29 Gennaio 2022, 14.18
Provincia
Confindustria Brescia

Made in Brescia, i giovani chiave del successo delle imprese post pandemia

di red.

Tra i risultati emersi dall'analisi, le imprese “Resilienti” hanno un’alta quota di forza lavoro giovane rispetto a quelle “In Ritardo” (62% contro il 45%), mentre le tecnologie 4.0 sono più diffuse tra le realtà “Profittevoli” (60%)


La centralità dei giovani in azienda rappresenta un elemento sempre più importante nelle imprese di successo del Made in Brescia. Accanto ad esso, gli ulteriori fattori in grado di proiettare le realtà manifatturiere della provincia oltre la pandemia sono rappresentati, in particolare, da flessibilità, efficienza, 4.0 e internazionalizzazione.

A evidenziarlo è un’analisi delle performance economiche delle aziende bresciane nel 2020, lette alla luce del loro posizionamento strategico rilevato nel periodo immediatamente precedente alla pandemia. L’iniziativa è stata condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia e dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, facendo seguito alla ricerca congiunta “Indagine sul manifatturiero bresciano”, presentata nell’ottobre 2019.

In particolare, lo studio ha preso in considerazione le stesse realtà aziendali coinvolte nel 2019: complessivamente gli operatori esaminati sono 196, che danno lavoro a circa 14 mila addetti e hanno fatturato nel 2020 4,4 miliardi di euro. Il campione risulta fortemente orientato sulle imprese di piccole dimensioni, che costituiscono il 67% del totale. La composizione settoriale vede la prevalenza dei comparti metalmeccanici che, in termini occupazionali, incidono per i due terzi del panel, in coerenza con la specializzazione produttiva dell’industria locale.

La ricerca ha dapprima individuato quattro profilli aziendali, identificati attraverso il confronto tra la performance di ogni singola impresa in termini di variazione del fatturato (2020 vs 2019) e livello di marginalità (EBITDA margin 2020) rispetto all’evoluzione a livello nazionale del settore e della classe dimensionale di appartenenza. I quattro cluster possono essere così definiti:

- Resilienti: imprese con una dinamica dei ricavi e un livello di marginalità entrambi superiori al dato nazionale;

- Dinamiche: imprese con una dinamica dei ricavi superiore al dato nazionale e, allo stesso tempo, con un livello di marginalità inferiore;

- Profittevoli: imprese con un livello di marginalità superiore al dato nazionale e, allo stesso tempo, con una dinamica dei ricavi inferiore;

- In Ritardo: imprese con una dinamica dei ricavi e un livello di marginalità entrambi inferiori al dato nazionale.

Tra i principali risultati emersi dallo studio,
i vantaggi competitivi rilevati nel 2019 che meglio giustificherebbero la migliore performance delle imprese Resilienti da quelle In Ritardo sarebbero da ricercare nella flessibilità, nell’efficienza e nell’innovazione organizzativa.  Per contro, il fattore prezzo sarebbe individuato come leva competitiva per le imprese In Ritardo. Sempre in tale contesto, le aziende Profittevoli risulterebbero più innovative ed efficienti rispetto alle Dinamiche, che invece si caratterizzerebbero per una maggiore flessibilità, unita a una strategia volta al contenimento dei prezzi di vendita.

Le imprese Resilienti emergono poi come le più orientate a una personalizzazione dei prodotti rispetto agli altri profili presi in considerazione, seguite, a breve distanza, dalle Profittevoli. Tali cluster si caratterizzano inoltre per una più intensa presenza al proprio interno di realtà con una gamma di prodotti personalizzati che supera il 70% dell’offerta complessiva.

Il canale estero si conferma particolarmente premiante: la cosiddetta “export propensity” (quota delle esportazioni sul totale del fatturato) nelle aziende Resilienti si attesta al 58%, contro il 39% di quelle In Ritardo. Va poi sottolineato come la presenza sui mercati esteri risulti premiante se esercitata in modo intenso: ciò garantirebbe un maggiore presidio e una più elevata diversificazione degli sbocchi commerciali.

L’indagine ha inoltre certificato l’importante ruolo dei giovani nelle realtà più performanti: le imprese Resilienti si connotano per un’alta quota di forza lavoro giovane rispetto a quelle In Ritardo (62% contro il 45%). La relazione alla base di tale evidenza può essere letta da due prospettive fra loro complementari: da un lato, i giovani possono essere considerati una forza propulsiva per la crescita aziendale, dall’altro, le imprese più virtuose tendono necessariamente ad assumere forza lavoro giovane, in grado di garantire loro dinamicità e competitività. Emerge poi che le Resilienti siano maggiormente guidate da amministratori giovani (19%) rispetto a quelle In Ritardo (16%). Tutto ciò si riverbera nel passaggio generazionale: le imprese Resilienti sembrerebbero meno coinvolte in questo momento tipicamente molto delicato nella vita dell’azienda; il 55% non dovrà infatti affrontare nel quinquennio in corso questa transizione, contro il 41% degli operatori In Ritardo.

Da ultimo, la ricerca ha evidenziato come la diffusione delle tecnologie 4.0 sia più elevata nelle imprese Profittevoli (60%), rispetto alle Resilienti (51%), a quelle In Ritardo (47%) e alle Dinamiche (32%): tale risultato suggerisce che gli investimenti nel 4.0, almeno nei primi anni di adozione, favorirebbero maggiormente la marginalità aziendale piuttosto che le vendite, grazie all’efficientamento dei processi e all’innalzamento della produttività.
 
Franco Gussalli Beretta, Presidente Confindustria Brescia: “La collaborazione tra Confindustria Brescia e Intesa Sanpaolo, già avviata nel 2019 con l’“Indagine sul Manifatturiero Bresciano”, prosegue con un’importante implementazione della stessa ricerca, che ha voluto analizzare – in particolare – punti di forza ed eventuali criticità delle nostre realtà manifatturiere alla luce della pandemia. Ne emerge un quadro chiaro e significativo: tra le varie evidenze, spicca il ruolo cruciale ricoperto dai giovani nel nostro ambiente imprenditoriale, e quindi la necessità di continuare a lavorare sul rapporto tra scuola e aziende. Un discorso analogo vale per il tema dell’innovazione: il 4.0 si conferma un importante driver per la redditività delle aziende, ed è necessario che tale paradigma diventi di uso comune anche nelle realtà più piccole, che nella ricerca del 2019 risultavano più arretrate su tale versante. Sotto questo profilo, fondamentale sarà a Brescia il supporto di InnexHUB e del CSMT, così come quello di tutte le sempre più valide e numerose realtà del territorio che operano nel mondo digitale. Infine, voglio sottolineare ancora una volta come le imprese della nostra provincia si caratterizzino per la capacità di offrire un prodotto personalizzato, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti anche – e soprattutto – in un momento di stress come quello vissuto nel 2020. Una peculiarità resa possibile dalla sintesi tra un’efficiente organizzazione aziendale e la capacità di “saper fare”, che da sempre caratterizza il Made in Brescia.”
 
Marco Franco Nava, Direttore Regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo: “I dati ci confermano la forza del tessuto economico bresciano, che nel pieno della pandemia si è dimostrato resiliente e reattivo di fronte alla crisi generata dall’emergenza sanitaria puntando su forza lavoro giovane, efficienza, flessibilità e personalizzazione delle produzioni. Sono state premianti la presenza di una filiera corta e radicata a livello locale e la buona propensione all’export che nel 2021 era già ben oltre i livelli del 2019. Nonostante le nuove sfide derivanti dai rincari delle materie prime e dal protrarsi della pandemia, le imprese bresciane hanno le carte in regola per continuare a competere con successo in Italia e sui mercati internazionali. È fondamentale in questa fase preservare l’intera filiera, obiettivo condiviso anche dal nostro Programma Sviluppo Filiere che ne coinvolge in Lombardia circa 200 con 4.200 fornitori e un giro d’affari complessivo di oltre 23 miliardi di euro. Transizione tecnologica, digitalizzazione, partnership qualificate, internazionalizzazione, investimenti in formazione e capitale umano sono le principali sfide per le imprese bresciane e Intesa Sanpaolo è pronta ad accompagnarle anche per cogliere le grandi opportunità del PNRR ”.
 



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