01 Giugno 2020, 09.30
Blog - 21 grammi di psicologia

Fame emotiva

di Sabina Moro

In alcune situazioni, principalmente quando stiamo sperimentando emozioni negative, può nascere la voglia di consumare cibo. Ma, cos’è la fame emotiva?


Il legame che l’uomo ha con il cibo è un legame da sempre esistito in quanto necessario alla sopravvivenza e allo sviluppo dell’organismo.

Il problema può insorgere quando il cibo viene utilizzato per gestire le emozioni. Alcuni alimenti infatti contengono sostanze in grado di aumentare nel corpo i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore in grado di generare uno stato di benessere e felicità.

Usando il cibo per stare meglio potremmo però, a lungo andare, avere un effetto contrario. Le emozioni negative (ex. senso di colpa), successive all’assunzione incontrollata di cibo, aumenteranno e, ci sarà la tendenza a ricercare ancora cibo per gestire queste nuove emozioni, come in un circolo vizioso.

La fame emotiva è la voglia di mangiare che nasce, non successivamente ad un bisogno reale di nutrimento ma, come conseguenza alla sperimentazione di emozioni negative come tristezza, rabbia, noia, ecc..

Alcune caratteristiche dalla fame emotiva sono:
-    Insorge improvvisamente e spesso, poco dopo aver effettuato un pasto;
-    Richiede un’immediata soddisfazione attraverso cibi zuccherini o grassi;
-    Difficilmente permette di sperimentare un senso di sazietà;
-    Il bisogno si percepisce a livello mentale;
-    Si tende spesso a mangiare più rapidamente e a nascondersi per vergogna;
-    Può esserci la sensazione di perdita di controllo, durante l’assunzione di cibo;
-    Successivamente al consumo di cibo vengono sperimentate emozioni come il senso di colpa, imbarazzo o vergogna;

Come facciamo a capire se è fame emotiva?
-    Proviamo a chiederci se stiamo sperimentando emozioni negative;
-    Chiediamoci se siamo annoiati. La noia è una modificazione della percezione temporale e, quando si è annoiati il cibo permette o di colmare un vuoto o di dilatare il tempo diminuendo la pressione che, la vita frenetica, esercita su di noi;
-    Valutiamo se abbiamo bisogno di cibi specifici come quelli zuccherini che aumentano lo stato di benessere o, se abbiamo bisogno di cibi che ci rimandano a momenti piacevoli dell’infanzia;
-    Proviamo a vedere se riusciamo a coprire il nostro senso di fame con acqua. A volte c’è soltanto la necessità del corpo di essere idratato, dovremmo bere circa 2 litri di acqua al giorno;
-    Analizziamo se stiamo seguendo una dieta. Diete molto restrittive, nella quale è necessario pianificare i pasti, pesare gli alimenti, evitare numerosi cibi, ecc..sono molto stressanti. Questo stress può alzare la probabilità di sgarrare e di aver voglia di assumere cibi grassi o zuccherini.

Dott.ssa Sabina Moro
3934107718
sabina.moro@outlook.it
Instagram: 21grammi_di_psicologia



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