28 Marzo 2017, 09.39
Pertica Alta
Angoli di Valsabbia

Il borgo di Odeno e i suoi culti religiosi

di Giuseppe Biati

Odeno, la vetusta “Udine” come era chiamata all’interno della “Universitas Pertichae Vallis Sabii”, è un borgo di poche anime, ma di nobile origine...

 
A testimoniarlo sono le case, antiche, con stipiti in nera pietra locale martellinata, con lignei loggiati di trasparente bellezza, con eleganti porticati, con tipologie svariate dell’arte del forgiare e del battere il ferro (del vicino forno di Fusio) per condurlo e ridurlo a dovizioso ornamento abitativo.

La primitiva chiesetta di S. Apollonio – venerato patrono, con S. Filastrio, della diocesi bresciana fino al 1438 – testimonia un profondo culto cristiano, memoria indicativa e primaria di molteplici devozioni. 
Principale quella mariana, qui raffigurata nella statua lignea della “Madòna dei osèi” , festeggiata nella terza domenica d’ottobre di ogni anno, a significare un costante rapporto con il mondo rurale e venatorio.

La Vergine, dolente, è presente ai piedi della croce nel lacerto quattrocentesco della parrocchiale, dove vi è dedicato anche l’altare del Rosario. 
Maria è raffigurata, nella cimasa, con i Santi Domenico di Guzman e Caterina da Siena, supplicata nella sottostante tela da Santa Brigida d’Irlanda e da Santa Tecla di Kitzingen, entrambe missionarie e badesse, protettrici contro le intemperie, singolari compatrone della parrocchia di Odeno (come rilevato negli atti della visita del vescovo Gradenigo nel 1684).

Interessantissima (e altra variabile) è l’immagine della “Madonna della Concezione”, notevole opera pittorica di scuola veneziana.
Madonna della Concezione” e “Madonna del Rosario” erano devozioni, oltre che legate alla vittoria di Lepanto della Cristianità sui Turchi, anche terminali di costituitesi “Scholae” o “Confraternite” legate al culto mariano.

Ma è la cappella
, sempre nella parrocchiale, dedicata a S. Giuseppe, che diventa un po’ la sintesi dei culti locali, nella iconografica e inconfondibile serie processionale dei Santi Rocco, Antonio Abate, Francesco d’Assisi, Antonio da Padova e dello stesso padre putativo di Gesù. 

La rassegna continua con la presenza del Santo Vescovo Apollonio, accompagnato dai Santi Cosma e Damiano, nella pala principale dell’altar maggiore della parrocchiale, ma anche con i quadri devozionali che raffigurano S. Lucia, S. Apollonia, S. Caterina della Ruota. 

Al di là del valore artistico
più o meno elevato delle predette opere pittoriche, qui viene rappresentato il filo conduttore per la comprensione di una vita non solo religiosa e culturale degli abitanti, ma, paradossalmente, oltre al riferimento materiale di natura protettiva a cui i santi sono abbinati, è palesemente presente e pressante l’organico e necessario risvolto di tipo economico-sociale.

Ogni arte e mestiere meritano un protettore, perché il robusto esempio del santo trascini la fragile natura dell’umano.  
 
Giuseppe Biati


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