26 Novembre 2020, 05.41
Scuola

Quando i nodi vengono al pettine

di red.

Grandi difficoltà in questi giorni alle Medie di Vobarno. A rimetterci soprattutto i ragazzini che avrebbero bisogno di maggior sostegno. Ecco la lettera accorata degli insegnanti rivolta agli amministratori vobarnesi, alla preside e ai genitori


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E’ indirizzata agli amministratori comunali di Vobarno, alla dirigente scolastica e ai rappresentati dei genitori, la lettera sottoscritta da una trentina di insegnanti delle Medie, preoccupati per il fatto di non riuscire a garantire un minimo di didattica e di serenità ai loro alunni, soprattutto a quelli che si trovano in maggior difficoltà.

Eccola:
Oggetto: Richiesta di spazi per la didattica
In questo difficile momento per il nostro Paese e per la nostra scuola, noi, docenti della scuola secondaria "A. Migliavacca" di Vobarno, stiamo vivendo una situazione particolarmente faticosa.
Innanzitutto l’edificio indicato comunemente come ex-Itis non ha locali sufficienti: gli spazi bastano a malapena per le classi prime e per lo svolgimento solo di alcune lezioni individuali dell’indirizzo musicale rendendo di fatto impossibile, anche in futuro, in periodo non emergenziale, lo svolgimento della musica d’insieme (orchestra).

Mancano inoltre:
- uno spazio che permetta di accogliere per il collegamento on line i docenti che devono svolgere lezioni sia in presenza che a distanza (per le classi seconde e terze);
- uno spazio per chi svolge l’ora alternativa alla religione cattolica;
- uno spazio per poter svolgere scienze motorie (il docente è costretto a insegnare solo teoria);
- uno spazio per la ricreazione, unico momento di svago per gli alunni;
- uno spazio destinato esclusivamente alle attività di sostegno e non, come ora, da condividere con i colleghi dell’indirizzo musicale.

Questa situazione, oltre a questi disagi,
ci procura un ulteriore grande rammarico, poiché non ci permette di mettere in atto quanto previsto dall’ultimo DPCM, entrato in vigore il 6 novembre e valido fino al 3 dicembre 2020, che recita: “Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia richiesto l’uso di laboratori o sia necessaria in ragione della situazione di disabilità dei soggetti coinvolti e in caso di disturbi specifici di apprendimento e di altri bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.

Sappiamo che l’amministrazione sta lavorando
per trovare un luogo adatto e sicuro per il ritorno a scuola di tutte le nostre classi, ritorno che noi ci auguriamo possa avvenire il più presto possibile, poiché siamo consapevoli delle criticità della didattica a distanza.
Tuttavia sorge l’interrogativo: nel frattempo come possiamo fare?
Come possiamo dare la possibilità di frequentare le lezioni agli alunni che hanno una qualsivoglia fragilità o che hanno evidenziato problemi di connessione e mancanza di dispositivi, nonostante l’attenta distribuzione di strumenti che la scuola ha fatto?

La sospensione della didattica in presenza legata al lockdown dello scorso anno scolastico ci ha fatto toccare con mano che la mancanza di un contatto diretto con i docenti si ripercuote in modo negativo su tutti gli alunni, ma in particolare su chi incontra difficoltà a causa di disturbi dell’apprendimento, sugli alunni che non possono contare su un supporto da parte della famiglia nella gestione del lavoro scolastico o su quanti vivono situazioni familiari problematiche.
Le disposizioni dell’ultimo Dpcm tengono in considerazione proprio questi aspetti.

Non si tratta di un capriccio.
Si tratta di un dovere morale e professionale che attiene alla figura del docente, il cui compito è di non lasciare mai indietro nessuno e, soprattutto nella scuola dell’obbligo, di dare ad ognuno le possibilità e i mezzi per crescere con consapevolezza e costruire il proprio dignitoso ed onesto progetto di vita.

La manifestazione del nostro malessere, lungi dal voler accendere inutili polemiche, nasce dalla convinzione che solo provando a far presenti le difficoltà, queste ultime possano essere risolte, con il contributo di tutti i soggetti coinvolti, ognuno nel solco delle proprie competenze e delle proprie responsabilità.

Abbiamo dunque bisogno subito di:
- un luogo dove poter svolgere il nostro lavoro con piccoli gruppi di alunni;
- un luogo dotato della strumentazione per collegarci in video lezione con le classi per le quali è prevista la DAD.
Queste sono le priorità.

I primi giorni successivi al trasloco
hanno evidenziato senza margine di dubbio parecchie difficoltà che ci fanno dire: non siamo nelle condizioni di lavorare come dovremmo e di certo rischiamo di non tutelare il diritto allo studio proprio dei nostri alunni più fragili.
Fiduciosi in una celere risoluzione del problema da parte Vostra, porgiamo distinti saluti.

Vobarno, 17 novembre 2020





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