Sui templi e sulle segnaletiche giapponesi sono presenti numerose svastiche: come mai?
Prendendo una qualunque cartina rappresentante il territorio giapponese si può subito notare come i luoghi di culto siano contrassegnati dalla tanto famosa croce uncinata.
Sono presenti persino numerose fotografie in rete che mostrano facciate di templi che ne sono piene, generalmente prodotte in oro.
Il simbolo è anche usato in molti altri casi, come nell'ambito della segnaletica stradale, ed appare anche in alcune opere cartacee come i manga e persino nelle loro versioni animate: gli anime.
Il caso più eclatante e persino recente è quello dell'opera "Tokyo Revengers", dove i protagonisti, una gang di ragazzini, rappresenta la svastica sulle proprie bandiere, moto e vestiti. Da qui nacque una controversia, che portò poi a numerose censure in Occidente.
L'uso di questo simbolo nel paese del Sol levante, però,
che cosa significa realmente?
La presenza di un esercito nazista segreto che comunica tramite codici la propria esistenza a possibili collaboratori?
Qualche complotto per "nazificare" le persone?
Che in realtà i giapponesi sono il popolo più razzista del mondo odierno?
Con un viscerale odio per gli ebrei?
Ovviamente no.
Per capire l'utilizzo che viene fatto della svastica, non solo in Giappone ma anche in molti altri paesi asiatici, bisogna tornare indietro nel tempo.
Nel secondo secolo dopo Cristo, a partire dalla zona Sud dell’Asia, la croce uncinata si espanse in tutto il territorio asiatico assieme al Buddhismo. Era ed è tutt’ora uno due suoi simboli più importanti e rappresenta la coscienza del Buddha (spesso può essere ritrovato raffigurato sulle sue statue nella zona del cuore, dei palmi delle mani o delle piante dei piedi).
La religione buddhista riuscì a giungere sino in Cina, dove fu assimilata assieme a tutti i suoi simboli, fra cui la svastica, che fu molto gradita fin da subito.
Assunse ben presto un significato di buon auspico, durato fino ai giorni nostri,
sotto il nome di “huan”.
Con l’espansione della cultura cinese, il Buddhismo, ormai diventato culto ufficiale per il Grande Impero asiatico, raggiunse il territorio Coreano e, nel sesto secolo, quello giapponese, dove fu molto gradito dalla classe regnante, grazie alla quale conobbe un’ulteriore espansione.
Il manji (così viene chiamata lo huan in Giappone) divenne molto rapidamente di utilizzo non solo religioso ma anche ornamentale, grazie ai significati positivi che anche qui assunse.
Quando era orientato in senso orario il manji rappresentava l’amore e la misericordia, mentre nel verso opposto intelligenza e forza.
Indipendentemente dalla direzione, fu molto amato e fu utilizzato per decorare molti elementi, come le lanterne di carta.
L’uso della svastica però non è mai stato usato solo nel Buddhismo.
Già ai tempi veniva utilizzata in molti altri culti, anche differenti fra loro, come: nel Cristianesimo antico, dove rappresentava il Trono di Dio, circondato dai suoi quattro arcangeli, un significato simile a quello presente nell’Ebraismo e nell’Islam; all’interno dell’Induismo, dove i quattro bracci della svastica rappresentano i quattro Veda, scritti di carattere profetico molto importanti all’interno del culto, risalenti al periodo compreso fra il 2000 e 1500 a.C; all’interno del Confucianesimo, dove aveva un uso molto radicato.
Tutto ciò è sempre stato motivo di difficoltà per comprendere quale fosse l’origine della svastica, poiché il fatto che venisse usata nel presente o nel passato da molte religioni che non avevano nulla a che fare fra di loro rendeva impossibile creare una pista o tracciare un campo all’interno del quale cercare.
Tutti lo usavano con accezione di benestare (come si può capire analizzando anche il nome stesso, che
deriva dal sanscrito, dove “sw” sta per “buono” e “astika” per “essere”, formando quindi la parola “benessere”), ma da dove nascesse era un mistero, così come il motivo della sua forma.
A tal proposito,
uno studioso di nome René Guénon formulò un’ipotesi con la quale sosteneva che la composizione della svastica rappresentasse le stelle fisse nel cielo, più precisamente quelle dell’Orsa Minore e dell’Orsa Maggiore, che ruotano attorno al polo nord celeste, determinando i quattro punti cardinali e le quattro stagioni.
Da tale teoria si può dedurre il perché del suo utilizzo da parte delle religioni, visto che il cielo è il luogo dove si presuppone risieda un Dio.
Una tesi simile a quella di Guénon era sostenuta dall’archeologo russo Gennady Zdanovich che identificava il simbolo come un’emulazione dell’universo e specialmente della rotazione delle costellazioni attorno al polo nord celeste, mentre Reza Assasi affermava rappresentasse il polo nord eclittico.
Capire quale sia la teoria più vicina alla realtà risulta essere complicato, anche perché, grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici, si è a conoscenza del fatto che
la svastica esistesse già nel Neolitico, persino in luoghi differenti fra loro, come in Mesopotamia, America ed addirittura Europa, dove in epoca antica fu usata da molte civiltà, come i famosi romani.
Durante la Repubblica Romana, e l’impero poi, ne si faceva molto uso, per motivi estetici, in due modi: nel primo modo la si ritraeva da sola ed in quel caso significava semplicemente prosperità e benessere; nel secondo modo si trattava di una serie di svastiche, che indicavano il moto perpetuo, sempre con un’accezione positiva.
Non è raro, quindi, trovare costruzioni romane dove vengono raffigurate delle croci uncinate. Un esempio molto famoso è l’Ara Pacis di Augusto, a Roma, ma ve ne sono persino nel nostro territorio.
Andando a Toscolano Maderno, alla casa romana di Nonio Arrio, se ne possono trovare alcune sul pavimento.
Altre si possono vedere nel museo di Santa Giulia a Brescia.
I romani non l’avevano inventata o scoperta in qualche modo, bensi’
l’avevano presa dai greci, dai quali erano stati influenzati molto a livello culturale ed artistico; per gli ellenici la svastica aveva il nome di “gammadion”, poiché poteva essere composta facilmente da quattro lettere “gamma” maiuscole, ed aveva un uso prettamente ornamentale.
Si può quindi affermare con decisione che
la svastica non fu mai ideata per essere un simbolo portatore di idee razziste, totalitarie, e di una presunta (oltre che falsa) supremazia ariana, ma bensì di benessere, prosperità e positività assoluta.
Il tragico cambiamento ebbe le sue origini nel diciannovesimo secolo, a causa degli studi di Heinrich Schliemann.
Fu un archeologo tedesco importante, passato alla storia per la sua deduzione brillante, la quale si rivelò corretta. Egli pensò che l'Iliade avesse dei fondi di verità al suo interno e perciò decise di studiarla a fondo, tentando di ricostruire i viaggi compiuti dal protagonista.
Il poema Omerico lo portò a trovare la sua tappa finale, ovvero
la reale locazione della distrutta città di Troia, all’inizio degli anni ‘70 dell’800.
Durante gli scavi fra gli strati della città appena ritrovata furono rinvenuti oltre 1800 oggetti decorati da delle croci con le braccia piegate.
Subito la notizia del ritrovamento della città perduta fece il giro del mondo ed assieme ad essa esplose nuovamente la fama della croce uncinata in Occidente.
Da allora tornò nuovamente ad essere un simbolo utilizzato per la decorazione di tanti edifici. Assunse anche significati di fortuna e successo quando iniziò a venire utilizzato dalle squadre sportive, dai boy scout e, all’inizio del ventesimo secolo, anche da piloti di tutto il mondo, come portafortuna.
Un esempio citabile è Matilde Moisant, americana, pioniera del volo, conosciuta per essere stata la seconda donna negli Stati Uniti ad avere ricevuto la licenza di pilota, la quale portava sempre una spilla raffigurante una croce uncinata sul petto.
La svastica ebbe un
uso anche commerciale, tant’è che un brand famoso c
ome la “Coca-cola” ne fece uso in alcune sue campagne pubblicitarie. In Germania, però, le idee legate a questo simbolo furono molto differenti.
A quei tempi,
nel Secondo Reich tedesco, era in sviluppo un forte movimento nazionalista, il quale credeva nell’esistenza degli ariani, un’antica popolazione da cui i tedeschi discendevano direttamente.
Fra i suoi più grandi pensatori vi fu
Guido Von List, il quale
teorizzò che la svastica fosse proprio di derivazione ariana e ne suggeri’ l’uso per rappresentare l’intero movimento. In quegli stessi anni, Josef Lanz, ideatore del termine “ariosofia”, dopo un viaggio in India tornò con radicate convinzioni che la svastica fosse un simbolo di supremazia ariana.
Con tali presupposti, nel 1910, nacque la Società Thule, un’organizzazione estremamente razzista ed antisemita, rappresentata da una svastica racchiusa in un cerchio.
Dopo che Hitler entrò a farne parte nel 1919, si gettarono le basi affinché la svastica divenisse parte della bandiera del partito nazionalsocialista, che sarebbe nato di lì a poco.
Con la sua salita al potere e le efferatezze che commisero i suoi rappresentanti,
ogni uso positivo della croce uncinata ben presto scemò, assumendo significati di odio, razzismo e del peggior male immaginabile.
I popoli asiatici da allora, benché totalmente estranei agli avvenimenti, cominciarono a rappresentare la croce uncinata soltanto rivolta verso sinistra e mai verso destra, come invece fecero i nazisti.
Solo verso l’inizio del ventunesimo secolo la svastica riottenne qualche vaga traccia di riabilitazione per l’opinione del mondo intero.
Nel febbraio del 2008 ci fu un incontro a Gerusalemme fra il massimo rappresentante dell’ebraismo ed il massimo rappresentante dell’induismo, rispettivamente il Gran Rabbinato d’Israele e la Hindu Dharma Acharya Sabha, dove, fra le molte questioni discusse, vi fu quella della svastica.
Entrambe le parti furono d’accordo nell'affermare che si trattava di un antichissimo simbolo religioso usato da molte religioni, il cui impiego da parte del nazionalsocialismo fu completamente inappropriato.
Ci furono anche delle controversie, però.
Durante l’organizzazione delle Olimpiadi 2020 che si sarebbero svolte a Tokyo, le autorità locali si preoccuparono del fatto che la presenza di svastiche avrebbe potuto suscitare confusione e turbamento all’interno degli occidentali che sarebbero venuti in visita nel paese.
Per tal motivo consultarono la popolazione civile, chiedendo se fosse una scelta idonea quella di sostituire il simbolo su ogni cartina e guida turistica o no; la faccenda si risolse con un no da parte del popolo giapponese, proprio per la valenza religiosa che il manji possedeva.
E’ giusto che sia stato così: d’altronde vogliamo davvero che il nazionalsocialismo riesca ad avere anche questa piccola vittoria dopo quasi un secolo dalla sua fine?
Ovvero che un simbolo esistito per millenni, importante per un’infinità di popolazioni, diventi il suo marchio ufficiale?
Bance Djibril 4AM
Approfondimenti e fonti:
• Consciousjourneys, “Svastica significato ed origine del simbolo religioso indoeuropeo”: https://www.consciousjourneys.com/it/approfondimenti/cultura/svastica-significato-ed-origine-del-simbolo-religioso-indoeuropeo/
• Enciclopedia Dell’Olocausto, “Storia della Svastica”: https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/history-of-the-swastika
• Vassalli di Barbero, “Perchè Hitler Scelse la Svastica?”:
https://www.vassallidibarbero.it/2020/12/09/perche-hitler-scelse-la-svastica/
• Scripta Manent- Roberto Trizio, “Gli antichi romani usavano la svastica?”:
https://www.youtube.com/watch?v=hQbUdlHbvpU
• Beyond Ordinary Borders, "Perché il Giappone è PIENO di SVASTICHE”:
https://www.youtube.com/watch?v=Pzzxua4T4IY
• Vanilla Magazine, “La Svastica prima del Nazismo: Simbolo Universale di Pace e Benessere”:
https://www.youtube.com/watch?v=sfXfjp4gPjU&t=39s