«Geocache» internazionale sulla Gavardina

Venerdì 2 agosto, Prevalle, ore 21, la serata prende a imbrunirsi caldamente, gli ultimi partecipanti alla gara podistica sfilano dalla campagna verso l’arrivo di Piazza del Comune.

Sul cavalcavia della SS45bis, proprio all’imbocco della ciclo-pedonale Gavardina staziona l’autovettura degli Agenti della Polizia Locale, in servizio per la manifestazione podistica.
Normale, la posizione è strategica e permette di agevolare il passaggio dei podisti all’intersezione di diverse strade.

Ma… gli agenti, armati di pila, stanno ispezionando gli alberi che costeggiano il Navilglio, evidentemente alla ricerca di qualcuno o più probabilmente di qualcosa. 
La curiosità si accompagna al senso di voler dare una mano, se necessario e opportuno.

Così il vicecomandante e l’agente spiegano che era da poco pervenuta all’Ufficio di Polizia Locale Comunale la segnalazione di strani movimenti intorno ad uno di quegli alberi sulla riva del Naviglio e che in diverse occasioni erano state viste persone armeggiare in modo bizzarro intorno al tronco.

La segnalazione è attendibile e circostanziata, il controllo si impone e consente agli agenti di ritrovare, conficcato nell’esile tronco, quella che a prima vista sembra una provetta di plastica.
Ben agganciata ad un supporto infisso nel legno il tubo di plastica presenta qualche scritta in inglese e un logo poco comprensibile.

Il bizzarro ritrovamento fa correre subito a pensieri diversi: che si tratti di materiale pericoloso, magari tossico, o infetto.
L’apparenza mette in luce qualche somiglianza con provette ospedaliere o di qualche laboratorio…

Le scritte in inglese non dicono nulla, di primo acchito… il contenuto sembra innocuo, si direbbe carta.
Si decide di aprire e quello che ne esce è un minuscolo carnet di foglietti ciascuno datato e vergato da numerose sigle e nomi, per lo più stranieri come segnalano anche le calligrafie variegate e gli eleganti corsivi.

Che si tratti di qualche “ricevuta” che attesta traffici loschi o lo smercio di sostanze proibite…
Il luogo, del resto, non è nuovo ad episodi minori di criminalità e vandalismo, l’oggetto merita qualche ulteriore attenzione.

E’ così che il moderno smartphone dotato di collegamento internet riesce a imporsi come veloce strumento risolutore dell’oggetto non identificato e del thriller che sta originando.
Il rinvio al sito segnato sulla provetta riporta l’oggetto ad una straordinaria – anche se nota solo agli addetti – “Caccia al tesoro” basata sui sistemi satellitari e su internet.

Si tratta dunque di uno dei tanti “geocache” cioè gli oggetti di questa caccia al tesoro su base universale e che si snoda non solo in Italia ma in molti altri Paesi d’Europa e negli USA.
Il piccolo carnet contenuto nel contenitore altro non è che il “logbook”, il libriccino che attesta chi e quando è riuscito a scovare l’oggetto dopo aver ricevuto le indicazioni “satellitari” provenienti da internet. Il ritrovamento porterà punti e consentirà di procedere oltre.

Il “gioco”, creato agli inizi del 2000 negli USA attira moltissimi partecipanti e, a leggere i “geocachers” passati dalla Gavardina, devono essere veramente tanti. 
Gli oggetti e i punti dove vengono collocati sono scelti tra quelli a valenza “turistica” e “naturalistica” ed è motivo di orgoglio che la ciclabile del Naviglio sia stata scelta, a partire da aprile del 2014 come si apprende sempre dal logbook, per far parte di questa intrigante caccia geo-universale.

Nessun thriller e tutto sotto controllo, pertanto.
Ma c’è da essere sicuri che molti lettori andranno a curiosare non solo sul sito  www.geocaching.com  e www.geocachingitalia.com, ma magari anche all’imbocco della Gavardina.

PiCat

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Commenti:

Vedi anche