23 Luglio 2022, 08.10
Eco del Perlasca

Una cosa in meno o una in più?

di Giselle Passannante Grimaldi

Come possiamo definire l’inclusione? Quanto è importante nella vita di tutti i giorni? Vediamo cosa ne pensano i ragazzi del nostro istituto


Durante lo scorso anno scolastico il nostro istituto ha organizzato un incontro di sensibilizzazione sul tema dell’inclusione, intitolato “Non lasciamoli soli”, coordinato da alcuni docenti di sostegno e dal rappresentante di istituto Alessandro Ita.

Il primo intervento è stato fatto dal consigliere provinciale Gianpaolo Natali, che ha portato la sua esperienza di genitore di una ragazzina non udente, sottolineando quanto le persone con disabilità abbiano bisogno di sentirsi integrate e che, al contrario di quanto spesso si tende a pensare, non sono per niente deboli, anzi, spesso sono proprio loro a trasmettere forza e coraggio a chi sta intorno a loro.

Successivamente, due ragazzi, Viola e Mohammed, che avevano preparato una presentazione su loro stessi con l’aiuto dei loro insegnanti di sostegno, si sono presentati ai ragazzi delle classi prime e seconde presenti in aula magna, ricevendo anche numerosi applausi.
Il clima che si respirava era tranquillo, gioviale ma nel contempo attento a una particolare problematica, che è quella dell’emarginazione e del bullismo, purtroppo ancora oggi molto frequente tra i giovani.

Essere diversi, perché portatori di disabilità oppure perché stranieri o semplicemente non corrispondenti agli standard della società, non è una colpa, al contrario, è una risorsa, una possibilità per chi ci conosce di apprendere cose nuove, punti di vista, modi di vivere diversi dai nostri... Non è una cosa in meno, ma una in più.

Molto spesso abbiamo paura di ciò che è diverso e tendiamo ad avere un atteggiamento diffidente, poi, da qui, si possono intraprendere due strade: la prima consiste nell’avere un po’ di coraggio e approcciarsi a quello che si teme facendo un passettino alla volta. Poi c’è la seconda: ci limitiamo a sminuire e giudicare senza nemmeno conoscere.
Ma perché ai giorni nostri scegliamo sempre di più la seconda?

Forse per ignoranza, per paura del diverso, ma nulla può giustificare un comportamento che emargini e metta in cattiva luce agli occhi del gruppo una persona perché si possono creare danni enormi e spesso si inizia proprio a scuola.

L’inclusione è un diritto, ma anche un dovere: non la si deve solo chiedere, ma è necessario anche darla al prossimo, come è stata data a noi.
E se non c’è stata data? Beh, lì possiamo scegliere sempre tra le due strade di prima, ma…Se fossimo noi a dare al prossimo quello che a noi è stato negato? Magari, vedendo un atteggiamento più accogliente, prima o poi l’altro si comporterà allo stesso modo.

Il problema della nostra società è che quando si percepisce diffidenza, il più delle volte, è difficile rispondere con naturalezza, con fare accogliente.
Forse ci sentiamo fuori posto? E perché mai? Dobbiamo imparare che ogni porta che chiudiamo in faccia a qualcuno è un’opportunità negata a noi stessi di amare ed essere amati. Dovremmo iniziare ad impararlo fin da piccoli e la famiglia, oltre che la scuola, deve lavorare su questo.

“Quando qualcuno vi dice che siete diversi, sorridete, alzate la testa e siatene orgogliosi”
Angelina Jolie

Giselle Passannante Grimaldi 2ª A Liceo scientifico




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