Alcuni studenti del Perlasca hanno partecipato all’iniziativa “Un treno per Auschwitz”, un viaggio interessante e molto toccante alla ri-scoperta degli orrori vissuti nei campi di concentramento
Anche quest’anno alcuni studenti dell’indirizzo di “Grafica e comunicazione”, accompagnati dalla professoressa Licia Caraffini, hanno avuto l’occasione di partecipare al progetto “
Un treno per Auschwitz”, una proposta formativa, che comprende un viaggio in Polonia – il nome si riferisce al tragitto degli studenti, che ripercorrono quello dei deportati che partivano dall’Italia – presso il campo di concentramento di Auschwitz e quello di sterminio di Birkenau, entrambi tristemente noti per essere stati luogo di sofferenza e discriminazione durante la Seconda guerra mondiale.
Il progetto,
organizzato e coordinato dalla dott.ssa Lorena Pasquini, coinvolge quasi ogni anno, sin dal 2005, centinaia di studenti e insegnanti di alcune scuole superiori di Brescia e, ad ogni edizione, propone un approfondimento su un determinato tema inerente, naturalmente, ad uno dei capitoli più bui della storia dell’umanità: la Shoah.
Il tema portante dell’edizione 2022 di “
Un treno per Auschwitz” è stata “La Shoah dei bambini”: da qui i ragazzi dei vari istituti bresciani, molti mesi prima della partenza per la Polonia, hanno dovuto realizzare un progetto, che riguardasse l’infanzia perduta e in gran parte distrutta nei campi di sterminio nazisti.
Gli studenti dell’indirizzo di “Grafica e comunicazione”
hanno realizzato, a tal proposito, un prodotto grafico che andasse a toccare il tema dell’infanzia, ovvero un fumetto che narra la vicenda di “Brundibar”, un’operetta per bambini realizzata dal compositore ebreo Hans Krasa nel 1938 e rappresentata dai bambini del campo di concentramento di Theresienstadt, i quali, solo qualche anno più tardi, sarebbero stati deportati e uccisi ad Auschwitz.
Dal 11 al 14 febbraio, invece, si è tenuto il viaggio vero e proprio alla riscoperta di alcuni luoghi storici della Seconda guerra mondiale e non solo; più di 300 studenti del bresciano sono stati affiancati da guide esperte durante la visita dei campi di Auschwitz, Birkenau e Plaszow, della città di Cracovia, del quartiere ebraico e della sua Sinagoga.
I ragazzi hanno avuto l’occasione di visitare e
vedere con i propri occhi i luoghi della Shoah e la bella città di Cracovia; inoltre, dal momento che sono state coinvolte più scuole, il viaggio è stato anche motivo di confronto, condivisione e socializzazione.
Quattro studenti del Perlasca che hanno partecipato a “
Un treno per Auschwitz” hanno deciso di raccontare la loro esperienza e di esporre le riflessioni che hanno maturato durante il viaggio.
Michelle Cominardi (5^AG): È stata un'esperienza molto toccante e significativa e ci ha dato la possibilità di vedere con i nostri occhi ciò che abbiamo letto per anni sui nostri libri.
Le cose che mi hanno colpita di più sono state molte, come, per esempio, vedere nel campo di concentramento di Auschwitz una sala che presentava una quantità abnorme di capelli umani o le centinaia e centinaia di occhiali e scarpe dei deportati: istantanee di una tragedia che fanno davvero capire quanta gente ci sia passata prima di diventare parte dell'aria che respiriamo.
Agata Moreschi (5^BG): L’impatto a livello emotivo provato all’entrata dei campi di Auschwitz e Birkenau è stato sicuramente molto forte.
Le spiegazioni che ci ha fornito la guida ci sono state di molto aiuto per comprendere il contesto storico, gli avvenimenti che hanno preceduto la nascita dei campi di concentramento e di sterminio e il progetto di Adolf Hitler riguardante la creazione dello “spazio vitale”, oltre, ovviamente, al modo in cui venivano trattati i deportati e gli ebrei.
La domanda che mi è sorta spontanea è stata: come hanno potuto certe persone compiere atti così crudeli?
Ciò che è accaduto allora e in quei luoghi possiamo immaginarlo attraverso articoli, film o documentari, ciononostante non potremo mai capire a pieno il dolore e l’angoscia che hanno provato gli ebrei.
L’unica cosa che possiamo fare è ricordare quello che è successo per non rifarlo mai più, perché la storia insegna a non commettere due volte gli stessi errori e le stesse atrocità.
Marco Fucina (5^AG): Il viaggio in Polonia è stata un'esperienza “rinfrescante” e sicuramente da ripetere.
Non solo ho avuto la possibilità di "toccare con mano", per modo di dire, 60 anni di storia molto fitta di eventi, ma ho potuto anche conoscere ragazzi e ragazze provenienti da tutta la provincia di Brescia.
Dalle visite ai campi e a Cracovia, con una guida preparatissima e sul pezzo, al tempo passato in compagnia a svagarsi sia la sera che sul treno.
Una parte dell’esperienza che mi è rimasta impressa nelle mente è stata sicuramente la visita alla camera 1 e i segni lasciati sui muri della stessa.
Lara Bonelli (5^BG): Il viaggio ad Auschwitz è stata un’esperienza davvero indimenticabile che, sicuramente, mi ha segnata molto. La nostra professoressa ci ha mostrato durante l’anno dei documentari relativi alla Shoah e già da quelli si percepiva l’orrore dei campi di concentramento; grazie a questo viaggio, tuttavia, ho avuto la conferma del fino a dove si possa spingere la cattiveria dell’uomo.
La parte della visita ad Auschwitz che mi ha colpita di più è stata sicuramente la stanza nella quale erano raggruppate migliaia di scarpe: le piccole scarpine appartenute ad una bambina mi hanno rattristata e commossa. In quel momento ho provato ad immedesimarmi in una bambina separata dalla famiglia, sfruttata per lavorare o per gli esperimenti, in balia del freddo polacco…
Ho provato a tradurre in versi le emozioni che sono nate dentro di me e ho scritto questa poesia:
Una rosa per i sopravvissuti,
per le persone a cui
fu tolta la dignità.
Una rosa per i bambini,
che hanno perso
i propri genitori e parenti.
Una rosa per le persone
che senza colpa
sono state sterminate senza pietà.
Una rosa per non dimenticare.