Disegni sui banchi: arte o atti vandalici?

Tutti, vedendo queste opere d’arte racchiuse in una camera, potrebbero dire: ”Perché non le fanno vedere in posti frequentati da tantissime persone, invece di lasciarle in un angolo a fare la muffa?”.

La risposta più logica sarebbe quella di pensare che siano timide, nonostante abbiano un profilo di Instagram o pubblico o privato, quindi è una loro scelta quella di mettere i loro disegni su Internet o no.

Molte persone vorrebbero metterli in rete, ma hanno paura del giudizio degli altri, avendo loro il controllo del profilo.
Iniziano a disegnare sui banchi, così da non ascoltare le critiche perché sono fuori da scuola o in un’altra classe.

Ma cosa ha iniziato la “moda” di imbrattare i muri?
Semplice. Come disegnare sui banchi per fare vedere la propria arte, altre persone hanno iniziato a fare la propria arte su supporti che la gente avrebbe visto molto più frequentemente. Purtroppo, una volta conclusa la scuola, quelle arti vengono cancellate, trascurate dal mondo e diventano un ricordo lontano senza speranza di essere riconosciute.
Così giovani artisti iniziarono a disegnare sui muri monotoni, spogli, però con disegni che potrebbero sembrare superficiali, piuttosto che vere e proprie opere d’arte.  

Questi disegni potrebbero non piacere e quindi condurre qualcuno a lamentarsi, arrabbiarsi e ad imbiancare di nuovo il muro. Perciò sarebbe meglio avere un viale o un posto pieno di muri in cui questi artisti di strada possano dare sfogo alla propria arte e fantasia.
Allo stesso modo penso che ogni persona dovrebbe poter dare sfogo alla propria arte anche a scuola e se questo volesse dire disegnare sui banchi, vuol dire che lo faremo!

Tanti ragazzi hanno un talento che non hanno il coraggio di mostrare, facendo questo danno sfogo alla loro fantasia, il loro impegno per fare disegni bellissimi in un banco bianco e triste, solo per dare colore ad aule monotone.

Quindi direi che i disegni sui banchi non sono atti di vandalismo, ma vera e propria arte: più sono complessi e più sono belli da vedere.

Lidia Guglielmino

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