18 Gennaio 2021, 10.34
Val del Chiese
Attività

L'albergo Boniprati cambia gestione

di Aldo Pasquazzo

In una località frequentata da tanti bresciani, l'hotel cambia ora proprietà e gestione. A Renzo e Gemma Tarolli subentra la Trentiner


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Originariamente era una casa da mont in parte di famiglia, ma nei primi anni Settanta era divenuto l'albergo Boniprati. Lo scorso 23 dicembre i coniugi e contitolari Renzo e Gemma Tarolli di Castel Condino hanno sottoscritto il preliminare di vendita, anche se saranno sempre loro a gestirlo ancora per qualche altro mese.

A succedere ai Tarolli sarà ora la Trentiner & Associati, la cui realtà fa riferimento al giovane  imprenditore condinese Herman Pizzini. Quest'ultimo sembra orientato a fare le cose per bene in modo da trasformarlo e rilanciarlo anche dal punto di vista  d'immagine e turistico.
“Alla nostra età e non avendo figli - spiega Renzo - la cosa migliore da farsi era passare la mano, e così abbiamo convenuto di cederlo a persone del posto e con le idee chiare”.
 
Renzo Tarolli dal 1961 al 1973 assieme ad altre tre soci (tra cui il compianto ragioniere Domenico Ribaga di Tiarno di Sopra e Storo) ad Odolo nel bresciano in quegli anni aveva anche gestito l'Acciaieria Vittoria, il cui amministratore delegato era il maggiore reggiano della Benemerita Arma Vincenzo Bottazzi, da poco in pensione.
 
In quegli anni l'Altopiano di Boniprati (1200 metri di altitudine e allora catastalmente suddivisibile tra i comuni  di Castello, Cimego, Prezzo e Bersone) sembrava destinato ad assumere un'impronta turistica di alto livello, “poi – avverte l'allora sindaco di Castello Dario Tarolli, tra i promoter delle prospettive legate al suo eventuale  sviluppo - per cause diverse tale prospettiva  venne ridimensionata”.

Prima ancora un'altra struttura alberghiera (Rifugio Lupi di Toscana) veniva realizzata sul versante di Prezzo da un certo Alcide Franceschetti, che a sua volta l'aveva poi  ceduta alla famiglia di Benvenuto, e Settimo Scaia, il cui  esercizio è ora gestito dalle figlie.

“Effettivamente – dice Tullia, una di loro – la struttura risultava realizzata nel 1961 da Alcide Franceschetti, poi venne ceduta ai miei nel 1968”.
La signora aggiunge: “Prima della pandemia anche in inverno si lavorava bene, e l'utenza risulta da sempre maggiormente rappresentata da gente lombarda”.
 



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