Un nuovo museo, Sabbio riscopre i suoi stampatori

Nella serata di lunedì 14 novembre presso la sala consiliare del comune di Sabbio Chiese è stato presentato il progetto per il nuovo “Museo degli stampatori da Sabbio” che nascerà nel cuore del centro storico del paese, in via Parrocchiale, dove tra pochi giorni inizieranno i lavori.

Per l’occasione sono intervenuti il sindaco di Sabbio Onorio Luscia, l’assessore alla Vultura Claudio Ferremi, lo storico Alfredo Bonomi, la storica dell’arte Michela Valotti, gli architetti Luca Tugnoli, Chiara Tonni e Francesca Vecchia, il docente Massimo Tantardini e Andrea Crescini dell’Ateneo di Salò.

Oltre 400.000 euro di budget: 150.000 euro di finanziamenti da Regione Lombardia, 100.000 euro dal bilancio 2021 per immobili comunali, e altri contributi permetteranno la realizzazione di questo progetto culturale.

«Quando si parla di stampatori» spiega Alfredo Bonomi «non si parla di un’attività di mero artigianato: per stampare bisogna conoscere la tecnica, conoscere la cultura, per vendere bisogna conoscere i mercati. Gli stampatori da Sabbio non erano dunque semplici artigiani, erano personalità; personaggi che dalla fine del 1400 fino alla meta del 1600 portarono ad un rinascimento Sabbiense durato per circa 150 anni e che fu una vera e propria rivoluzione come oggi lo è la digitalizzazione.»

Una realtà viva e operante come si legge da una fonte del 1616: «Sabbio è pieno d’huomini sottilissimi, gli quali han per propria e connatural professione il Mestier delle Stamperie de i libri, nel cui essercitio s’impiegano da putti piccioli, e se ne trovano fin fuori d’Italia, gli quali eccellentemente pratticando ogni lingua, e ogni natione, si fanno celebri, e cari a tutti i litterati del mondo».

Nicolini, Gelmini, Bericchia, Baruzzi e Pellizzari sono solo alcuni che da Sabbio stampavano per città come Venezia, Ferrara, Roma, Cremona fino ad arrivare a Francoforte, Salamanca e Città del Messico.

Quale tipo di museo? Questa è una delle sfide che il progetto ha deciso di affrontare: dare vita ad una nuova idea di museo ispirandosi a quella delineata dall’Icom, l’International Council of Museums tenutosi questo agosto a Praga.

Un museo aperto al pubblico accessibile ed inclusivo, vissuto dalla comunità come laboratorio di cittadinanza e promotore di un risveglio culturale.

Per la creazione del logo c'è stato un lavoro di ricerca a cui hanno partecipato oltre 200 studenti dell’accademia di belle arti Santa Giulia di Brescia. Attraverso lo studio delle marche tipografiche degli stampatori da Sabbio si è giunti alla creazione di un logo che, attraverso forma e colore, potesse renderne la storia.

L’immobile destinato ad ospitare il progetto è un fabbricato di tre piani che si affaccia direttamente su via Parrocchiale, con corte privata all’interno. Il locale verrà ristrutturato e riqualificato. L’idea di un museo aperto al pubblico sarà resa dalla facciata con ampie vetrate.

A concludere l'incontro è l'Ateneo di Salò che ha colto l'occasione per donare al nuovo museo, un libro stampato da Comin Ventura (da Sabbio), stampatore ufficiale del comune di Bergamo verso il 1576 e figura al centro di un progetto che vede uniti gli atenei di Bergamo, Brescia e Salò.

L'opera in questione sono le prediche di Fra Mattia Bellintani tenute nel Duomo di Milano, in occasione della Pasqua del 1597.