07 Marzo 2014, 07.55
Eppur si muove

La democrazia dell'espulsione

di Leretico

Si definisce paradossale quella proposizione che sembra contraddittoria, perché contro il senso comune, ma si rivela infine sorprendentemente vera


Il paradosso, dunque, è una verità che non sembra tale.
La contraddizione invece è una non verità, ossia una falsità spesso non riconosciuta come tale dallo stesso senso comune.

Se tentassimo, utilizzando queste definizioni, di classificare l'espulsione dei quattro senatori del M5S avvenuta qualche giorno fa, e delle altre espulsioni avvenute in queste ore, potremmo pensare di trovarci di fronte ad un paradosso.
Infatti, nonostante ci fosse sembrato impossibile che si potesse decretare l'espulsione di senatori della Repubblica dal movimento per aver semplicemente criticato il risultato delle consultazioni di Grillo con Renzi, ci siamo dovuti sorprendentemente ricredere.

Il paradosso è ancora più incredibile
se si pensa al come quei senatori sono stati espulsi: con una ratifica via internet che ha visto circa 43.000 votanti di cui quasi 30.000 favorevoli all'espulsione.

Il senso del ridicolo quindi non è riuscito a prendere il sopravvento nel M5S perché sembra non essere qualità apprezzata nelle file dei pentastellati.
Aleggia invece nel movimento un aria di vendetta, di resa dei conti, e si odono clangori tipici dell'incrociar di spade.

In pratica più di otto milioni di elettori del M5S hanno assistito all'espulsione di quattro senatori decretata, udite udite, da ben 30.000 votanti sulla rete.
Forse questi signori del M5S, Grillo e i suoi del cerchio magico, non hanno ben chiara l'idea di democrazia, anche se a più riprese hanno tentato di convincerci del contrario.

Innanzi tutto dovrebbero essere meno ambigui quando parlano di democrazia diretta, e allo stesso modo dovrebbero capire meglio in cosa consiste quella rappresentativa.
Visto che il loro scopo dichiarato è quello di distruggere i partiti tradizionali e specificamente distruggere il PD, diretto concorrente, e a seguire in ordine Forza Italia e il NCD, probabilmente pensano che invocare la democrazia diretta sia il modo migliore per ottenere questo risultato, anche se la parola “distruggere” evoca altre vie, meno democratiche, di cui la storia italiana è già stata più volte testimone.

I grillini dovrebbero sapere che la democrazia diretta si ha quando non ci sono intermediari tra il cittadino e la decisione collettiva che lo riguarda, collettiva nel senso che implica conseguenze per la comunità.
E qui sorge la prima contraddizione, perché tale eventualità nel movimento grillino praticamente non si realizza: il M5S è composto infatti da intermediari dei cittadini (i famosi segnaposto del popolo), cosa che contraddice appunto l'essenza della democrazia diretta la quale, come appena detto, non prevede intermediari.

Sorvoliamo su questo punto e, visto che nemmeno il M5S ha potuto evitare di usare intermediari, cerchiamo di approfondire meglio il senso dell’intermediazione tra cittadino e potere.

Gli intermediari possono essere di due tipi: delegati oppure rappresentanti.
I primi hanno un mandato imperativo dai deleganti, mentre i secondi non hanno vincolo di mandato, ossia hanno la fiducia dei rappresentati e si muovono con l'obiettivo di portare liberamente avanti gli scopi di quest'ultimi.
I primi si prestano meglio alla rappresentanza di categoria (operai, commercianti, industriali e via dicendo), i secondi alla rappresentanza politica generale (senatori, deputati).

La differenza tra le due figure di intermediario è notevole e il vincolo di mandato ne determina l'essenza ultima.
Il delegato degli operai o degli industriali porta avanti un interesse corporativo, il deputato o il senatore, nel momento in cui vengono eletti in Parlamento, ottengono un mandato fiduciario di cura dell'interesse generale: rappresentano tutti insieme, deputati e senatori, l’interesse generale della nazione, non un interesse particolare o corporativo, a cui altri sono destinati.

E' per questo che in tutte le democrazie che si rispettino i parlamentari non hanno vincolo di mandato (vedi articolo 67 della nostra costituzione), perché essi esprimono una rappresentanza politica generale non un interesse corporativo a cui sono inchiodati dal mandato ricevuto.
Se così non fosse ci troveremmo nelle condizioni di avere capi politici extra parlamentari in grado di pilotare dall'esterno, attraverso il mandato gerarchico imperativo della delega, il massimo organo investito della volontà popolare, abdicando immediatamente ad una dittatura nascosta, ma pur sempre tale.

È molto chiaro allora lo scopo di chi invoca la democrazia diretta contrapponendola alla democrazia rappresentativa: distruggere il meccanismo della rappresentanza indiretta e con essa i partiti che ne sono l'espressione.

La democrazia diretta non è di per sé negativa, né costituisce un’alternativa a quella rappresentativa.
Essa può positivamente aggiungersi a quella rappresentativa per generare la cosiddetta “democrazia integrale” di cui famosi giuristi e filosofi della politica hanno già più volte parlato.
Deve però essere ben compresa se si desidera la sua integrazione e non si vuole che diventi mero meccanismo di contrapposizione al governo di turno o alla maggioranza di turno.

I suoi istituti principali sono l'assemblea dei cittadini e il referendum.
Entrambi hanno storicamente dimostrato di avere pesanti limitazioni se avvicinati alle dinamiche sociali moderne.
Sotto quest’aspetto anche l'idea innovativa che Internet possa superare gli ostacoli che nel passato hanno impedito alla democrazia diretta di diventare lo strumento centrale della manifestazione della sovranità popolare, è velleitaria, perché si fonda sul presupposto debolissimo che sia sufficiente la possibilità di intervenire nel processo di decisione per garantire la democrazia tout court.

Nella Grecia di Pericle l'assemblea dei cittadini decideva direttamente sulle questioni della polis.
Ma l'Atene del V secolo a. C. era una città molto piccola e semplice, l'assemblea si riuniva poche volte all’anno e la complessità delle questioni da valutare era minimale.

Oggi dovrebbe riunirsi la nazione intera
ed essere in grado di valutare questioni molto complesse e delicate.
Internet sarebbe il mezzo con cui realizzare tecnicamente una tale assemblea nazionale, ma non si pensa al numero di decisioni che il cittadino dovrebbe valutare, visto l'enorme quantità di leggi e provvedimenti da approvare ogni giorno nei diversi ambiti (stato, regioni, provincie, comuni), né si pensa alla sua reale capacità di valutarne la portata, le conseguenze ultime.

Ce li vedete voi milioni di cittadini a studiare approfonditamente e votare ogni santo giorno tre o quattro tra leggi e provvedimenti?
Se lo facessero non potrebbero più andare a lavorare. Oppure più saggiamente lascerebbero ad una minoranza il compito di prendere, “senza” cognizione di causa, le decisioni per tutti.

Il potere diventerebbe il dominio di una minoranza gestito sull'indifferenza della maggioranza.
E non è forse quello che accade oggi con gli pseudo referendum dei grillini? 30.000 di loro, una minoranza, decidono un’espulsione in nome di otto milioni di indifferenti, la maggioranza dell’elettorato del M5S. Alla faccia della democrazia.

Insomma, vogliamo dire che la democrazia non è solo possibilità di esprimere la propria volontà ma è anche comprensione, dialogo, partecipazione e ricerca di soluzioni comuni.
Tutto ciò ha bisogno di tempo e di spazi fisici, non solo virtuali.

In aggiunta molte materie non si prestano alla logica referendaria del aut aut, perché hanno bisogno di trovare dei compromessi politici prima di essere approvate.
Come può esserci compromesso nella logica della delega imperativa prevista dalla democrazia diretta?
Risposta: non ci può essere. Quindi chi la inneggia vuole solo ottenere l'effetto di blocco totale del funzionamento della democrazia rappresentativa.

Nessuna ricerca del bene comune
, solo scelte strumentali al proprio scopo: la distruzione dell’avversario.
Eppure si parla di partiti e parlamentari eletti, ossia espressione di una parte della sovranità popolare che la democrazia diretta vuole tutelare. Che senso democratico avrebbe il volerli distruggere?
Risposta: nessun senso democratico, forse solo totalitario.

Dopo tutta questa tirata sulla democrazia diretta, cosa ci riconduce ai quattro senatori espulsi?
Il collegamento si trova proprio nel senso preminente della democrazia rappresentativa, senso in nome del quale si muovevano gli ormai ex senatori 5stelle e per cui si sono inimicati moltissimi colleghi del loro stesso movimento.

La contraddizione, non il paradosso questa volta, sta nel fatto che i senatori Orellana, Battista, Bocchino e Campanella sono stati espulsi rei di aver criticato Grillo per non aver rispettato un mandato esplicito di democrazia diretta, incarico da espletare nell'incontro con Renzi.
Grillo è andato alle consultazioni ma ha eluso teatralmente il compito assegnatogli dalla rete, comportandosi come ci si comporta nella democrazia rappresentativa: usando la propria testa e le proprie idee senza vincolo di mandato.

Come la mettiamo? Delle due l'una: o andava espulso Grillo per questo palese tradimento e andavano salvati i senatori, oppure il contrario, espellendo i senatori e salvando Grillo, come è contraddittoriamente avvenuto in nome della democrazia rappresentativa e contro quella diretta.

Nella democrazia, quella vera, il consenso si forma liberamente, non può obbedire ad un superiore quale prescrizione proveniente da un ordinamento gerarchicamente organizzato.
Così i grillini non dovrebbero accettare, se pensano che all’interno del M5S debba vigere il metodo democratico, la regola dell’assenso unanime alle direttive di un pregiudicato (ebbene sì, Grillo è un pregiudicato per omicidio colposo) che dall’esterno tira le fila del movimento e giudica chi può essere accettato o espulso dal gruppo.
Il consenso unanime infatti non esiste e non può esistere in democrazia, proprio perché si fonda sulla libertà.

La democraticità di un movimento infatti si evince dalla gestione interna del dissenso, che mai potrebbe finire con l’espulsione dei dissidenti.
Le espulsioni avvengono in quei movimenti in cui è necessario affermare quotidianamente la leadership, sempre in discussione evidentemente, e dove le prove di forza sono all’ordine del giorno.

Sono un grave segno di debolezza a cui si risponde con la spada della tirannide, supportata dal falso consenso dei sudditi, non dei cittadini educati alla democrazia.
Mi domando quale futuro possa derivare, per una nazione come la nostra, da un’impostazione del genere.
Ai posteri l’ardua sentenza.

Così possiamo in conclusione affermare che la “democrazia dell’espulsione” grillina è una falsa democrazia, una contraddizione.
Sarebbe paradossale invece, e quindi vero, che il M5S si liberasse del suo fondatore invitandolo molto creativamente ad attraversare, stavolta, lo stretto di Bering a nuoto: in questo modo da un lato Grillo supererebbe, per numero di nuotate storiche, sia Mussolini che Mao Tse Tung, dall’altro si dimostrerebbe una volta di più quanto sia necessaria, per la salute e la sopravvivenza del M5S, l’applicazione al suo interno di una vera democrazia.
 


Commenti:
ID42589 - 07/03/2014 09:40:22 - (Aldo Vaglia) -

Solo la verita' e' rivoluzionaria diceva Gramsci. La politica e principalmente il populismo hanno invece eletto a vessillo la menzogna. Perche' questa e' piu' funzionale alla mobilitazione dei creduloni. La menzogna non e' nella denuncia che fanno i 5Stelle della situazione italiana, che e' sotto gli occhi di tutti. La menzogna e' nella definizione e applicazione della democrazia. Ci si puo' rifare alla Svizzera come si crede, ma la Svizzera oltre ad essere piccola e' anche uno stato federale.La democrazia e' prima di tutto una prassi e si giudica dai comportamenti.Da nessun comportamento non democratico si puo' sperare che nasca una democrazia. Sulla democrazia rappresentativa su quella diretta e su quella Svizzera (che per la verita'e' piu' famosa per insegnare come nascondere i soldi che insegnare la democrazia) ritorneremo piu' tardi.

ID42591 - 07/03/2014 10:40:55 - (sonia.c) - la democrazia si giudica dai comportamenti..

vangelo. grazie signor Vaglia...per quanto riguardai 5s, credono di gestire una nazione come una riunione condominiale| infatti ,qualcuno ha detto:vai ad una riunione condominiale e poi capisci perchè cominciano le guerre! grillo è un vero destro. e sè vede! crede di cambiare la gente con il pugno di ferro e le epurazioni! lo capisco sotto certi aspetti (fra un pò li rimpiango anche io i treni..ihi)..ma è la solita storia:un paese che funziona è un paese educato alla civiltà e alla democrazia! non che obbedisce e subisce ad una pseudodemocrazia senza conoscerla minimamente. e in questa materia noi, siamo bocciati.

ID42592 - 07/03/2014 10:45:29 - (sonia.c) - vabbè! le epurazioni sono "sinistre" ihih

coem'è la frase totem?purghe staliniste..e che cambia? i totalitarismi sono tutti uguali! "totalitarmente "generatori di dipendenza e ignoranza.

ID42597 - 07/03/2014 12:04:02 - (Dru) - condivido il discorso, d'altronde già affrontato da me sulla incompatibilità tra Grillo e il Movimento...

...con un appunto per chi si rifà a Galileo, che a forza di guardare il dito si dimentica la Luna. Chi si abbevera alla fonte del qualunquismo e del senso comune rischia di confondere, in un bel chiaro di luna, lucciole per lanterne, ma stai pur sicuro che in un campo di merda trovi solo mosche. Le espulsioni sono pratica comune dei partiti (ecco le mosche necrofile), qui la differenza sta nel metodo, chi ha deciso di espellere i senatori, su richiesta di verifica da parte dei circoli del territorio (ecco le lanterne), è la "rete". Anche io ho votato, sono iscritto e con delega di voto. Si capisce che il territorio e i circoli sono stati sollecitati dall'alto (ecco le lucciole). Peccato veniale dico io, peccato mortale per la democrazia dici tu. Dove sta il peccato veniale di questa faccenda, ma nella pratica condivisa traversalmente da tutte le forze politiche del nostro paese di utilizzare

ID42598 - 07/03/2014 12:15:42 - (Dru) -

chi il partito, chi la Rete, per scopi che non sono chiari e definiti, ma offrono il fianco alla critica e nascondono la "verità". La verità è che Grillo deve disfarsi di chi può colpire dall'interno il Movimento, (confondendo spesso il Movimento con se stesso per eccesso di proprietà) , nel momento più delicato di battaglia politica.Sul breve ha ragione, la ragione dettata dalla tattica della forza, ma queste "critiche", e tra queste ci metto la tua, sulla strategia a medio e lungo termine possono appunto dimostrare che il Movimento contraddice Beppe Grillo e C, scemandone quella forza che è originata, non dimentichiamocelo, dai campi di merda infestati dalle mosche necrofile.

ID42599 - 07/03/2014 12:39:43 - (Dru) - ben vengano queste critiche nei confronti del M5S

l'uomo, dacchè è tale per definizione, ha sempre combatuto il Sacro da profano, la Verità dai banchi della menzogna.

ID42600 - 07/03/2014 12:56:46 - (Aldo Vaglia) -

Caro Dru, e' inutile declamare, occorre confutare.

ID42603 - 07/03/2014 13:26:23 - (Dru) - non capisco (=capisco)

io non confuto ciò che ritengo giusto ma univoco solo per partito preso, non è del mio DNA la polemica tout court. "Occorre confutare" ciò che si ritiene sbagliato, in line di principio ciò che scrive Leretico è giusto, ma siamo a livello di principi appunto, che qui sembrano valere solo per una parte, poi c'è la prassi politica.

ID42604 - 07/03/2014 13:40:31 - (Dru) - Se poi vuoi che entriamo in polemica, come è appunto lo spirito di questo foglio...

...,gli assoluti non esistono, non me lo dicesti tu ? oggi su questo foglio si cerca di tirare via il pelo dall'uovo, è facile, quando il pelo galleggia sul rosso dell'uovo, è facile, più difficile è tirare via la trave nell'occhio. Siamo uomini, non macchiette da avanspettacolo: In Italia, ancora oggi, benchè la trave non consenta di vedere, i due partiti che epurano di più sono PD e PDl, ma tanto quelli sono al riparo dalle critiche "intelligenti". Quando si scala una montagna per raggiungere la vetta, per raggiungere il riposo e la meravigliosa vista, bisogna faticare e ogni tipo di bella vista è preclusa se non in alcuni sprazzi, dove la montagna ti concede alcune aperture sulla Verità di ciò che stai compiendo.

ID42607 - 07/03/2014 14:32:34 - (Aldo Vaglia) -

Non ha senso il solo polemizzare, ha molto piu' senso l'approfondire. Due sono le parole su cui si sofferma l'articolo del Leretico. La prima e': "democrazia", la seconda e': "epurazione o espulsione". Dire che anche gli altri non sono democratici ed anche gli altri epurano non e' argomentare. Ma e' solo un dire cosi' fan tutti. (Il cosi' fan tutti non e' troppo originale e non aveva portato gran fortuna nemmeno a Craxi). Sembra pero', da quanto dicono i grillini, che vorrebbero cambiare e demolire tutta questa ipocrita impalcatura, che non e' ne' democratica ne' veritiera, ma l'esempio che ne danno e' mediocre e ininfluente.

ID42608 - 07/03/2014 14:57:20 - (Dru) - Caro Aldo

Mi sembri quei miei amici d'infanzia che ad ogni bellissima ragazza trovavano un difetto per giustificare la propria timidezza. Eppure sei cresciuto, e di belle ragazze con il "difetto" ne hai viste tante, sei ancora fermo all'ingenua timidezza ? Il M5S ha il difetto, ha il neo, ma se devo scegliere tra il difetto del M5S e le mostruose e deformanti figure della bruttezza democratica della partitocrazia italiana, non ho dubbi con chi giacermi.

ID42609 - 07/03/2014 15:16:50 - (Aldo Vaglia) -

Dell'amore non si discute! E' bello quel che piace.

ID42610 - 07/03/2014 15:33:54 - (Dru) - Ed

È brutto ciò che non piace, ma non perchè e simpliciter brutto che appunto non ci piace ma non ci piace perchè è per noi brutto, per questo non ci piace. Capire questa semplice cosa mostra il perché delle forme democratiche quella del M5S e la più Vera.La Democrazia è il governo del popolo, e quando il popolo vede che è continuamente e coercitivamente messa in discussione la sua sovranità o reagisce (M5S) o subisce (PDl PD), è evidente che il M5S è la reazione della Democrazia e il PD e PDL è un'azione della Partitocrazia, chi fra queste due frange si aggiudicherà il futuro, o postdemocrazia, è ancora presto il dirlo, dipenderà appunto dalle strategie (o tecnica).

ID42611 - 07/03/2014 16:00:06 - (Dru) - Verso dove la Democrazia va...

Vi è democrazia anche nelle Partitocrazie, ci mancherebbe, sono le partitocrazie forme degeneranti di democrazia o democrazia mista, quella per intenderci che ancora nella Politica di Aristotele e nella Repubblica di Platone vengono teorizzate per la critica al concetto di "uguaglianza" che è sempre "non in ragione del merito, ma in ragione del numero". Invece " è necessario contemperare l'uguaglianza a base di numero con l'uguaglianza a base di merito". (V.1302a, Politica di Aristotele). Questa giusta aspirazione che è sospinta da una volontà di conciliare la "libertà" e "uguaglianza" con la "Sapienza" è il "paradosso" democratico o "antinomia" che già nell' antica Grecia si opponeva al "Positivo" pensiero di Protagora che così si esprime "In realtà quello che ogni città giudica giusto e bello, questo è per essa valido, finché essa lo consideri come sua legge".

ID42612 - 07/03/2014 16:19:16 - (Dru) - Ora se il pensiero non m'inganna e poiché il pensiero non m'inganna

queste due posizioni , quella di Aristotele e quella di Protagora (il sofista), sono, con le dovute proporzioni, la prima la giusta posizioni del Naturalismo o Realismo che cerca nella Sapienza (la Verità della natura) la ragione dello Stato e la seconda il Positivismo che trova nello Stato storicamente costituito (e cioè di vola in volta) la ragione della sapienza. Ora, i Partiti, sempre più, assomigliano alla formula "civium universitas e valenti per pars: il popolo viene assunto come totalità organica, e quindi non vi è libertà uguale per tutti i cittadini, ma solo un privilegio per alcuni, dato che il Partito mantiene sempre al suo interno una struttura corporativa: è infatti l'appartenenza alla corporazione a individuare qualitativamente il cittadino. La rappresentanza finisce così per essere rappresentanza di gruppi e interessi e non di tutti i cittadini.

ID42614 - 07/03/2014 16:29:15 - (Dru) - Le Verità crollano

E con esse crolla ogni implaccatura o struttura e organismo, come i Partiti, che, in difesa dei propri privilegi, non lasciano libero sfogo alla Storia di procedere. Il discorso di Protagora è il discorso che precede la modernità, è già il discorso profano nel seno del Sacro filosofico.

ID42615 - 07/03/2014 16:43:17 - (Dolcestilnovo) -

Certo che abituati ad anni di contorsionismi, di convergenze parallele, di non sfiducie (!), in altri termini di puttanaggine all'ennesima potenza, si resta sorpresi di fronte alla coerenza, vero? Continuiamo a votare Renzi e il Berlusca, specchiati esempi di democrazia e di onesta', intellettuale e non.

ID42635 - 08/03/2014 10:49:17 - (Venturellimario) -

anche se io a votare dalla prossima volta non ci vado più, non posso far altro che condividere al 100% Dolcestilnovo

ID42640 - 08/03/2014 13:22:39 - (Dru) -

Dietro l'insicurezza di chi, ancora oggi, preferisce al M5S di Di Maio e di Di Battista, il PDL di Razzi e Santanche o il PD di Giachetti e di Richetti, sta la conservazione del potere fine a se stesso che agita lo spauracchio dell'incapacità, ma dell'incapacità di chi signori ? Di chi ci governa appunto da anni, i partiti, o di chi nuovo, mostra già capacità che vanno ben oltre le giuste aspettative?

ID42642 - 08/03/2014 14:13:25 - (Dru) - Se parliamo di espulsione e della democrazia dell'espulsione

Cerchiamo di guardare ai fatti (al contenuto concreto dell'espulsione) e non solo alle immagini (alle varie forme del contenuto concreto dell'espulsione) che scorrono sui video di regime. Il M5S ha raggiunto nelle ultime elezioni la maggioranza relativa di voti complessivi e quindi ha mostrato, all'opinione pubblica tutta, la forza della sua maggioranza, forza che negli stati democratici di solito si traduce, come riflessione della volontà generale, in posizioni di potere a livello di istituzioni. È vero che il M5S si è dichiarato indisponibile a qualsiasi inciucio e alleanza con i partiti, collocandosi all'opposizione e costringendo i vecchi nemici giurati di un tempo ad allearsi per contenere questa dirompente novità, ma, data la sua potenza dimostrata dal suffragio, ha anche chiesto alcune posizioni in alcune commissioni.

ID42643 - 08/03/2014 14:15:39 - (Dru) -

C'é quindi , caro Leretico, espulsione e espulsione. Napolitano avrebbe dovuto concedere, premendo sui partiti, cosa che d'altronde sa fare benissimo, le posizioni, richieste dal Movimento, alla presidenza del COPASIR e della vigilanza Rai. Il sistema partitico/istituzionale istituzionalizzato non lo ha concesso, "ESPULSIONE DEMOCRATICA", ma una forma di espulsione democratica molto più subdola e Vera di quella che un movimento, internamente le sue regole, decide di comminare ai suoi membri. Perché un conto è il sistema del meccanismo democratico e delle sue regole interne un Movimento e un Partito, contestabile per carità, ma legittimo fino a prova contraria e la prova contraria è il suffragio appunto, un altro conto, e molto più rilevante, è quello che regola Lo Stato tra le diverse Istituzioni, incontestabile

ID42644 - 08/03/2014 14:16:54 - (Dru) -

e se eluso, come sistema democratico, illegittimo, non illegale per carità, ma per apparato democratico è illegittimo, ma nella società delle immagini riprodotte dai media di regime queste cose, come i numeri macroeconomici, sono nascoste.

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