Condanna definitiva

Quattro anni, cinque mesi e 10 giorni di carcere. Questo il conto definitivo che Graziella Zanni dovrà scontare per l’omicidio preterintenzionale di Fulvio Ferremi, il 71 enne vicino di casa di Preseglie morto il 9 novembre di sei anni fa nove giorni dopo la caduta da una staccionata provocata, al culmine dell’ennesimo litigio, dalla spinta della donna.
Il verdetto è divenuto definitivo nei giorni scorsi.

La vicenda si aprì il 31 ottobre del 2015 e non venne archiviata nonostante quella fosse la richiesta dello stesso pubblico ministero, per l'opposizione degli eredi del defunto.
I giudici della Cassazione hanno confermato il verdetto della Corte d'appello, concedendo solo uno sconto di pena rispetto ai 6 anni e 8 mesi che le aveva inflitto il primo grado.

Essendo la pena superiore ai 4 anni stabiliti per la concessione della sospensione condizionale allo scopo di ottenere l'affidamento in prova ai servizi sociali, la donna rischia ora il carcere.

Il suo avvocato ha fatto istanza perché la sua assistita, tenuto conto dell'età (la donna ha più di 70 anni) e delle sue condizioni di salute, possa scontare la pena fuori dal carcere, in detenzione domiciliare.
Ancora non ci sarebbe risposta e nell’attesa un passaggio in cella per la donna è una eventualità da non escludere.

Nonostante la condanna sia divenuta definitiva, il caso però non sarebbe ancora chiuso: torneranno infatti a breve in aula la figlia ed il genero di Graziella Zanni, che devono rispondere di falsa testimonianza per quanto da loro affermato nel corso del processo.

Per Graziella Zanni rimane ora la speranza di una revisione del processo, strada che il suo avvocato potrebbe percorrere: si tratta di uno strumento straordinario di verifica, previsto dal nostro ordinamento, per far fronte a sentenze ingiuste passate in giudicato, ovvero quelle sentenze che hanno passato tutti e tre i gradi di giudizio e sono dunque concluse.