26 Aprile 2022, 09.25
Val del Chiese
La testimonianza

Il 25 aprile 1945 nei ricordi di Giovanni Schivalocchi

di Gianpaolo Capelli

Cercavo qualche ricordo locale da scrivere per la giornata del 25 aprile, festa della liberazione ed ecco che questa mattina incontro per caso Giovanni Schivalocchi, di Lodrone, classe 1939, che conosco da anni
VIDEO


Con mia sorpresa esce con una frase che mi colpisce e mi incuriosisce: “Il 25 aprile del 1945, come oggi facevo ritorno a casa con la mia mamma Bortola da Bondone dove ero stato sfollato, avevo sei anni.”

Io che sono di Bondone non potevo lasciarmi sfuggire i ricordi di Gianni e lo lascio raccontare.

I ricordi del piccolo Gianni partono dalla fine del 1944, quando i tedeschi sfogavano la loro rabbia nella loro ritirata bombardando il Pian d’Oneda e le zone intorno al lago di Idro.
Ricorda che nelle campagne di via Campini, adiacente al ponte della “Fossetta”, quello prima del Ponte dei Tedeschi, una bomba aveva colpito un fienile,  uccidendo una mamma e il nipote.
Sua mamma Bortola aveva paura che fosse colpito anche il paese di Lodrone e la sua casa.

Verso il Natale del 1944 trovarono casa e rifugio a Baitoni in cima al “Ruch” nell'ultima casa dove sale la mulattiera che porta a Bondone.
Era la casa di Vito Ferrari “Lenghì”.
“Le sota le corne de Bondù,,,” Li sotto gli strapiombi di Bondone ricorda che è rimasto fino all'aprile del 1945.
Nella sua mente rivede ancora il cannone che i tedeschi all'inizio di aprile del 1945 avevano piazzato  nella zona del lago vicino a Baitoni.

Il cannone, come ricorda bene Andrea Bonardi “El Berto” di Anfo, pescatore di professione, non era uno solo, ma una batteria intera piazzata da San Giacomo di Ponte Caffaro fino al Chiese e uno nei pressi di Baitoni verso il “Fossone”, che è quello che probabilmente ricorda Gianni.

I tedeschi in ritirata rimasero in zona per circa due giorni, cannoneggiando per due ore sulla Rocca di Anfo e poi temendo l'arrivo degli americani si diressero verso Trento.
Quello che dice e che ricorda “El Berto” corrisponde a verità storica, perchè in quei giorni tutti erano chiusi in casa, nessuno si muoveva, lui solo come pescatore poteva girare sul lago di Idro e ora a distanza di settantasette anni può documentare grazie alla sua straordinaria memoria gli ultimi mesi di guerra sull'Eridio.
Senza ombra di dubbio “el Berto” si può definire “Inviato speciale di guerra” sul lago di Idro di quel periodo.

I ricordi di Gianni data la giovane età possono essere un po’ sfumati, ma egli ricorda ancora quel colpo del cannone,  unico lui dice,  per fortuna, che i tedeschi spararono nei pressi di Monte Suello dove c'è il monumento a Garibaldi, sulla strada che va a Bagolino,  facendo un grosso buco sulla montagna,  ricorda dove si trova ed è ora coperto dalla vegetazione.

Questo avvenne verso il 22-23 di aprile 1945 e gli abitanti di Baitoni, impauriti,  andarono a cercare rifugio a Bondone presso parenti o conoscenti adattandosi alla meglio come potevano in stalle e solai.
Gianni ricorda che lasciò la casa di Vito Ferrari al “Ruch”, trasferendosi a Bondone con la mamma Bortola, trovando da dormire in una stalla.
Tempi di povertà e ristrettezze, ma la generosità dei “Gabì” e  dei “Carboner” non aveva limiti e dividevano quel poco che avevano con tutti.

Alla bella notizia giunta attraverso la radio che l'Italia era stata liberata in quel 25 aprile del 1945, Gianni con i famigliari ancora nel pomeriggio fece ritorno nella sua casa a Lodrone.
Quel ritorno a casa, il periodo passato a Baitoni, sono ancora vivi nella sua mente e nel suo cuore.

E con piacere che a questi ricordi di Giovanni Schivalocchi aggiungo il video con la canzone “Bella Ciao” che i due musicisti Riccardo Orsi, alle percussioni, e Maurizio Failoni, alla chitarra, in occasione di questo 25 aprile, hanno arrangiata in questa loro versione molto bella e personale.

Riccardo con le sue percussioni
si è superato e i colpi di mitraglia e di cannone che richiamano i tempi della guerra di allora ma anche attuali, sono ben marcati e ritmati musicalmente
I rintocchi della campana di “Maria Dolens” di Rovereto, sono una preghiera e una lacrima per i caduti di tutte le guerre, per i partigiani e le partigiane e le “Frecce tricolori” con le loro splendide esibizioni ne onorano la loro memoria.

Nelle foto di Gianpaolo Capelli:
1 Giovanni Schivalocchi
2 casa dove ha abitato Giovanni
3 chiesetta del Ruch
4 murales Madonna al Ruch...


Questo e altri video, con maggior risoluzione, su VallesabbianewsTV



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