In questi primi giorni del mese di giugno passo a Condino nella strada dove si trova il laboratorio di falegnameria di Piergiorgio Galante “Garibaldin” classe 1940.
Piergiorgio non è falegname di professione, ma per passione, svago e diletto.
Benedetto dalle donne per i suoi interventi a sistemare le loro rotture.
Nella sua falegnameria è stipato di tutto.
Oltre alle macchine per la lavorazione del legno, in ordine sparso barattoli di vernice, legni di tutti i tipi, semilavorati in fase di ultimazione e alcuni da terminare da anni come la panchina dove è ritratto.
“Ghe semper da far”, c'è sempre da fare, dice.
Lui è sempre a disposizione di tutti per piccole lavorazioni artigiane che le falegnamerie rifiutano per mancanza di tempo.
Tante le ore e le giornate dedicate alla parrocchia, disinteressatamente, per la quale ha costruito di tutto.
Per il legname racconta non ci sono problemi, quando dico che serve per la chiesa tutte le segherie della zona si fanno in quattro ad offrire quello che serve a Piergiorgio per accontentare il parroco.
“Mi dispiace, che il mio cliente migliore, don Vincenzo Lupoli, abbia lasciato Condino: su sua commissione tanti i lavori che ho eseguiti.” dice, affermando che una sincera amicizia lo lega al parroco che ha lasciato Condino nel settembre 2021, con grande rincrescimento della gente, dove nelle ben undici parrocchie che gestiva era ben voluto e apprezzato.
Piergiorgio ha messo da parte gli insegnamenti di quanto ha imparato in giovane età nella falegnameria dello zio Durbino Galante, valente e artistico falegname di Condino.
Piergiorgio comincia a raccontare della sua fanciullezza e mi mostra una foto che mi incuriosisce.
È ritratto con un gruppo di giovani ragazzi che nel 1952 e nel 1953 per due anni hanno frequentato il campeggio in Valle Aperta organizzato dal parroco di allora don Carmelo Francescon.
Tanti i parroci in quegli anni e negli anni a seguire che portavano i giovani scout di allora a fare i campeggi estivi in varie località del Trentino e tanti venivano anche da fuori provincia.
Molto frequentata la Val Daone, dove padre Marcolini di Brescia, alla fine dei grandi lavori portava i ragazzi dei suoi villaggi.
Piergiorgio comincia a snocciolare i nomi di alcuni ragazzi con lui in Valle Aperta: Lucillo Butterini, Fernando Poletti, Celso Galante Fabio Pernisi, Rosa Ermanno, Luciano Pizzini.
Ricorda che quello inginocchiato nella foto storica del 1952 durante la celebrazione della messa è il giornalista Aldo Pasquazzo.
“Campeggio alla buona” ricorda Piergiorgio. Dormivamo nella vecchia malga, di Valle Aperta coperta di “scandole”, dove le ampie fessure permettevano di vedere un cielo stellato meraviglioso in attesa di prendere sonno.
Tutte le mattine c'era l'alzabandiera, la santa messa e poi via sui monti vicini con gite quotidiane.
La fame era tanta, ma i vettovagliamenti arrivavano dal paese a dorso di asino.
Il campeggio aveva la durata di quindici giorni.
Piergiorgio con Celso Galante era stato mandato in collegio dai “Marianisti” di Torino dove come compagno di scuola avevano lo scrittore e presentatore televisivo Corrado Augias. Vi rimase tre anni.
Nei suoi racconti Piergiorgio si sofferma anche sulla sua grande amicizia che lo lega a Danilo Bodio, alpino verace e storico mugnaio di Condino.
Rinomate le sue polente “carbonere” spesso preparate con il compianto Livio Gualdi.
A tal proposito si sofferma su un episodio della sua gioventù accaduto a metà gennaio del 1952.
A Condino chi aveva bisogno di macinate il granoturco andava al mulino di Battista Bodio, mulino a pietra mosso da una grande ruota con l'acqua della vicina roggia.
Il papà di Danilo era ammalato e ricoverato ad Arco e Danilo doveva farne le funzioni di mugnaio pur nella sua giovane età.
Proprio in quella fredda mattina di gennaio, Piergiorgio si reca da Danilo per far macinare la farina consegnata da sua mamma.
I due ragazzi entrando nel mulino sentono uno strano rumore che proviene dal volano mosso a acqua e sul quale gira una grossa puleggia di trasmissione.
“Ghe bisogn de oio”, c'è bisogno di olio, dice Danilo e si avvicina al meccanismo per oliarlo, lasciandolo in movimento.
Danilo era vestito con una giacca, regalata da un amico che gli arrivava quasi ai piedi.
Sull'albero di trasmissione la cinghia era fermata da una grossa vite che usciva abbondantemente dallo stesso, vite che aggancia la giacca del povero Danilo e lo fa roteare senza potersi staccare dalla stessa
Prontamente per fortuna Piergiorgio ferma il mulino, raccoglie il Danilo svenuto e lo porta fuori sulla neve, dove il malcapitato rinviene al contatto del freddo invernale.
Conseguenze un grosso buco nel braccio di cui ancora ora Danilo porta i segni, e braccio e gamba rotta.
Allora l'ospedale era un sogno e il bravo dottor Goglio di allora, medico condotto di Condino, mette Danilo a letto gli stecca il braccio rotto, e mette la gamba di Danilo in trazione con i pochi mezzi a disposizione e siccome il peso della trazione faceva scivolare Danilo nel letto lo lega alla testiera perchè possa star immobile.
Tanti giorni a letto fino a quando le rotture non si sono sistemate da sole.
Piergiorgio ricorda il car a Verona con Danilo, il militare alla caserma Schenoni di Bressanone, le manovre militari a Perca dove Danilo gli fa prendere un altro grosso spavento bevendo l'acqua ossigenata al posto di quella normale e svenendo anche lì.
La vita lavorativa di Piergiorgio è iniziata a circa diciotto anni.
Sulla porta all'entrata della casa dove lavora, fa bella mostra una foto della Val Daone con la diga di Bissina ed è da qui che partono i ricordi di Piergiorgio per il suo primo impiego di lavoro.
Infatti Piergiogio fu assunto da uno studio di rilievi topografici per i grandi lavori delle dighe in val Daone e per due anni e mezzo ha seguito tutte le fasi degli stessi in galleria e fuori, dei quali conserva perfetta memoria.
Per trentadue anni Piergiorgio Galante ha poi lavorato nella cartiera di Condino, precisamente nella centrale della stessa dove il lavoro doveva essere attento e preciso, perchè anche pericoloso.
Piergiorgio rimandiamo gli altri tuoi ricordi al nostro prossimo incontro augurando a te e ai tuoi cari bene e salute.
In foto:
Piergiorgio Galante in falegnameria
Campeggio in val aperta 1952 santa messa
1952 santa messa in Val Aperta inginocchiato il giornalista Aldo Pasquazzo
Piergiorgio con l'amico Danilo Bodio