19 Aprile 2022, 06.59
Eco del Perlasca

Viaggiando si impara

di Manuela Pelizzari

Intervista a Sofia Pederzoli, una ragazza di 5A Liceo che, nonostante il Covid, è riuscita a partire per un’esperienza all’estero


Viaggiare è uno dei modi migliori per imparare, permette di aprire la mente, aiuta a crescere, a migliorare e a conoscere il mondo in cui viviamo: in un certo senso, il viaggio è una scuola di vita.
Quando si è più giovani può essere anche interessante e formativo partecipare a viaggi-studio, magari proposti dalla scuola stessa, proprio per questo ho intervistato Sofia Pederzoli, una ragazza di 18 anni che, durante l’anno scolastico, è riuscita a partire per la Spagna.
 
Perché hai scelto di fare quest’esperienza?

Inizierò col dire che io ho sempre avuto il desiderio di andare all’estero, di partire da sola, senza essere affiancata dai miei genitori. Volevo poi anche cercare di capire cosa mi interessasse veramente, dopotutto tra poco mi spetta una decisione importante, quella della scelta dell’università. Sono felice di poter dire di aver trovato le risposte che cercavo grazie a questo viaggio.

Dove sei andata? Cosa hai fatto?

Io sono andata nel Nord della Spagna per 8 giorni, in Cantabria, in una cittadina chiamata Santander.
La mattina frequentavo dei corsi riguardanti il sessismo e il pomeriggio facevamo lavori di gruppo ed esercizi di conversazione e ascolto.
La sera invece ci veniva lasciata libera.

Ma l’iniziativa ti è stata proposta dalla scuola o ti sei informata tu?


Siamo venuti a conoscenza di questa possibilità offerta dalla Cassa Rurale grazie alla scuola, che ci ha presentato l'associazione che mi ha appunto permesso di partire. Dopo che ce n’è stato parlato io mi sono informata ulteriormente.

Come hai fatto a prendere parte a questo progetto?

Per prima cosa ho mandato un’email a prendiilvolo@gmail.com chiedendo di poter prendere parte a un progetto.
Successivamente ho fatto diversi colloqui, utili per capire i miei interessi e quindi i progetti che mi sarebbero potuti interessare. Dopo aver selezionato l’esperienza a cui volevo prender parte, ho fatto un’altra serie di incontri online per vedere se fossi idonea e beh, poi sono partita.

C’erano altri ragazzi con te? Eravate tutti italiani?

Il progetto, in teoria, comprendeva 2 ragazzi per ogni nazione europea, tuttavia non tutti gli stati sono riusciti a partecipare.
Il mio gruppo era composto da 6 italiani, 2 cecoslovacche, 3 croate, 2 portoghesi e 2 spagnole se non ricordo male.

Oltre che formarti da un punto di vista sociale, quest’esperienza ti ha arricchita linguisticamente parlando?

Una cosa che ho apprezzato moltissimo è proprio questa, il fatto che tutti i corsi fossero in inglese e ciò ci “costringesse” ad uscire dalla nostra zona comfort per comunicare tra di noi.
Ero di fronte a ragazzi italiani, ma anche a ragazzi provenienti da tutta Europa e dovevamo farci capire in qualche modo se volevamo conoscerci e interagire.
Se si è impacciati nel parlato in lingua straniera un viaggio come questo aiuta tanto, proprio perché permette di migliorare sotto questo aspetto.

Se potessi tornare indietro, sceglieresti un'altra delle proposte che ti erano state fatte?

A livello degli argomenti che ho trattato in questo viaggio-studio, non penso cambierei scelta, poiché ho trovato il tema del sessismo molto interessante; devo ammettere che, forse, l’unica pecca era che la cittadina dove sono stata fosse isolata.
Devo però ammettere che con la questione Covid non mi sono state presentate molte opzioni.

Consigli ai ragazzi di fare un’esperienza di questo genere?


Assolutamente sì, anche se, a dir la verità, alla mia esperienza hanno partecipato persone molto più grandi di me, infatti io ero l’unica che frequentava ancora le superiori.
Si possono poi scegliere anche viaggi differenti a seconda dell’età e, se si è un po’ più intimoriti, si può pensare di partire con un’amica/o.
Lo consiglio, i professori mi hanno appoggiata e cercata di aiutare visto che sono stata assente una settimana, è stata un’esperienza che mi ha arricchita, che mi ha costretto a uscire dalla mia “bolla”, che mi ha permesso di conoscere nuove realtà.

Oltre che insegnarmi qualcosa da un punto di vista educativo, mi ha insegnato qualcosa soprattutto dal punto di vista umano.

Nonostante la differenza di età, hai stretto amicizia con i ragazzi che hai conosciuto?

Sono stata fortunata, il mio era un gruppo bellissimo e mi sono trovata molto bene. Ho stretto di più con i ragazzi italiani per affinità linguistica, con una ragazza mi sento tutt’ora, ma ho legato anche con le altre, infatti ci siamo ripromesse di andare a visitare ognuna la nazione delle altre.

Pelizzari Manuela, 2 A Liceo Scientifico




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