Il fatto non sussiste

A finire nel tritacarne giudiziario, oltre che mediatico, erano stati Roberto Montini, il figlio Nicholas, Rudi Tonni, Floriano Borra, Angelo Carugati e Maurizio Visinoni.

Ieri il castello di accuse è crollato.
Dopo cinque anni, quelle persone finite sotto inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale e che in conferenza stampa vennero definite dagli inquirenti «soggetti più pericolosi dei narcotrafficanti», ieri sono state assolte con formula piena: «perché il fatto non sussiste».

Nel corso del processo, già a maggio del 2019, era emersa una verità ben diversa da quella prospettata inizialmente dagli inquirenti.
Tanto che a chiedere l’assoluzione in aula è stato ieri lo stesso pubblico ministero, Teodoro Catananti: «L’istruttoria non ha consentito di far emergere elementi di prova, perché sono mancati accertamenti sui materiali che entravano nelle acciaierie e perché l’incompletezza nella fase delle indagini non ha permesso di arrivare a certezze. Ci sono troppi buchi logici» ha spiegato.

«Gente è finita in carcere, società sono state sequestrate per un’inchiesta costruita con il copia e incolla da altre indagini» ha detto nel corso della discussione l’avvocato Andrea Puccio, legale della famiglia Montini.

«Non ci sono mai state le prove in merito alle contestazioni mosse dalla Procura e in aula abbiamo ascoltato testimoni che hanno raccontato l’esatto opposto di quanto era stato contestato.
Tutti hanno negato la presenza di rifiuti pericolosi» ha aggiunto il legale che poi ha condiviso con i difensori degli altri imputati la soddisfazione per l’esito del processo.

«Siamo estremamente soddisfatti del risultato ottenuto. La sentenza di assoluzione per tutte le persone fisiche e per le società è il giusto epilogo di questa lunga e tormentata vicenda processuale».

«Ho fatto più di un mese in carcere, nove ai domiciliari. Questa inchiesta mi ha rovinato la vita - è stato il primo commento di Roberto Montini - . Ancora oggi mi chiedo cosa siano venuti a cercare in azienda e perché sono stato arrestato».