se il mondo è incerto, questo è il certo, allora cercare riparo nel sociale è un comodo ma precario modo di garantirsi la vecchiaia, perché la garanzia è un carattere del vero e non del certo.
se il significato è il non senso o la negazione dei principi, perché essi sono assolutamente incompatibili con il "divenire" del mondo, che è il non senso, difficile poi sperare che vi sia un senso proprio sulla fondazione di quel non senso.
no! proprio sul presupposto del tramonto delle idee muoiono le ideologie. Il tramonto delle idee è il "divenire", se le cose divengono, e in quanto divengono, se le idee divengono e in quanto divengono, allora le idee non sono idee, lo sono precariamente, cioè relativamente al tempo.... pensare che muoiano le ideologi mantenendo vive le idee è sperare, ma di una speranza patetica...
apprezzo il tuo sapore antico che coniuga così sapientemente i nuovi sapori, soprattutto quando certifichi che non è certo Dio che produce i bisogni in terra.
di sicuro andranno quelli con la pensione minima,,,ed il resto lo versera il comune,,come facevano una volta!!!!!
Man mano leggevo l'articolo sentivo già chi ne fosse l'autore,l'amico Alfredo.Detto questo io mi chiedo il motivo di fare delle regge per "ricchi" pur sapendo delle code infinite di persone che non sono in grado di curare i propri cari non autosufficenti,quanto ci mette la regione per queste strutture?quanti trasferimenti?Non sta bene pensar male,ma spesso ci si prende!San Raffaele è l'esempio classico o sbaglio?
No sig.Ernesto,non come una volta,ma come ora che chi non può pagare deve cedere le sue proprietà al comune per il giusto recupero della cifra anticipata.Certo che se le rette sono da 5 stelle la casa di proprietà è presto spesa,di solito finisce in mano a imprenditori che la ritirano alla metà del valore perchè il comune non sa che farne.
io parlavo di nullatenenti,,,,il comune si faceva partecipe a coprire la retta,,,,,almeno nel mio paese era cosi,,ora non so,,,,,e comunque di ricconi ce ne son tanti,,,,ma tantii,,,
...almeno quello sollevato da Bonomi, non sono i ricconi, per quanti possano essere. Sono coloro che non hanno disponibilità. Alfredo Bonomi semmai ci ricorda che nessuno diventa ricco da solo, ma lo fa, con ingegno e capacità s'intende, sul lavoro di molti altri. Questo semplice concetto al tempo del Ricovero Passerini era ben chiaro in tutti, o quasi. Ora un po' meno.
Lucida e schietta analisi di un tema di grande attualità rispetto al quale manca una piena consapevolezza da parte di tanti (o tutti), per cui nella migliore delle ipotesi si procede con interventi che non rispondono alle reali e crescenti esigenze. In questo quadro che vede anche le istituzioni in difficoltà mi pare più che mai opportuno il richiamo alle persone illuminate e benestanti del passato che in Valle Sabbia come altrove (basti pensare ai tanti benefattori degli ospedali),con generosità e lungimiranza si sono impegnate per il bene sociale.Certamente non si può pensare di fare affidamento solo sulla magnanimità di qualcuno sensibile e attento a queste emergenze sociali. Cionondimeno la sollecitazione ad un impegno più diretto per chi potrebbe farlo è condivisibile, alla luce anche della considerazione che evidenzia come il raggiungimento di brillanti risultati oltre che alle capacità individuali è in una
certa misura ascrivibile anche ad altri fattori.
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ID66702 - 09/06/2016 16:28:28 - (Dru) - Caro Alfredo
la dimensione sociale non può liberarsi comodamente da come va il mondo e ritenersi "ottimale" sul supporto di una sua gradita indipendenza da esso, perché se il significato del supporto è un "certo" significato, il sociale certo può in qualche tempo e per qualche ragione opporvisi, ma mai staccarsi da esso.