Miglioramento fondiario

I soci del Consorzio di miglioramento fondiario di Brione, Castel Condino, Cimego e Condino (che in base al catastino risultano essere 1957) si sono ritrovati per la prima assemblea dopo il rinnovo del Consiglio dei delegati formato nel dicembre scorso: Domenico Spada, presidente, Giovanni Butterini vicepresidente ed inoltre Andrea Bagattini Stefano Poletti, Michele Faccini, Ivan Pozzi, Rino Beniamino Bagozzi, Walter Zulberti, Antonino Bertini, Gilberto Tamburini, Maurizio Faccini, Gianni Vicari e Renzo Bagozzi.

L’Assemblea ha espresso all’unanimità il consenso sia per quanto riguarda il consuntivo 2015 sia al bilancio di previsione 2016.
Approvato anche lo schema di convenzione con il comune di Borgo Chiese in ordine alla richiesta di rinnovo con modifiche della concessione di derivazione idrica dal Rio Giulis.

In forza di tale convenzione il comune di Borgo Chiese è delegato dallo stesso consorzio titolare della concessione, ad inoltrare al Servizio Acque della Provincia la richiesta di ampliamento della superficie agricola servita, da 16 a 36 ettari, nonché l’utilizzo della derivazione per tutto l’anno a scopo antincendio ed igienico sanitario per alcuni insediamenti rurali.

Nell’introduzione di seduta, Spada ha ringraziato il servizio prestato per quindici anni da Roberto Bagozzi in qualità di segretario.
In riferimento al programma del Consorzio, il cui direttivo è stato definito dai convenuti “coeso ed efficiente” , il presidente ha chiarito le priorità degli interventi ad iniziare dalla messa in sicurezza delle opere già esistenti (opere di presa e acquedotti irrigui e potabili), alla predisposizione in forma concertata e condivisa di opportuni regolamenti di utilizzo delle opere.
Poi l’impegno del Consiglio dei delegati a promuovere assemblee zonali con lo scopo di confrontarsi con i soci e avviare iniziative di valorizzazione del territorio nelle singole zone.

L’assemblea si è infine confrontata sulle proposte di riordino fondiario.
È parere condiviso di dover superare l’eccessiva frammentazione delle proprietà agricole se si vuole operare con criteri di funzionalità ed efficienza economica.

Sull’esempio delle iniziative avviate in altre valli trentine e ultimamente anche dai CMF di Storo e Darzo e Lodrone, saranno individuate zone omogenee sufficientemente ampie nelle quali proporre il riordino fondiario, vale a dire l’accorpamento delle particelle fondiarie in unità culturali uniche e di maggiore ampiezza.

«Attualmente - ha aggiunto Spada - ci sono gli strumenti giuridici e tecnici perché si possa ricomporre le proprietà attraverso provvedimenti della Giunta Provinciale evitando incombenze e lungaggini burocratiche, oltre che costosi passaggi notarili».

In foto: il presidente Domenico Spada

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