Sindaci gardesani: mozione «atto di mero indirizzo»

I sindaci del Garda non hanno gradito l’approvazione della mozione Sarnico che detta nuove linee di indirizzo all’Ato per quanto riguarda i progetti di depurazione: in particolare “che gli impianti consortili di depurazione siano localizzati nelle aree territoriali dei comuni afferenti all’impianto stesso”.

E in una lettera al presidente della Provincia Alghisi e per conoscenza al presidente dell’Ato Brescia e di Acque Bresciane, sottoscritta dal presidente dell’Associazione temporanea di scopo” Garda Ambiente”, il sindaco veronese Giovanni Peretti e dal vicepresidente Giampiero Cipani, Sindaco di Salò, a nome dei primi cittadini gardesani, manifestano tutto il loro “disappunto e rammarico”.

Lo fanno evidenziando cinque punti:

«1.   Anche se il documento di cui trattasi non ha carattere impositivo ma intende prescrivere solo linee generali di indirizzo, esprimiamo dubbi sulla sua valenza e ammissibilità giuridiche anche e soprattutto alla luce di quanto affermato dall'Avvocatura e dalla Segreteria generale della Provincia.

2. Riteniamo che, mentre sia compito delle Istituzioni politiche delineare gli interventi da compiere e stabilirne le priorità, sia invece compito dei tecnici e degli esperti individuarne la localizzazione e le migliori compatibilità economiche e ambientali.

3. Consideriamo pertanto la mozione in oggetto un atto di mero indirizzo di carattere generale in merito alle infrastrutture di depurazione, senza alcun effetto "cassativo" del progetto concernente l'area del Garda, già finanziato ed assentito dal Ministero dell'Ambiente e dall'Università di Brescia e fatto proprio dall'Azienda Speciale Ufficio d'Ambito di Brescia e dalla Società Acque Bresciane.

4. Consideriamo altresì una inutile perdita di tempo quanto previsto dalla mozione in ordine ai sei mesi entro i quali "il proponente dovrà individuare nuovi scenari di localizzazione sulla base dell'indirizzo strategico", alla luce dell'urgenza dell'intervento e dell'attualità di un potenziale gravissimo e irreparabile danno al patrimonio idrico gardesano e nazionale.

5. Ribadiamo che il compito della Politica è quello di decidere e di assumere la responsabilità che ogni scelta di carattere strategico comporta».

Infine, «Auspichiamo pertanto che quanto prima venga avviato l'iter amministrativo e procedurale del progetto in itinere, riservandoci di contrastare nelle sedi opportune ogni colpevole ritardo».

Forse varrebbe la pena precisare ai sindaci gardesani che i 60 sindaci bresciani che avevano manifestato la loro contrarietà al progetto in sede Ato, lo avevano fatto proprio partendo dagli studi tecnici che mettevano in luce tutte le incongruenze del progetto: in particolare, non risolveva i problemi del lago, era enormemente dispendioso, illogico dal punto di vista tecnico (pompare i reflui delle fogne in salita per un dislivello di 80 metri), dannoso per fiume Chiese.

Va aggiunto che il Consiglio provinciale ha votato la mozione proprio per evitare l’avvio di un procedimento giudiziario per contrastare il progetto sul Chiese (con inevitabile perdita di tempo).

L’auspicio che era scaturito a seguito della mozione era che i Comuni gardesani cominciassero ad occuparsi del loro territorio nel loro territorio. Al riguardo, troveranno tutto il sostegno di enti e istituzioni di cui avranno bisogno. Gli studi al riguardo sono già pronti. La strada ormai è segnata: se ne facciano una ragione!