20 Gennaio 2019, 08.00
Val del Chiese Storo
Tradizioni

Benedizione per Sant'Antonio abate

di Aldo Pasquazzo

La ricorrenza è ancora molto sentita nella Valle del Chiese dove i sacerdoti passano di stalla in stalla a impartire benedizioni e lasciare santini


Da diversi anni a questa parte,
le aziende contadine di valle sono solite festeggiare in maniera sempre più partecipata la ricorrenza di Sant'Antonio abate. In altre parti lo si è fatto domenica (Agrone) e altri ancora nel suo vero giorno (questo giovedì) a Storo, Darzo, Valdaone, Prezzo e Por quando a benedire sale e animali era stato don Michele Canestrini.

A Darzo, per l’occasione, gli alpini del capogruppo Elvio Giacometti avevano preparato e distribuito polenta per tutti. Poi nella piazza, dove una volta c’era il caseificio turnario, la tradizionale benedizione di animali domestici e da cortile. Giovani e meno giovani che tenevano tra le mani gabbiette con all'interno gatti, e cani avvolti in cappottini.

Ieri, in forma più personalizzata, è toccato a Condino, dove dalle 10 alle 12 l'arciprete don Vincenzo Lupoli ha fatto il giro di diverse aziende impartendo la benedizione e distribuendo santini. “Gli allevatori – dice il prete - questo momento lo sentono e vi partecipano e se non ci vai sono loro a ricordatelo”.

“Da noi – dicono Luca e Claudio Radoani dell'azienda agricola “La Cugna” a Mon – di bovine al momento ne abbiamo una trentina anche se prossimamente si dovrebbe arrivare a cinquanta”. La realtà zootecnica dei Radoani, che sarà inaugurata a giugno, è considerata assolutamente tra le più moderne in assoluto.

Dentro una stalla, che stalla non sembra, affiancata da sala mungitura a sua volta collegata in maniera idraulica con il comparto lavorazione che equivale ad un caseificio. Ed è proprio dentro quella cubatura, dove a fare la differenza c'è pur sempre lo zio novantenne Giulio, che i convenuti si sono intrattenuti per il consueto pranzo di Sant'Antonio, dove ai fornelli c’era la signora Ernesta e famigliari: un menu casereccio comprendente prodotti rigorosamente nostrani.

Poi è stata la volta della stalla di Riccardo Pizzini (100 bovine e più), quindi sempre lungo il versante di Mon, altro allevamento facente riferimento a Danilo Butterini e Angelo Zulberti. Poi i cavalli di Federico Olivieri e di Daniela Maccarinelli che di bovine al momento ne ha quindici. La giovane signora, originaria di Gavardo, non solo ci sa fare ma in estate con altre due amiche è solita tenere malga Romanterra e solo nei fine settimana viene raggiunta in quota dal compagno Roberto che gli fa prevenire alimenti e tutto l’occorrente.

Al Giùlis, a nord di Condino, ad essere benedette le stalle dei Dapreda (31 bestie), l'allevamento di conigli di Giovannone Butterini, nonché le capre di Pierangelo Bagattini, l'apicoltore Giorgio Galante e la fattoria “Arca di Noè” di Beppe Leotti, alle Porte.


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