L'edilizia fa correre il tondino dei Leali

Tondo e acciai speciali hanno consentito un 2006 in crescita anche per la Leali Spa di Odolo, il gruppo siderurgico presieduto e guidato da Dario Leali insieme al nipote Pierluigi e al pronipote Alessandro.

Le stime relative al budget 2006 danno un fatturato consolidato di gruppo intorno ai 380 milioni di euro, 54 milioni in pi� rispetto ai 326 milioni del 2005 (321 milioni del 2004) per un volume di oltre 600mila tonnellate di prodotti finiti, suddivise tra 380mila ton. di tondo di Ro� Volciano e 220mila ton. di laminati speciali di Odolo.

Le billette uscite dalla Acciaieria Valsugana vengono infatti trasformate nei due laminatoi del Gruppo: quello di Odolo per gli acciai speciali e quello di Ro� Volciano per il tondo per cemento armato.
� appunto quest’ultimo comparto a tirare la volata dell’esercizio in corso grazie ad una vivace domanda di tondo per l’edilizia ed opere pubbliche i cui incrementi, nettamente superiori agli acciai speciali, consentiranno la chiusura di un bilancio con positivi risultati analogamente a tutto il comparto siderurgico.

La Leali � oggi una realt� strutturata dove sono occupate 362 maestranze (252 in Valle Sabbia e 110 in Valsugana) che lo scorso anno ha proceduto ad ulteriori razionalizzazioni, organizzative e finanziarie, tra cui la vendite delle partecipazioni detenute nella Acciaierie del Sebino e nella Pontenossa Spa; la Acciaieria Valsugana, inoltre, ha proceduto alla incorporazione della Siderurgica Trentina Spa.

Dario Leali con queste ultime operazioni ha completato il rilancio di una delle realt� pi� note della siderurgia bresciana. Gli ultimi bilanci sono una conferma di tale ritrovato dinamismo, grazie anche ad interventi in ambiente, ecologia e sicurezza che hanno richiesto notevoli investimenti. Mentre il budget 2006 prevede una congrua redditivit�, il bilancio 2005 si era chiuso con una perdita di 5,8 milioni di euro rispetto all’utile di 2,5 milioni del 2004.

La ragione della perdita dello scorso anno sta nell’aumento dei costi di produzione - da 323 a 332 milioni di euro - non compensati da un proporzionale aumento dei ricavi. Tale che la differenza tra valore e costi della produzione, ossia l’indice dell’efficienza della gestione industriale caratteristica, era passata da un margine positivo di 9,5 milioni di euro del 2004 a un saldo negativo di quasi 5 milioni di euro nel 2005.

Nettamente migliorato nel 2005 il costo della gestione finanziaria, con oneri finanziari netti passati da 2,6 milioni di euro a 504 milioni. Aumentato il costo del personale, passato da 11,2 milioni del 2004 a 12 milioni del 2005, mentre sono calati gli ammortamenti che passano da 5,1 milioni del 2004 a 4,2 milioni del 2005.

Allo stato patrimoniale gli immobilizzi materiali sono uscritti per 37 milioni, quelli finanziari per 17 milioni. Al passivo il magazzino � iscritto per 43,5 milioni.

Alessandro Cheula
dal Giornale di Brescia

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