Il disagio al tempo dei social

Ha nevicato “come faceva una volta” sulla Valle Sabbia: fiocchi larghi che in poche ore e senza sosta hanno steso una coltre bianca non solo nei prati e sui tetti delle case, ma anche sulle strade, nei parcheggi e, soprattutto, davanti al proprio cancello.

Già, “una volta”.
Qualche anno fa in questi casi si sapeva fin da subito che se ci si voleva muovere in auto servivano le catene, oppure una 4x4 e le giuste gomme, non c’erano alternative.

A leggere come si sono scatenati i social in quelle ore ivece, sono molti, troppi, ad essersene dimenticati.
Tanto che il post più “gettonato” era del tipo: «Ecco com’è conciata la via... e sì che in Comune lo sapevano che sarebbe nevicato, nessuno però ha provveduto, ce ne ricorderemo...» e via accusando «chi di dovere».

Tutti no, ma troppi, a guardare solo il proprio orticello: «Proprio davanti al mio ingresso dovevano ammucchiare la neve, non potevano portarla un poco più in là?», ovviamente lungo la via dove gli “ingressi” si susseguono uno dopo l’altro, tutti messi nelle stesse condizioni, perché è risaputo che lo spazzaneve la neve la sposta, non se la può portare via.

Post che catalizzano poi il malcontento di quegli altri che non hanno foto da mostrare, ma frustrazione tanta.
C’è persino chi arriva a dire ai volontari che da ore cercano di dare una mano: «Chissenefrega se sono volontari, se non sono capaci meglio che se ne stiano a casa».

Qui sotto un esempio, un confronto per nulla “incivile” come se ne sono visti tanti altri.
Scelto perché indicativo di come troppo spesso, soprattutto sui social ma  non solo su quelli, si spara ad alzo zero senza avere idea di cosa in realtà stia accadendo.





Pensiamoci sempre prima puntare il dito su qualcuno.
Con questo proposito vi auguro di cominciare nel migliore dei modi l'anno nuovo.

Ubaldo Vallini