La medicina di prossimità

L’emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19, ha rimarcato che la “sanità di territorio” è una dimensione fondamentale dell’assetto più generale dei servizi alla persona.

Il legislatore nazionale e regionale, attraverso diversi interventi, ha cercato, nel corso degli anni, di disegnare un’organizzazione territoriale della sanità ispirata ad azioni di prevenzione, presa in carico, cura, riabilitazione e monitoraggio. Questi strumenti normativi e regolamentari si sono succeduti non sempre con armoniosa disposizione e con coerente sviluppo, producendo situazioni molti diverse da regione a regione.

Oggi, nel tentativo di immaginare nuovi percorsi della sanità di territorio, un aspetto importante dal quale partire è la riorganizzazione dei servizi e, insieme, il nuovo ruolo che potrebbe essere assegnato agli attori delle cure primarie, dal medico di famiglia agli altri professionisti del socio-sanitario.

Da più parti emerge la necessità di cambiare le modalità tramite le quali il cittadino usufruisce dei servizi e delle prestazioni socio-sanitarie offerte dal sistema sanitario nazionale (SSN), riducendo, laddove possibile, la necessità di lunghi spostamenti verso i centri di erogazione, e accelerando la graduale de-ospedalizzazione degli interventi (es. terapie per patologie croniche, diagnostica strumentale, esami di laboratorio) che possono essere gestiti nelle specifiche aree di residenza dei pazienti.

Si tratta di avvicinare i servizi al cittadino (e non viceversa), rilanciando una medicina di prossimità che già oggi può contare su una pluralità di professionalità (medici di medicina generale, infermieri di comunità, pediatri di libera scelta, ambulatori, operatori socio-sanitari) che vanno stimolate e coordinate nelle loro reciproche relazioni e competenze, e che vanno inserite in un disegno organizzativo chiaro da presentare ai soggetti del territorio (es. amministratori locali, organizzazioni di volontariato, soggetti del privato sociale, cittadini) che se ne possono servire e/o diventarne parte attiva.

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