28 Maggio 2011, 10.00
Pillole di Psicologia

La gratitudine

di Laura

La persona in grado di vivere la gratitudine apprezza ogni giorno che vive e che sente come un dono e non come un peso.

Ringraziare non è qualcosa che ha a che fare con l’inferiorità, non ci mette di fronte alle nostre incapacità, a ciò che non siamo in grado di avere o di fare da soli.
Al contrario, saper ringraziare ci innalza e ci eleva perché è una forma di riconoscenza che sgorga dal cuore.
A volte la gratitudine può sorgere d’improvviso, al termine di un periodo di difficoltà: a quel punto ci rendiamo conto di quanto il normale scorrere delle cose non sia ‘dovuto’, ma un’opportunità che siamo chiamati a valorizzare nel migliore dei modi.
 
A quel punto ogni singolo momento di vita comincia ad essere entusiasmante e se ne sente la preziosità, la sacralità, tale per cui anche le briciole non vanno sprecate.
La gratitudine può avere una forma personale, che è orientata verso una persona specifica ed un beneficio che questa ha arrecato, e una transpersonale, verso Dio, una Entità superiore, o il cosmo.
In tali istanti ci si sente in pace, fortunati, graziati.
 
Si tratta di una e vera e propria potenzialità che, secondo l’approccio della psicologia positiva, aiuta a vivere meglio.
Alcune ricerche hanno messo in evidenza che le persone particolarmente grate sono più propense ad effettuare regolarmente esercizio fisico, ad avere meno malesseri fisici, a valutare complessivamente bene la loro vita nell’insieme, ad essere più ottimiste per il futuro, a riportare più entusiasmo, determinazione, energia.
 
Le persone grate non sono prive di senso della realtà, ma valutano in modo più positivo il presente e il futuro.
Sono più responsabili, meno invidiosi, sono più aperte alle esperienze, estroverse, concilianti, meno nevrotiche.
La sua espressione può essere ostacolata dal fatto di sentirsi delle vittime passive, dal senso di inferiorità, dalla scarsa autoconsapevolezza e riflessione su di sé, dal narcisismo.
Questo porta a considerare ciò che compiono gli altri nei nostri confronti come qualcosa di dovuto e non come un dono, atteggiamento che impedisce la reciprocità.
 
La persona che non riesce a provare gratitudine spesso cade nell’invidia: quello che sento di non riuscire a possedere e che ritengo mi appartenga di diritto lo invidio.
E da qui attacchi spietati a ciò che si vorrebbe, ma non si riesce a conseguire, con grande dolore da ambo le parti.
 


Commenti:
ID9955 - 28/05/2011 14:19:55 - (sonia.c) - terribile l'invidia!

il silenzio dell'invidioso fà molto rumore....l'ho trovata su una bustina di zucchero..don milani diceva: deve essere grato chi dà....

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