Economia, tecnica, società nel passato delle Pertiche

Questo martedì 9 agosto, alle ore 20.30, nella splendida cornice della piazza dell'antico borgo di Navono si terrà una conferenza dell'etno-antropologa e storica locale Michela Capra dal titolo "Economia, tecnica, società nella Val Pertica tra XIV e XVIII secolo", dedicata alle interazioni economico-sociali tra le Valli prealpine bresciane con la città e la pianura, nonché con le Valli prealpine lombarde.

L'incontro fa parte dell'articolato programma di manifestazioni estive organizzato dal Comune di Pertica Alta in collaborazione col Centro Studi Museali di Cultura Prealpina.

Partendo dalle ricerche storiche recentemente confluite nel volume "Vi sono due fiumi in questa parte di Chiusure", edito da Fondazione Civiltà Bresciana nel 2020, e dalle molteplici suggestioni fornite dalla consultazione dei documenti d'archivio risalenti al lungo periodo compreso tra la fine del Medioevo e gli inizi dell'Ottocento, l'autrice si soffermerà sulle complesse interazioni che legarono l'economia e quindi la società della montagna delle Pertiche ad altre aree della nostra provincia e della Lombardia orientale.

Contrariamente all'idea romantica di comunità del tutto autosufficienti, chiuse e autoriferite, Michela Capra porrà l'accento sulle interazioni delle genti della Pertica con la città di Brescia, dove tanti montanari emigrarono sin dal Basso Medioevo per dedicarsi all'artigianato e al commercio di ferrarezze, lana, pelli, formaggi e dove venivano acquistati i cereali (frumento, segale, ma anche miglio, sorgo e panìco) per il fabbisogno della popolazione montanara, che li macinava nei mulini di proprietà vicinale; con le cascine della fertile pianura irrigua, dove nutrire il bestiame nei mesi invernali non riuscendo la montagna a garantire il fabbisogno annuale di foraggio; e infine con le Valli prealpine bresciane (acquisto di minerale ferroso dalla vicina Val Trompia per la fusione nei forni locali), ma anche bergamasche (Scalve, Seriana e soprattutto Brembana) da dove provenivano numerosi "pratici" del ferro custodi di saperi, specialmente legati alla produzione della ghisa col metodo indiretto, gelosamente tramandati in ambito famigliare di generazione in generazione.

Ampia attenzione verrà posta sull'interazione tra comunità e risorse del territorio, sull'autodeterminazione normativa e sui privilegi fiscali concessi dalle dominazioni viscontea e veneta, sugli usi civici che consentivano agli antichi originari di accedere all'uso condiviso di boschi, acque e pascoli, nonché sul sistema di autoregolazione demografica per mantenere un seppur fragilissimo equilibrio tra popolazione e risorse.

L'incontro sarà dunque l'occasione per scoprire usi, consuetudini, tecniche delle nostre genti in un'ottica di lungo periodo, fino alla fine dell'età veneta e agli albori della dominazione napoleonica.

In foto il borgo di Navono