Organo in restauro

Da lunedì prossimo, 3 settembre, l'organo della chiesa arcipretale di San Floriano di Storo non eserciterà più la sua normale attività. Per almeno tre mesi Messe e funzioni saranno eventualmente accompagnate da chitarre o pianole, dato che quest’imponente strumento musicale, di grande valore storico e artistico, dovrà essere revisionato.

L'intervento, eseguito della ditta Mascioni di Cuvio, nel varesotto, che lo aveva costruito nel 1952, comporterà una spesa di circa 72 mila euro.

Questo maestoso strumento a canne ha segnato i momenti solenni, quelli lieti e quelli tristi della vita della comunità: matrimoni, prime messe di giovani preti del posto, i solenni canti del Te Deum di fine anno, così come le celebrazioni funebri.

Negli ultimi settant'anni alla tastiera, dislocata appena al di sotto del pulpito, si sono avvicendati oltre al compianto Danilo Baratella anche altri giovani organisti, tra cui Renato Mezzi, il professore Gianfranco Demadonna, Simone Pezzarossi, Francesco Romele e ora Domenico Giovanelli.

“La cassa armonica – dicono i vari maestri – risale al 1665; fu poi ammodernata nel 1841 e vi rimase sino al 1924, dopo di chè la struttura venne sostituita con uno usato che suonò sino al 1952, anno in cui il compianto arciprete don Vigilio Flabbi lo sostituì con il nuovo (opera 677 della stessa Mascioni), spendendo allora qualcosa come tre milioni di lire, pari al valore di tre nuove case”.

In foto l'organista Domenico Giovanelli

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