16 Gennaio 2022, 17.02
Lettere

In risposta a: «Lettera aperta al mio parroco NOVAX»

di Giuseppe Bettini

Mai avrei pensato di scrivere una lettera pubblica in difesa di un parroco


Scrivo la presente dopo aver letto con un certo disagio la lettera aperta che si chiude con "Lettera firmata" senza però riportare un cognome ed un nome. Innanzitutto visto che l'autore della sopracitata missiva si rivolge al suo parroco mi sono interrogato sull'opportunità di consegnare quella lettera direttamente nelle mani dell'interessato, cercando poi se il caso di arrivare a capirne le posizioni con un confronto personale, come si è usi fare fra liberi individui in una libera società.

La lettera aperta e pubblica ha invece il sapore di una denuncia/delazione, motivata per ciò che nel testo della missiva si cerca di presentare come una sorta di reato di opinione, caso che l'ordinamento del nostro paese prevede solo per apologia del fascismo, incitamento all'odio o alla discriminazione.

Per quanto riguarda invece le posizioni espresse nella lettera vorrei fare una breve analisi.

Non servono particolari ricerche per evincere che le considerazioni riguardo l'utilizzo di linee fetali abortite nello sviluppo della coltura di certi vaccini hanno fondamento.
Questo il primo link digitando tale ricerca su google: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/cellule-fetali-nei-test-male-solo-remoto
La fonte è il giornale cattolico Avvenire.
L'articolo al suo interno cita a sua volta autorevoli fonti scientifiche come Nature.
Il dibattito sull'eticità nell'utilizzo di queste linee fetali abortite, delle quali per altro si fa mercimonio come di un qualsiasi altro strumento di produzione, è presente da decenni in seno alla chiesa cattolica.

Ma non è questo il punto principale della questione.

A mio avviso il cortocircuito di dissonanza logico/cognitiva nella lettera rivolta al parroco si sublima nella citazione del principio "la libertĂ  di una persona finisce dove inizia la libertĂ  dell'altra".

Una discussione sull'opportunitĂ  di imporre ad un individuo, anche solo moralmente, l'assunzione di un trattamento sanitario per preservare la salute collettiva potrebbe essere approcciabile nel caso di un vaccino che conferisca immunitĂ  sterilizzante dopo l'assunzione.

Questa era la definizione di vaccino utilizzata nella letteratura scientifica fino all'agosto 2021: “Un prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia”.

E' oramai assodato e riconosciuto da tutta la comunitĂ  scientifica che gli attuali preparati genici di Pzifer e Moderna non abbiano la capacitĂ  di generare tale immunitĂ  nell'individuo.
Tanto che la nuova definizione introdotta dal CDC americano dall'autunno 2021 è la seguente: “Una preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”.
Tale incontestabile dato di fatto è ormai patrimonio comune dato dall'esperienza empirica che ci circonda; tutti o quasi conosciamo persone risultate positive nonostante il ciclo di "vaccinazione" compiuto.

Mi pare questo sia sufficiente a stroncare sul nascere qualsiasi obiezione si possa muovere a chi ritiene conveniente per la personale salute, e per un principio di precauzione di non sottoporsi ad un trattamento farmacologico che ci tengo a ricordare resta sperimentale.

Il trial clinico di Pzifer si concluderĂ  infatti nel dicembre 2022 e i dati che ne usciranno saranno disponibili solo 24 mesi dopo tale data.
Dovrebbe essere libero arbitrio di ogni individuo, senza pressione o costrizione alcuna, decidere se accordare o meno fiducia a case farmaceutiche che sono a tutti gli effetti aziende multinazionali con una quotazione in borsa, e che hanno come primo obbiettivo in quanto tali la generazione di profitto. Non a caso gli investimenti nel settore marketing di tali colossi superano di gran lunga quelli destinati alla ricerca scientifica.

A tal proposito consiglio
la visualizzazione del documentario "Inventori di malattie", trasmesso dalla Rai nel non lontano 2009, quando ancora l'inchiesta giornalistica aveva un margine di libertĂ  ben diverso, e non era immediatamente etichettata come complottismo quando arrivava a toccare forti interessi economici: https://www.youtube.com/watch?v=eSrk6cIzr9Y
Resta da affrontare quindi la tematica della presunta occupazione delle terapie intensive da parte di chi ancora ha resistito alle enormi e restrittive costrizioni, e ha deciso di non vaccinarsi.

La logica dovrebbe portare a chiederci come l'approssimativo 10% della popolazione non "vaccinata" abbia il potere di intasare le terapie intensive. L'arcano è svelato dalle recenti dichiarazioni di Francesco Vaia , direttore dello Spallanzani : "La prevalenza nei ricoveri ordinari dei non vaccinati o dei vaccinati solo con doppia dose è del'80-90%. Nelle terapie intensive il dato, sempre considerando i malati senza dose booster, è del 95%"
Ne consegue logicamente che coloro i quali fanno il loro ingresso in terapia intensiva con doppia dose vengono classificati come non vaccinati.

Consiglio a chi si vuole interessare di salute pubblica di chinarsi sui tagli che il sistema sanitario nazionale ha subito negli ultimi decenni.
Se ancora come nel 1980 avessimo a disposizione 922 posti letto in terapia intensiva ogni 100.000 abitanti contro i 255 attuali forse non dovremmo parlare di emergenza sanitaria. Solo dal 2012 ad oggi il sistema sanitario nazionale ha perso finanziamenti per 37 miliardi di euro, operati dalla stessa classe politica che ora si erge a paladina della salute pubblica.

Se dovessimo preoccuparci seriamente della saturazione delle terapie intensive
, percependo lo stile di vita di chi ci circonda come una minaccia, dovremmo peraltro iniziare a strappare di bocca per strada la sigaretta a chi fuma, a sputare addosso a chi assume eccessivamente alcool, a prendere a calci chi segue una alimentazione non equilibrata... dato che tali malsane abitudini portano a un pesante sovraccarico per la sanitĂ .

Auspicherei un serio dibattito argomentato, che non censuri e squalifichi aprioristicamente le posizioni di nessuno, evitando di utilizzare etichette di comodo come "NoVax" verso chiunque esprima dubbi e preoccupazioni riguardo l'attuale gestione del fenomeno Covid.
I migliori saluti,

Giuseppe Bettini




Commenti:
ID82814 - 16/01/2022 19:00:37 - (tiger68) - Concordo

Concordo pienamente con quanto esposto in questa lettera e faccio i complimenti a chi la scritta. Speriamo che leggendola a qualcuno cominci a venire qualche dubbio sull'utilità dei tanto decantati sieri .acora tantissimi complimenti a lei Signor Giuseppe.

ID82815 - 16/01/2022 20:45:04 - (legendpop) - Lorenzo Bonera

Che bel parlare

ID82816 - 16/01/2022 20:49:01 - (aspes) - aspes (vivere)

Al mio paese ho visto dei miei concittadini che quando il vaccino non era ancora in commercio quei poveretti Ci Lasciavano. Ora Che Una Speranza Col Vaccino Cé Ne ho Fatte 3 Dosi .

ID82817 - 17/01/2022 07:26:07 - (Ferr) - Ben scritto, ma fuorviante.

Lei manca volutamente il punto centrale della questione: può la collettività, in particolari situazioni, prevalere sul singolo limitandone la libertà? A questo proposito andrebbe definito che cosa si intende per libertà, perché un generico richiamo al principio di autodeterminazione non è sufficiente. Dovrebbero poi essere definiti i principi e le modalità secondo i quali i poteri dello Stato possono limitare le libertà di cui sopra. Limitare la legittimità di un intervento dello Stato ai soli casi di "immunità sterilizzante" mi appare molto debole e fuorviante.

ID82818 - 17/01/2022 17:09:03 - (Achille) - si lede la libertà di chi

Qui non si parla di una singola persona, ma di più persone che non hanno accettato il "vaccino". Tra virgolette perchè un "farmaco di prevenzione", che non immunizza come dovrebbe, non può avere quel nome. Non capisco perchè dovrei sentirmi in pericolo nel passare del tempo con una persona non vaccinata. Il problema è solo suo. E' lui che non ha protezioni. Seconda cosa dal mio punto di vista peggiore, se la carica virale di un vaccinato è più debole di quella di un non vaccinato, e ci sono contagi anche tra vaccinato e vaccinato: o non è vero che la carica virale di trasmissione sia più bassa, o non è vero che è meno probabile di prendere l'infezione da vaccinati. La natura farà comunque il suo corso anche stavolta, e quando sarà giunta l'ora di qualcuno, non ci sarà vaccino che tenga. Quindi: vaccinatevi se temete che la vostra ora arrivi con il momento del contagio, non vaccinatevi se

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