Il sito oscurato di Lavenone

La scritta è scomparsa in questi giorni, sostituita da un rassicurante “Sito in costruzione” accompagnato dal link ad una e-mail di Secoval, l’azienda di servizi sovraccomunali valsabbini.
Chi si è però collegato a www.comune.lavenone.bs.it per quasi tutto il mese di gennaio e fino a pochi giorni fa ha potuto constatare che il sito istituzionale del piccolo centro valsabbino era stato oscurato.

Al suo posto c’era una scritta poco edificante per un’amministrazione comunale che si rispetti, più o meno diceva: “Il Comune di Lavenone non ci ha corrisposto la somma pattuita per il mantenimento del presente spazio sul web. Siamo in attesa che lo faccia”.
Non che gli accessi al sito in questione fossero centinaia ogni giorno, alcuni degli internauti che sono “passati da quelle parti” però hanno voluto prendersi la soddisfazione di alzare la cornetta e telefonare agli amministratori di Lavenone: “Certo che siete messi proprio male”, è stato il più “gettonato” fra i dileggi.

“Abbiamo dovuto insistere non poco perchè quella scritta venisse cancellata – ci conferma il sindaco Claudio Zambelli -. Alla fine siamo stati esauditi, ma solo minacciando di chiedere l’intervento della magistratura”.
Era successo che il Comune di Lavenone aveva saputo che, grazie ad una convenzione con la Provincia di Brescia, per il servizio di “provider/maintainer avrebbe potuto spendere assai meno (circa 25 euro) di quanto veniva invece richiesto dalla Netmarker, una società che opera da Desenzano del Garda presso la quale aveva inizialmente registrato il proprio dominio (260 euro).
Alla richiesta da parte di un funzionario comunale di trasferire il dominio ad altri la Netmarker aveva risposto picche: “Prima fateci avere il denaro che abbiamo anticipato per vostro conto alla data del rinnovo annuale”.

“Quel dominio è di nostra proprietà ai sensi di legge e la richiesta del nostro funzionario altro non era che una semplice telefonata di cortesia con richiesta della procedura da attuare” aveva risposto Zambelli lo scorso 11 gennaio.
C’è voluto però quasi un mese di “braccio di ferro telematico”, compreso l’annuncio a tutto il mondo circa la “morosità” del Comune di Lavenone, prima che il dominio finisse con l’essere messo a disposizione di un altro “MNT”, come si dice nel gergo di internet.

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