
2. non è un contributo specialistico, su uno o più personaggi o su un contesto storico o un'argomentazione
3. non è un albo fotografico, una rassegna illustrata della valle nei suoi aspetti naturalistici o antropici
4. non è un romanzo che segue il filo di memorie personali e collettive con lo scopo affascinare il lettore, con un racconto d’evasione.

Cosa è allora?
Verrebbe la tentazione di dire “il libro che non c'era”, “che mancava” su un territorio, una valle che c'è, eccome. Che pulsa, con i suoi toni digradanti, forme a tratti morbide e suadenti, a tratti ruvide e scoscese. Con i suoi borghi e la sua gente, le sue pievi e le sue industrie, i suoi scorci naturalistici e le sue strade trafficate. Anche con quello che non c’è…
Con i suoi successi, insomma e le sue problematicità.
Perché è tutto questo insieme, in uno sforzo corale, multiprospettico, non facile e talvolta scomodante, di fare sintesi di stratificate occorrenze.

Uno sguardo stimolante, perché non si rifugia nell'assunto confortante del “io c'ero”, e nemmeno in quello nostalgico del “si stava meglio quando si stava peggio”.
Gli scenari sono profondamente cambiati. Fragilità diffuse e revisioni paradigmatiche impongono nuovi itinerari del pensare e dell'agire.
Agenda 2030, allora come bussola?

Orizzonte in cui provare a porre le questioni, selezionando, focalizzando, problematizzando…?
E uso il gerundio perché non si tratta di mettere punti fermi e di fornire soluzioni categoriche, quanto piuttosto di avviare una riflessione.
Il gruppo di lavoro che abbiamo immaginato fin dall'inizio non solo foriero di una teoria di teorie, è soprattutto un agente in continuo movimento: gli autori hanno accolto volentieri il dibattito, la modalità dialettica di ragionare sulle cose che credo, mi si passi l'autoreferenzialità, abbia raggiunto con efficacia l'obiettivo di porre dubbi, raccontare esperienze, sollecitare dialoghi in una dimensione in cui il processo conta più del prodotto.

Se questa visione sarà condivisa da chi avrà la pazienza di leggere il libro, non spetta a me dirlo. Come ha scritto “qualcuno”… “ai posteri l'ardua sentenza”.
Ognuna delle voci documentate in questo ideale “podcast” di carta ha prima di tutto espresso ed è espressione al tempo stesso di un territorio frequentato, vissuto, amato.

La riduzione a sintesi non è sufficientemente rappresentativa delle diverse anime che compongono il volume
.

Giuseppe Gabusi ci ricorda che «la geografia non è per forza destino», sollecitando sguardi ambiziosi, aperture dialogate, secondo una prospettiva di internazionalizzazione del/nel ‘locale’, in grado di superare «il pericolo di un’unica storia», per parafrasare la giovane storyteller Chimamanda Ngozi Adichie.

Ad Alfredo Bonomi è affidato il compito di tratteggiare un ampio excursus storico che, dalle vicìnie approda all’istituzione della Comunità Montana di Valle Sabbia, con uno sguardo riflessivo sulle sfide che attendono i cittadini di oggi e di domani.

Una valle, come spiega Marcello Zane, che spicca per intraprendenza: l’ingegno degli uomini d’impresa, fin dal secolo scorso, emerge attraverso la storia della brevettazione, generosa e variegata, soprattutto nel settore della maniglieria.
Sullo sfondo di un comparto produttivo, della media e piccola, più che della grande industria, tra i più aggiornati, sia per qualità che per innovazione.

Punto di snodo, oggi più che mai, l’investimento in istruzione/formazione di alta specializzazione per superare – lo ricorda Valerio Corradi – la povertà educativa che attanaglia territori lontani dalla città, spesso privi di adeguati centri di aggregazione sociale e culturale.

Maria Paola Pasini sottolinea lo sforzo avviato, soprattutto negli ultimi anni, rispetto alla promozione turistica della valle, privilegiando, in epoca post-pandemica, la chiave della sostenibilità.
La fruizione del territorio è sempre più green e, al tempo stesso, slow, per la valorizzazione delle peculiarità paesaggistiche, enogastronomiche e artistiche.
Attorno al concetto di patrimonio si apre il contributo di chi parla, l’ultimo del volume, orientato ad un aggiornamento su cittadinanza e benessere, in un’ottica di welfare culturale.
 
Su tutti, spicca, a gran voce, un anelito, quello di sollecitare la comunità valligiana a promuovere la ‘cultura’, ad ampio raggio, attraverso iniziative che coinvolgano istituzioni e investimenti, senza tralasciare, naturalmente, la formazione scolastica e universitaria, ‘fucina’, per eccellenza, di menti aperte e coraggiose missioni, come ci sollecita a fare l’ultimo documento UNESCO, Reimagining our future together.
A new social contract for education (2021), non a caso uscito a ridosso dell’emergenza sanitaria.

Ai giovani della valle, allora, questo lavoro, nella sua globalità, è idealmente dedicato, immaginando che, come ci suggerisce il poeta Fernando Pessoa… «È in noi che i paesaggi posseggono paesaggio. Perciò, se li immagino li creo; se li creo, sono; se sono, li vedo... La vita è ciò che ne facciamo. I viaggi sono i viaggiatori».

Un doveroso ringraziamento, non formale, va a tutti gli autori, compagni di viaggio, appunto, che hanno contribuito alla ‘tessitura’ di questo prodotto editoriale, finalizzato a ‘cucire’ le storie e i luoghi e le persone della valle, con un occhio vigile rivolto al passato ma, soprattutto, proteso al futuro.
Il coinvolgimento poi, della scuola, in particolare dell’Istituto Tecnico che fa capo all’Istituto Superiore di Valle ‘G. Perlasca’, sede di Vobarno, indirizzo Grafica e Comunicazione, rende conto di un impegno fattivo a sollecitare sinergie tra la scuola e il territorio, al fine di creare liaison mirate e proficue.

Le aperture paesaggistiche che arricchiscono il volume si devono, inoltre, alla generosa disponibilità dei soci del Fotoclub 8 marzo di Vestone che ha offerto significativi scorci del territorio valligiano, efficaci e poetici al tempo stesso.

Un vivissimo ringraziamento, infine, alla Fondazione Ferriera Valsabbia, nelle figure del Presidente e dei componenti del Consiglio di Amministrazione, per l’attenzione e la sensibilità dichiarata, a fatti, nel ‘prendersi cura’ del nostro territorio anche, ma non solo, attraverso iniziative editoriali volte a sollecitare riflessioni e dibattiti non scontati.

Buona lettura!



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