04 Aprile 2022, 11.04
Eco del Perlasca

La Disney è solo per femmine?

di Anna Maggi

Sin dal 1938 la celebre casa di animazione Disney propone eroine, principesse e, più in generale, protagoniste femminili. Quindi i classici di Walt Disney sono rivolti soltanto alle femmine?


Nel campo dell’animazione è stato fatto molto, specialmente negli ultimi decenni, per raccontare le donne. Prendendo come esempio le celebri principesse delle fiabe Disney, si è potuto notare un drastico cambiamento per quanto riguarda il loro carattere: se in un primo momento erano semplicemente ragazze un po’ ingenue alla ricerca del vero amore, nel corso del tempo hanno trovato la loro indipendenza ed emancipazione.

Infatti, nel momento in cui si pensa ai classici Disney
, ecco che compaiono nella propria mente come per magia Biancaneve, Cenerentola, la Bella Addormentata fino alle più recenti Rapunzel, Anna ed Elsa.
Tutte protagoniste di un certo spessore che hanno fatto la storia della famosissima casa di animazione.

Perché, al contrario, non si riesce a pensare nell’immediato a qualche protagonista maschile?
Questi sono piuttosto difficili da trovare, dal momento che, la stragrande maggioranza dei cartoni animati della Disney, ha come protagoniste giovani donne che riescono a superare le difficoltà e che, alla fine della storia, trovano la propria strada fino a raggiungere un lieto fine.

Personaggi celebri, ma non quanto le principesse
, di sesso maschile potrebbero essere Hercules, Aladdin oppure Robin Hood e Simba, nonostante quest’ultimi siano animali.
Da tutto ciò potrebbe emergere che le storie narrate dalla Walt Disney siano rivolte specialmente alle femmine e che gli uomini non vengano considerati più di tanto: sembra, così, che non serva alcuna educazione per quest’ultimi.

I cartoni animati, tipici dell’infanzia, raccontano spessissimo storie per educare i più piccoli e per insegnar loro particolari valori, necessari per fornire le giuste basi della crescita personale; come può avvenire, quindi, una buona educazione sentimentale ed emotiva – indispensabile per ciascuno – se i bambini maschi non hanno personaggi in cui immedesimarsi o valori da poter apprendere?

Per molto tempo gli uomini non hanno fatto altro che confrontarsi con storie di supereroi invincibili e dall’identità celata, sempre pronti a combattere e, puntualmente, a vincere i vari scontri. E la vulnerabilità? I supereroi non vivono quasi mai atti di debolezza, tuttavia, nella vita reale, questa esiste, sia per il genere maschile che per quello femminile.
È perciò necessario che le storie animate si rivolgono anche ai maschi proponendo uno specchio veritiero della realtà e, di conseguenza, personaggi in grado di piangere, ferirsi, perdere, protagonisti maschili vulnerabili e storie di sincera amicizia.

Tornando al quesito iniziale: la Disney è solo per femmine? Naturalmente no, perché, sebbene abbia dedicato molti anni della sua attività ad affiancare le donne, ultimamente questa sta iniziando a rivolgersi anche al genere maschile e a raccontare storie rivolte a loro, per educarli e per sradicare il principio secolare secondo il quale ad un uomo è vietato mostrare debolezze di qualche tipo.

A tal proposito è buona cosa citare il recente lungometraggio Disney-Pixar Luca, una vicenda dal sapore italiano che racconta una dolce amicizia estiva tra i due protagonisti maschili Luca e Alberto, due mostri marini che vanno alla scoperta del mondo – e dei sentimenti – degli umani; due ragazzi simpatici e, soprattutto ben caratterizzati dal punto di vista emotivo, con cui i piccoli possono tranquillamente empatizzare.
Luca è un ottimo film perché è un vero specchio della realtà, e non propone un’immagine distorta di esso in cui gli uomini sono esseri invincibili e privi di emozioni.

Concludo proponendo un articolo scritto in precedenza da una mia collega in merito alla necessità di un’educazione sentimentale maschile al fine di evitare il cosiddetto fenomeno della “mascolinità tossica”.

Anna Maggi





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