"Ormai la mia macchina conosce la strada per la Valle sabbia da sola..." Kathy Pitton ancora una volta ci regala pedalanti emozioni. Pubblichiamo volentieri.
Ormai la mia macchina conosce la strada per la Valle sabbia da sola, deve solo fare i conti col traffico e col caldo torrido di quest’estate che sembra abbia fatto le valigie dall’Africa e si sia trasferita in Lombardia.
Sono arrivata a casa alle sei, dieci minuti dopo ero in macchina nuovamente con la bike di traverso nel baule e la sacca sul sedile, una barretta in mano e un caldo dell’accidenti che mi fa sudare stando seduta a guidare, direzione tangenziale per Brescia e le coste fino a Preseglie, al motodromo del Galaello.
Continuo a dire che non ci torno, che è ora di piantarla di fare ste cose, che sono una ciclista solo di nome e non di fatto, che magari bisogna allenarsi ed essere in grado di fare un po’ di salite ma poi, chissà com’è mi ritrovo a mandare fax e ad iscrivermi a questa o quella gara e, guarda caso, la Valle Sabbia è sempre sulla mia strada.
Ho pensato di arrivare in ritardo, traffico da fine settimana e lavori in corso, un lento avanzare fino a Concesio per poi, finalmente, riuscire ad uscire dal caos ed iniziare a salire per i tornanti che portano fino ad Odolo.
E mentre guido ho il tempo per ripensare alla prima volta di questa gara, con mia figlia al seguito piccola che passò la serata a guardare ragazzi giostrare con bici da trial; oppure ancora con Dado, amico ciclista che non pedala più ormai, a guardare la salita della partenza come se fosse una rampa di lancio stile Stargate e, mentre penso a tutto questo, eccola la svolta per il motodromo.
Stranamente il parcheggio è mezzo vuoto, vero è che ci sono gli Italiani domani e molti sono a provare quel percorso, e vedo molte delle facce note di sempre, un ciao veloce e raggiungo Zambo al controllo tessere.
105 il mio numero, il chip personale mi evita la coda al ritiro ed è ora di preparare la bike per la partenza.
Le rampe di lancio sono due quest’anno, una di seguito all’altra e non le provo proprio, anzi meglio andare in griglia va che è meglio.
Un sorriso stampato sulla faccia da ragazzina mi accoglie: Roberta Maestri, amica su Facebook e compagna di pedalate in altre occasioni, un saluto e due chiacchiere ed è ora di partire, con pasticcio del giudice che dice “due minuti” e tutti credono sia il countdown e via….. Cento metri e sono piede a terra assieme a Luisa Palini, altra amica pedalatrice appena tornata dal Camino de Santiago de Compostela… ha fatto tutti gli 800 km… (sono davvero cosi tanti?????) in 40 giorni! Non ho parole… mi vergogno a dire che sono stanca dopo un uscita col caldo di 30 km.
Via che si parte; la conosco, so che alcune salite non riesco a farle e non me la prendo piu di tanto, neppure alle battute di qualcuno che, con un sorriso che sa tanto di presa per i fondelli mi chiede se sono sicura di finirla…
Beh quello che dico sempre è: certo che la finisco, a piedi piano piano, bike in spalla se serve, magari anche canticchiando tra me e me, quanto meno io ho la voglia di provarci e se il risultato è quello che è pazienza!
Cosa cambia in fondo? Non mi paga nessuno, non devo render conto di quello che faccio e se lo faccio è perché mi piace, se agli altri non va giù non so che farci, mi metto da parte nei sentieri per non intralciare chi corre per vincere e poi parto io.
E riesco anche a divertirmi magari guardando proprio le espressioni di quanti, seduti lungo il percorso a guardare ed incitare, lo sport lo fanno a tavolino oppure al bar davanti ad una birra…. Io la birra me la bevo con una pizza in compagnia magari di amici, dopo aver pedalato per ore o aver spinto la bike per arrivare, il resto è solo una storia, parole al vento che mi sfiorano e mi fanno solo il solletico.
Il risultato è sempre quello che è, ma cerco di arrivare in fondo, nel bene o nel male. Dopo la gara e dopo aver con piacere “venduto” un paio dei miei libricini rossi a Roberta e Sergio ed averne regalato uno al Dottor Formenti, appoggiata con un braccio alle spalle di Alberto Glisoni, abbiamo scherzato sul fatto del “ vincere facile”…
Ma il problema non è andare a ritirare un premio, che reputo sempre meritato se te lo danno, il problema è di quanti non si presentano per cui, se arrivi terzo su tre, oppure quarta su quattro o settimo su sette e ne premiano dieci, chi ci ha rimesso sono quelli che hanno deciso di non essere qua ma di stare a casa perché faceva troppo caldo, oppure che ne so, dovevano andare al mare…
Noi eravamo qua, il premio ce lo siamo meritato e ce lo portiamo a casa.
A tal proposito ho deciso di dare una festa e di offrire una ventina di bottiglie tra Lambrusco e Bollicine perchè a furia di portarle a casa e non berle non so più dove metterle….
Panino e salamina, mezza birra perché l’altra se l’è tenuta il birraio visto che l’ambaradan della birra alla spina è rimasto senza gas, una porzione di patatine, due o tre baci di ciao alla prossima e via a casa, si lavora al mattino presto.
E pensare che c’è Silvia che ha vinto la gara, è anche caduta e deve andare a far notte… eppoi sono io quella un po’ fuori schema.
Ai ragazzi della Polisportiva Preseglie un grazie ed un ciao alla prossima, perché si cari miei, io ci sarò anche l’anno prossimo… credo….. magari fate una rampa di lancio in meno dai…..
Kathy Pitton
ID2858 - 18/07/2010 17:15:00 - (bado68) - complimenti
MITICA!!!!!!!!