Gli scienziati sostengono che il nostro universo ha un’età di circa quattordici miliardi di anni e noi, genere umano, di esso conosciamo oggi, sì e no il cinque per cento
Da: Filosofia futura... Per Parmenide, la conoscenza dell'essenza è in grado di rispondere completamente alla domanda se l'essenza sia: la conoscenza dell'essenza mostra che essa non è, è niente. Dopo Parmenide, per il pensiero occidentale l'essenza dell'essente che si manifesta nel mondo è un epamphoterizein (oscillazione) tra l'essere e il niente, è nel divenire, e "proprio per questo motivo" (ndr il tuo caso) non è più possibile, conoscendo l'essenza, sapere se essa esista o no. Proprio perché è nel divenire, l'essenza non è, "per sé stessa", ciò a cui conviene l'essere; si spoglia dello stesso significato esistenziale espresso dal suo etimo.
Infatti, l'"essentia" è una forma sostantivata del verbo "esse", come il termine greco "ousia" (che usualmente viene tradotto col termine "sostanza') è forma sostantivata del verbo "einai" (essere).
Ma, intesa come diveniente,l 'essentia diventa il semplice "che cos'è" dell'essente, la semplice possibilità, la semplice cosa possibile - e a sua volta l'ousia diventa l'essenza dell'essente sostanziale (anche se la parola ousia, "sostanza", viene usata sia per indicare il soggetto (l'intermedio) dell'oscillazione tra l'essere e il niente, sia tale soggetto quando la sua oscillazione si arresta (provvisoriamente) sulla sponda dell'essere, e di esso si può dire che è (ndr. tuo scritto.. "Alla fine dei mille passi il punto più visitato è il punto più importante).
La fede nell'esistenza del divenire non solo è fede nella separazione dell'essenza dall'esistenza, ma è la fede che, assumendo l'essente come oscillante tra l'essere e il niente, è spinta a concepire il soggetto dell'oscillazione come essenza possibile, come possibilità, cosa possibile, tentando, in questo modo, di pensare qualcosa che possa trovarsi altrettanto bene nell'essere e nel niente, e tentando di mascherare la circostanza che l'essenza è pur sempre un non niente, cioè è un essente (è e s rationis) e che quindi porla nel niente (quando essa non è) è porre l'essente nel niente, è porre l'essente "come" niente.
... A pagg. 280 281 di Filosofia Futura. A questo punto molto interessante uno sviluppo del tema sullo scheletro della metafisica di Kant del capitolo III del Libro II della Dialettica trascendentale che è intitolata: " Dell'impossibilità di una prova ontologica dell'esistenza di Dio", sempre in questo libro alle pagg. 237 a 279, sviluppo che non farebbe assolutamente male per comprendere cosa significhi per il pensiero occidentale gettare l'essenza dell'essere nel nulla.
Non è possibile comprendere i termini di "caso" e "legge" alla luce della scienza, alla luce della scienza sia il "caso" che la "legge" sono comunque dogmi, sono ciò che viene presupposto appunto.Come intelligentemente tu fai rilevare a proposito dell'astronomia di Galileo, la scienza che non si interroga filosoficamente è come uno che ha gamba ma non sa di poter camminare...
A questo punto concludo...
Ma se gli scienziati dicono che conosciamo il 5% significa e che conosciamo il 5 e che conosciamo il 100 non credi? Come potremmo mai dire altrimenti che conosciamo il 5%?
Oltre a quel 95, che conosciamo diversamente dal 5, interessante è, per la filosofia di questo che è sommo argomentare, sapere di quel 5 cosa realmente conosciamo. Conosciamo, e conoscere significa accordare il pensiero alla cosa pensata, che in linguaggio è l'azione portata dal verbo sul soggetto e in matematica è dell'equazione l'uguale, per cui in definitiva è identificare qualcosa a qualcosa d'altro, dicevo, interessante è comprendere se quei risultati raggiunti dalla conoscenza sono "vera" identificazione.
rispetto a quanto ho letto sopra, rispetto agli infiniti mondi possibili, chi ci dice che stiamo davvero vivendo quel mondo, quella manifestazione, che tu intelligentemente hai tracciato sugli assi cartesiani con una Y? anche questo non è cosa di poco conto. Insomma, se noi presupponiamo, o anche filosoficamente poniamo (però attenti che quando si pone filosoficamente non basta presupporre) che i mondi sono possibili, quale verità ci assicura che noi stiamo vivendo proprio quel mondo lì che tracciamo sull'asse delle Y? dunque la verità si trasforma in certezza e erroneamente noi pensiamo di conoscere il 5%, perché, mi ripeto, cosa identifica quel conoscere con la cosa conosciuta una volta che tramontino le verità di quei filosofi che non volevano stare ad ascoltare Galileo? Perché non è semplice detto che Scienza si sia affrancata dalla superstizione, anzi, è proprio il contrario. Scienza nella superstizione
assoluta domina il mondo, non credete?
Non ti ho mostrato da dove derivi questa trasformazione della verità in certezza? Dalla fede nel divenire dell'essenza che da esistenza si "può" (surrettiziamente, ma con una giustificazione che deriva dal bisogno di liberarsi dal tremendum o sacro) conoscere come il "nulla". Ma l'essenza esiste, che non esiste è il nulla come momento del significato assolutamente insignificante di nulla. (Vedere mio articolo ultimo a proposito)
Sono concentrato a leggere i suoi articoli Dru, infatti dico quello che dico seguendo il suo discorso. Se ho inteso quanto lei scrive e rispetto alla mia esperienza, ritengo appunto che la conoscenza è il dir qualcosa intorno qualcosa, più o meno è quello che dice lei, e che dicono i filosofi quando parlano della conoscenza. Se il realismo pretende dire l'essenza del qualcosa di quel dire, oggi l'ermeneutica dice l'essenza del dire qualcosa di quel qualcosa, riducendo la conoscenza nella logica prima con il positivismo e identificando il dir qualcosa a quel qualcosa (o ogetto) a cui i realisti si riferiscono, identificazione della parola all'essere insomma contro identificazione della ragione al mondo. Quindi, tornando alle parole de Lostraniero, questa scienza, che indaga il mondo secondo l'idealismo, in realtà indaga la parola e la sua logica e con questa materia produce il mondo.
esatto
dato che al contrario della sua terribile mamma ,ama molto i numeri,mi ha detto:non potevi farmi nascere in un altro anno e giorno? ma Andrè! non saresti nato tù! ma un altro bambino..a bè! allora è meglio cosi! mi ha risposto..si caro ..meglio cosi! baci a Lostraniero.
halleluja di k.d.lang ,live in canada, strepitosa. ti piacerà.ciao.
hai ragione sule università..non che io ne sappia qualcosa direttamente ,ma mi è sato detto da chi ci studia e frequenta gli studenti. anche io ho avuto qualche esperienza conoscenza con queste persone e mi si è sfatato un "mito"..no.la cultura non ti apre la mente.non sempre..dipende dal "tipo" di cultura e studio..e anche come fanno studiare oggi! sembra (quasi)come il corso di scuola guida ihih memorizzi tonnellate di libri (dopo unmese dale patenti non ricordi più una cippa!)ma..non hai imparato a pensare.."complesso".. ma hai azzeccato:sudiosi o no,il problema è sempre quello..non vogliono guardare e,ammesso che guardino,non è detto che vedano....ho regalato la Boètyè ad un ragazzo. è andato in estasi..ma non si è ricomosciuto..ci vuole tempo ancora..
forse non sai, ma credo tu lo sappia, che in Italia la scuola non è fatta per gli studenti, ma solo per alcune categorie di persone. E' da anni che è così, da molti decenni. Ciò ha tracciato il declino del nostro Paese, sempre più inclinato verso il basso. Se nonostante ciò alcuni studenti riescono a emergere in superficie, sono costretti poi a fuggire all'estero. Cara Sonia, questi nostri dirigenti (quelli che fanno le scelte) non hanno capito niente oppure sono in malafede.
ma la gente,"c'è"? o "ci fà"? sopratutto per quanto riguarda le istituzioni..l'Italia è davvero un paese "arretrato" ..o forse si è "seduto sugli allori" e sul patrimonio culturale antico..DOVE sono i nuovi mentori,filosofi ecc?i GRANDI uomini con la "U" maiuscola? ( bè! con uno ci stò dialogando...non tutto è perduto allora..ihih)per non parlare dei politici..perchè fra le tante colpe che hanno,una in particolare è TROPPO grave:l'abissale ignoranza!..RI-BACI
sfacciatamente esibita e pateticamente cammuffata da "pensiero"..addirittura "originale e non "omologato" cosa c'è di più omologato,vecchio,dejavù della paura? della rigidità mentale che nasce dalla paura? cosa c'è di più "unico" del pensiero unico che nasce dalla nevrosi?quando leggo gli antichi(anche non troppo antichi)e vedo che tutto è stato detto e ridetto,mi chiedo se ,questa "ingenuità "nello di stupirsi di fronte alla dualità eterna della natura umana:il suo desiderio insopprimibile di libertà...e la paura(ancora più profonda) che la libertà scatena,non siano in fondo una fortuna! una ,necessarissima "utopia"(che per mè è fiducia-positività) senza fiducia non si va avanti... teniamo duro.
oggi 21 marzo,giornata mondiale dela poesia e compleanno di Alda Merini. auguri al poeta Lostraniero..(non sono "ferrata" sulla poesia ma...grazie a tè guardo molto diversamente le nuvole.. "i poeti lavorano di notte":i poeti lavorano di notte quando il tempo non urge su di loro,quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore. i poeti lavorano nel buio come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto e temono di offendere Iddio.ma i poeti, nel loro silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle.A.Merini.
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ID56319 - 13/03/2015 09:20:20 - (sonia.c) - HALLELUJA! sei tornato!
GRAZIE...ihih ti leggo stasera ..