13 Febbraio 2012, 11.00
Vallio Terme
Gdf

«Cartiera» per 170 milioni di euro

di red.

Anche un autotrasportatore di Vallio Terme, fra le persone denunciate dalla Guardia di Finanza per un grosso giro di fatture false.

 
Sono stati i finanzieri della Tenenza di Pisogne a scoprire e a porre fine ad una vasta frode fiscale messa in atto da due imprenditori camuni: F.M. originario di Bienno e M.S. di Pisogne.
I due avevano messo in piedi due società “cartiere” che formalmente operavano nel settore dei rottami ferrosi, con sedi a Pisogne e a Bienno e potevano contare sulla complicità di tale A.L. , titolare di un’impresa di autotrasporti con sede in Vallio Terme, che ha falsamente attestato un rilevante numero di trasporti di rottami.
 
Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno coinvolto una trentina di imprese del settore dei metalli ferrosi, per lo piĂą con sede nelle province di Brescia e Bergamo. Le indagini sono andate avanti per quasi un anno.
L’imprenditore di Bienno ha precedenti per bancarotta, emissione di fatture false e frode fiscale. Negli ultimi 18 anni ha presentato la dichiarazione dei redditi unicamente negli anni dal 2006 al 2008, indicando poche migliaia di euro.
Il complice di Pisogne, invece, negli ultimi quattro anni non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi e nei dieci anni precedenti ha presentato dichiarazioni per poche migliaia di euro.
 
Le due “cartiere” sono state aperte e chiuse una dopo l’altra, nel vano tentativo di sfuggire ai controlli del fisco.
Si è saputo che l’unico automezzo nella disponibilità delle due ditte, sulla base dei falsi documenti di trasporto acquisiti durante i controlli, avrebbe trasportato molte tonnellate di rottami ferrosi, nonostante fosse un autocarro vetusto, privo di copertura assicurativa e addirittura gravato da fermo amministrativo per tasse pregresse non versate da F.M.
 
Le indagini hanno evidenziato che i due soggetti implicati movimentavano somme in contanti per importi giornalieri di circa 80 mila euro, con prelievi effettuati presso vari uffici postali ubicati in Valcamonica e nell’Alto Sebino.
In particolare sarebbe emerso che, in concomitanza dell’accreditamento di bonifici disposti a fronte delle false vendite dei rottami da parte delle due aziende cartiere, venivano contestualmente effettuati, da F.M. o M.S., prelievi di pari importo poi utilizzati dalle imprese coinvolte nella frode per pagare “in nero” i loro veri fornitori di rottami metallici che richiedevano, ovviamente, pagamenti in contanti.
 
Nel corso delle indagini è stato altresì rilevato che 4 soggetti, tra gli amministratori delle 31 aziende coinvolte negli accertamenti, nel periodo dal 1993 al 2009, non avevano presentato le proprie dichiarazioni dei redditi, mentre altri 2 si erano “dimenticati” di presentarla negli ultimi quattro anni.
L’attività ispettiva effettuata nei confronti delle due aziende cartiere ha interessato i periodi d’imposta dal 2006 al 2011 ed ha consentito l’accertamento di 170 milioni di euro di fatture false (emesse ed annotate) ed un evasione all’Iva per 600 mila euro.
 
Complessivamente sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria 33 persone, con varie imputazioni che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, all’emissione e annotazione di fatture false, fino alla frode fiscale.
 

 


Commenti:
ID16959 - 13/02/2012 18:16:25 - (delirio) - MOLTO BENE!!

AVANTI COSI'.....MA MI CHIEDO QUANDO SI DICE..... RECUPERATI 600 MILA EURO DI IVA EVASA SI INTENDE CHE QUESTI SOLDI SONO TORNATI IN CARNE ED OSSA NELLE CASSE DELLO ERARIO?

ID16964 - 14/02/2012 08:20:03 - (GORE60) - BENE.....

SI DOVREBBE POTER SAPERE I NOMI DI QUESTI INDIVIDUI......MA POI COME SI FA A PERMETTERE A UNO GIA' SCHEDATO PER FRODE, BANCAROTTA, ECC.... DI APRIRE SOCIETA' NUOVE? IO NON RIESCO A CAPIRE...... MA SIAMO IN ITALIA.......

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