Applausi e commozione per «Qualcuno volò sul nido del cuculo»

Applausi e commozione per “Qualcuno volò sul nido del cuculo” al Teatro Sociale di Brescia, in replica fino a domenica.

Il tema della follia è argomento complesso e non facile da trattare. Il rischio è di cadere nello stereotipo o al contrario quello di essere troppo tecnici. Con eleganza e maestria questo spettacolo riesce a proporre l'argomento in modo intelligente, fruibile ed emotivamente intenso allo stesso tempo.

Tratto dal libro a cui si ispirò anche il film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” lo spettacolo fa capire come la gestione dei manicomi generasse a sua volta follia, creando un ambente chiuso e slegato dal mondo esterno dove erano gli stessi pazienti ad “auto imprigionarsi” per paura di quello che c'è fuori.

Emblematica è la figura della suora che gestisce il reparto tenendo di fatto segregati sia fisicamente ma soprattutto psicologicamente i pazienti facendoli sentire inadatti alla vita sociale.

Un mondo a sé dove follia genera follia, dove aggressività ed impulsività venivano trattati con elettroshock o lobotomia, dove non veniva riconosciuta nessuna dignità alla persona.

I personaggi dello spettacolo hanno tic e atteggiamenti diversi che li rende riconducibili alle principali patologie psichiatriche, con un movimento continuo sulla scena ed inarrestabile.

All'inizio questo movimento ininterrotto sembra quasi disturbare lo spettatore ma poi ci si abitua e il tutto sembra normale e non ci si fa più caso, diventa lo sfondo naturale alla vicenda. Questa cosa mi fa subito pensare a come ci si abitui velocemente a tutto, si smetta di farsi domande e quasi ci rassicuri il vedere rinchiusi, e quindi non dover vedere, queste persone che ci spaventano perché non “controllabili”, perché non ligi alle regole e non conformi allo standard che la società impone.

Lo spettacolo riesce a trasmettere benissimo questa sensazione, a raccontare come veniva gestita la malattia mentale e come venisse annullata la dignità e le pulsioni umane dei pazienti.

L'arrivo di Dario nel manicomio, mandato lì in quanto piccolo delinquente che finge disturbi psichici per sfuggire alla prigione, porta il mondo esterno dentro al manicomio e destabilizza l'ordine costituito. Questo è inaccettabile e porta la suora ad arrivare alla tecnica della lobotomia per annullarlo completamente. Nonostante la quantità di personaggi che animano il reparto risalta la grande solitudine di ognuno di essi, dove le storie personali vengono utilizzate per ridicolizzarli, umiliarli e soggiogarli.

Quasi tre ore di spettacolo che corrono veloci grazie alla straordinaria bravura degli attori ed alla sapiente regia. Applausi lunghi ed intensi a fine esibizione per sciogliere la tensione e rendere merito alla compagnia. Uno spettacolo da non perdere assolutamente.

Sarà in scena fino a domenica pomeriggio al Teatro Sociale di Brescia. Ne uscirete arricchiti.

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