02 Ottobre 2016, 08.43
Valsabbia
Maestro John

Il vecchio e il bambino

di John Comini

“Quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... quelle che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità..” (Baricco)


Le cose più belle nascono all'improvviso. E’ inutile dannarsi, è inutile programmarsi gli amori, le giornate, le cose da fare.  Le cose più belle ti colpiscono quando meno te lo aspetti.

Quando meno te l’aspetti senti che suonano jazz in palestra.
Ci sono 4 maestri con tanto di trombone (Pietro Leali), sax contralto (Gigi Bonizzardi), batteria (Francesco Mondini) e flauto traverso (Nicola Orsato) che raccontano ai bambini di quarta e quinta come sono fatti gli strumenti.

Ma non sono “classici” maestri di scuola, questi sono maestri di musica, che con brani allegri e coinvolgenti trascinano i bambini nel favoloso mondo dei suoni, nella speranza che qualche bambino si iscriva alla scuola di musica presso il Municipio.
Naturalmente i bambini non si fanno pregare, e seguono il ritmo delle melodie con entusiasmo indescrivibile.
W la banda! W Mina!

“Una tristezza così non la sentivo da mai
ma poi la banda arrivò e allora tutto passò…
e una ragazza che era triste sorrise all'amor
ed una rosa che era chiusa di colpo sbocciò
ed una frotta di bambini festosi si mise a suonare come fa la banda…
Se c'era uomo che piangeva sorrise perché
sembrava proprio che la banda suonasse per lui
in ogni cuore la speranza spuntò quando la banda passò cantando cose d'amor…”

Quando meno te l’aspetti incontri un sacco di colleghi di Prevalle e Villanuova che partecipano al corso di Primo soccorso presso i Volontari del Garda, a Cunettone.
Seguo le appassionate relazioni del dott. Frau e del volontario Luca, si parla di anatomia e patologia, di emergenze mediche ed ambientali, di rianimazione cardio-polmonare con manovra di disostruzione delle vie aeree (si usa il manichino, anche se alcune maestre avrebbero preferito un prestante volontario…)

Allora pensi a tutte le persone che dedicano il proprio tempo per aiutare gli altri.
Pensi ai nonni vigile che aiutano genitori e bambini ad attraversare la strada, con le loro casacche fosforescenti e la loro simpatia (come il mitico “Baffo”, grande milanista e grande uomo).

Pensi ai volontari dell’Associazione Genitori, che si impegnano per rendere la scuola sempre più bella ed accogliente.
Pensi agli Alpini ed ai Volontari della Protezione Civile, splendido esempio di solidarietà.

Come quando siamo andati a visitare il Buco del Frate, dove un gruppo di persone hanno lavorato gratuitamente per far partecipare i bambini ad un’esperienza unica.
E come sempre, anche in quell’occasione hanno poi scaldato le salamine e tirato fuori vino rosso e pane (e il vino pare sia stato apprezzato da alcune maestre…), creando un’atmosfera conviviale in cui la cultura di un territorio era fatta non solo dalle splendide grotte ma anche dai valori di umanità e di condivisione.

E così il tempo è volato, come in tutte le cose belle.
Come dico sempre ai miei bambini, alla televisione raccontano quasi solo gli avvenimenti brutti, ma se raccontassero le cose belle delle persone, ci vorrebbe un telegiornale incredibilmente lungo.

Amore non è guardarci l'un l'altro, ma guardare insieme nella stessa direzione.
(Antoine de Saint Exupéry)

Ma penso anche ai volontari che aiutano gli anziani, da quelli che portano i pasti nelle case a quelli che accompagnano chi è malato, da quelli che suonano qualche romantico tango a quelli che aiutano un anziano a mangiare.

Il mio pensiero va anche ai volontari dell’Avis di Gavardo, che ho avuto la fortuna di accompagnare nel Cammino di Santiago e in Pellegrinaggio a Roma per il Giubileo.
Sulla maglia il gruppo ciclistico aveva la scritta “Io dono non so per chi ma so perché”.

E come posso dimenticare una persona straordinaria che ho avuto la fortuna sfacciata di incontrare, Renato Paganelli?
Un’intera vita dedicata al volontariato: cofondatore dell’Avis di Gavardo, ideatore dell’Associazione volontari ambulanza della Valle Sabbia.
Una persona umile e profondissima, che quando mi incontrava mi accoglieva con un sorriso e voleva sapere come andavano gli spettacoli del Teatro Gavardo…

Ci sono persone che non hanno smesso di credere nell’amore.
Ci sono persone in cui ogni battito del cuore è un universo di possibilità, la possibilità di cambiare il proprio destino.
Ci sono momenti in cui è giusto dare il nostro piccolo contributo alle maree del bene che inondano la terra. 
Ci sono momenti in cui ci chiediamo cosa fare in questo mondo.
Ci sono momenti in cui ci chiediamo cosa sia l'amore.
Ci sono momenti in cui è giusto che ci stringiamo più forte ancora, teniamoci vicino al cuore…. teniamoci vicino al cuore.

Quando meno te l’aspetti arriva Daniel, un bambino dolcissimo, che mostra alla classe un album di disegno colorato dal nonno Carlo.
Daniel era attaccatissimo al nonno, e quando Carlo era all’ospedale per una grave malattia, gli ha colorato pazientemente questo bellissimo album, che poi ha regalato al nipote.
Ora il nonno Carlo è in cielo, ma rimarrà per sempre nel cuore di Daniel.

Dietro la foto del nonno sorridente, c’è la preghiera di Sant’Agostino: 
“Se mi ami non piangere, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, tu non piangeresti…
La morte non è niente, sono passato dall’altra parte come se fossi nascosto nell’altra stanza…io sono sempre io e tu sei sempre tu: quello che eravamo prima lo siamo ancora.
Prega, sorridi, pensami, non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene, asciuga le tue lacrime e non piangere se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace”

Scusate… ma adess me vè da pianser a mé…

Quando meno te l’aspetti vedi la maestra Vanna che insegna ai bambini a preparare un cuore di carta da regalare ai propri nonni, per la loro festa.
È quasi ora della campanella, e allora via, abbandono la matematica e faccio fare anche ai bambini un cuore di carta, su cui possono scrivere le parole che desiderano. Sono scritte semplici, ma vengono dal cuore…

(Nomadi/Guccini)
Un vecchio e un bambino si preser per mano
e andarono insieme incontro alla sera
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera…
L'immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d'intorno non c'era nessuno
solo il tetro contorno di torri di fumo…
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva
con l'anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati.
 
La mia nonna Margherita stava sempre su una poltrona di panno rosso e mi chiamava “El me prufisur”.
Io per riconoscenza le davo grossi pizzicotti alle guance, erano morbidissime, e più la pizzicavo e più lei sorrideva.
Quand’ero neonato ero diventato freddo freddo e mia nonna ha gridato “L’asét, duprì l’asét!” e mi hanno salvato sfregandomi con l’aceto.
Mosè è stato salvato dalle acque, io più modestamente da mia nonna con l’aceto.

Sapeva a memoria brani dei Promessi Sposi, ma la sua lettura preferita erano i  necrologi del Giornale di Brescia.
Ghè mort chel lè, ghè mort chel là...”
Ci mandava a comprare il tabacco dal Bruno Datteri, di nascosto dal nonno. E come tabaccava ragazzi! “Sniff sniff sniff”, altro che coca colombiana!  
Quando erano in arrivo i temporali, si nascondeva in camera, con l’olivo benedetto e la corona del rosario, se c’erano fulmini strillava come un’ossessa.
Il dottor Rossini l’andava a visitare, stavano in camera a chiacchierare per ore, poi quando se n’era andato mia nonna diceva: “Adess sto propis bè!”
Il nonno Angelo era sordastro, era sempre incollato alla radio, e allora mia nonna gli diceva: “Smorsa chela ciciaruna.

Poi una mattina mia mamma mi ha accarezzato e mi ha detto: “La nonna è andata in paradiso”.
I miei mi hanno mandato qualche giorno in vacanza dagli zii a Desenzano, e all’ultimo dell’anno c’è stato il funerale, ricordo che mia mamma continuava a portare il caffè a tutti quelli che dicevano “Condoglianze” lei rispondeva: “Grazie, un caffè?”.

C’era la neve, e il Buccella faceva le foto: indossavo dei guanti neri di pelle, avevo la riga ai capelli bella diritta e il cappotto della festa.
Mio nonno aveva cominciato a sbagliare orari: “El sera o matina?” Una volta alle cinque era sparito…”Endoe el nat el nono? Endoe el nat el nono?”
Cerca di qua, cerca di là, l’hanno trovato fuori dalla chiesa: “Iè en ritardo a dì mesa anchè”.

Lo accompagnavo al cimitero a visitare la sua sposa, e sulla lapide c’era scritto: “Riposa in attesa della resurrezione”.
Lui mi diceva: “Eco, i me met lè”.

Stava per ore e ore in camera
, dove aveva costruito una specie di altarino fatto di ritagli di giornale messi sul cassettone. Io giocavo con i miei soldatini, e mentre contribuivo all’estinzione degli apache, mio nonno parlava ad alta voce di cose strane…che poi strane non erano, si collegavano al suo antico lavoro, faceva le balaustre e i vasi di cemento, dicono fosse un artista nel suo ramo, ma non finiva mai i lavori, continuava a perfezionarli, e questo ha causato dei problemi economici alla famiglia.
Come quando aveva costruito una barca di cemento: certo, non sarebbe mai andata a fondo, al contrario del Titanic, ma quando è stata varata non andava né avanti né indietro…

Negli ultimi tempi, mio nonno Angelo diceva che voleva andare a Salò, allora io a braccetto lo accompagnavo intorno al tavolo, fatto il giro lui scendeva dal treno della sua fantasia e diceva: “Grasie sior, pagherà el me Luigi.
Luigi era il nome di mio padre: ho una grande nostalgia di lui, del suo senso dell’umorismo, della sua dolcezza.
Ogni giorno, quando partiva per il lavoro, lui e mia mamma si scambiavano un bacio: questa per me era il miglior messaggio sul valore del matrimonio.

Mio padre fin dalla terza elementare era dovuto andare a lavorare nei campi per pagare i debiti di mio nonno.
E poiché i debiti aumentavano per via della famiglia numerosa, e anche mia nonna era stata imbrogliata dai fratelli sull’eredità (una storia che si è tragicamente ripetuta) mio padre da giovane era partito soldato volontario per l’Africa per finire di pagare i debiti.
E quando gli avevano scattato una fotografia di quel periodo, era così mal ridotto per il caldo e le fatiche che mia mamma l’aveva stracciata.

Però devo dire una cosa
: quando la cantina si era allagata a causa dell’alluvione del Chiese, mio nonno ha costruito un canaletto di cemento che raccoglieva l’acqua e la cantina non si è più allagata. Bravo nonnino!

I vecchi subiscon le ingiurie degli anni
non sanno distinguere il vero dai sogni
i vecchi non sanno nel loro pensiero
distinguer nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva guardando lontano
“Immagina questo coperto di grano
immagina i frutti, immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori.
E in questa pianura fin dove si perde
crescevano gli alberi e tutto era verde
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell'uomo e delle stagioni.”
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste
e gli occhi guardavano cose mai viste
e poi disse al vecchio con voce sognante:
"Mi piaccion le fiabe raccontane altre…"

Quando meno te l’aspetti torni a casa stanco da un Collegio dei Docenti e incontri una persona a cui vuoi un bene infinito.
Questa settimana ha compiuto gli anni sua figlia, e allora voglio loro dedicare una canzone dei Tiromancino che a lui, che è lontano, fa pensare a lei e la fa sentire più vicino…

“Immagini che lasciano il segno
e resteranno dentro ai miei occhi nel tempo
se ti guardo io rivedo me stesso
ti addormento e nel silenzio del tuo cuore sento il battito
ora che sei diventata la ragione che mi muove
Tu inventi il tuo cielo tra linee di colore
tu che hai dato alla mia vita il suono del tuo nome
tu hai trasformato tutto il resto in uno sfondo
tu della mia esistenza sei l'essenza… 
E così sei riuscita a cambiarmi 
ritrovandomi forse un uomo migliore…”

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo.
 
maestro di Prevalle John Comini
 


Commenti:
ID68592 - 02/10/2016 11:48:57 - (cesarinacattaneo) - complimenti

-Sto apprezzando molto questi scritti. Mi trovo in perfetta sintonia quando affermi che se i telegiornali fossero di notizie belle non avrebbero tempo abbastanza per trasmetterle, ma se noi, ognuno per la propria parte trasmettesse le belle notizie e le belle esperienze che capitano ogni giorno, sicuramente il mondo ne gioverebbe e il sorriso apparirebbe su molti visi tristi che si incontrano.p.s. Ma questi bei racconti pensi di pubblicarli? Penso ne valga la pena

ID68594 - 02/10/2016 15:31:26 - (Iva) - complimenti

Bravissimo complimenti.

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