15 Novembre 2021, 07.33
Eco del Perlasca

Katiuscia Stio

di Diana Bara e Alessandra Bordiga

Dagli articoli “resilienti” del Cilento ai ragazzi speciali del Perlasca di Idro


Abbiamo conosciuto la prof.ssa Stio, docente specializzata sul sostegno didattico ed educativo, il nostro primo giorno di scuola al “Giacomo Perlasca” di Idro,  ma solo in un secondo momento, partecipando agli appuntamenti per L’Eco del Perlasca, abbiamo scoperto del suo passato da giornalista.

Spinte dalla curiosità di capire cosa spinge una persona a diventare giornalista, com’è il mondo dell’informazione e, dopo 20 anni di attività giornalistica, scegliere di cambiare percorso lavorativo, decidiamo di intervistarla.
Su internet scopriamo che è laureata in Filosofia. Inizia l'attività giornalistica nel 1999 collaborando con vari giornali locali, mensili, web, tv locali. Nel tempo collabora con i maggiori quotidiani salernitani, da Cronache, La Città, fino ad arrivare a Il Mattino.

Ecco cosa le abbiamo chiesto:  

Sappiamo che ha lavorato con giornali importanti come "Il Mattino", come ha vissuto questa fantastica esperienza?
"Con grande orgoglio e responsabilità. Il Mattino è un quotidiano fondato a Napoli nel marzo 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao.
Negli anni ha mantenuto il primato di primo quotidiano dell'Italia meridionale per numero di copie e diffusione tra i lettori.

Il giorno in cui è stato pubblicato il mio primo articolo è sicuramente annoverato tra i più belli della mia vita. A parità di prestigio vi è la responsabilità di quanto si scrive. Giorno dopo giorno cresceva l’impegno, la fatica. Cercare storie che meritassero lo spazio, essere pubblicate e dunque conosciute."

Cosa l'ha fatta appassionare al mondo giornalistico?
"La voglia di dare voce al mio territorio. Scavare e scovare storie di resilienza, abbandoni, eccellenze, fatti, misfatti. La provincia a sud del sud di Salerno è una terra che cela bellezze straordinarie, vite sconosciute ma impastate di sangue, sudore e polvere della terra: in una sola parola resilienti, una cronaca in tutti i suoi colori."

Come si è sentita nei suoi primi anni da giornalista? ha riscontrato delle difficoltà?
"Le difficoltà le ho riscontrate nello scrivere di decessi, incidenti mortali, lutti comunitari. Essere attenti tecnicamente nel riportare la dinamica dei fatti e nel contempo non urtare la sensibilità dei familiari e dei lettori. Ecco, questo sì. Poi con il tempo si impara a scrivere “in modo distaccato” mai esuli dal sentire il dolore."

E' mai stata aggredita verbalmente o fisicamente per un articolo?
"Sì, più di una volta, soprattutto per gli articoli di cronaca politica. 
Una volta, invece, per un articolo riguardante un decesso covid. Un figlio che aveva perso la madre mi ha aggredito verbalmente e per poco non passava alla violenza fisica."

Ha mai pensato di mollare tutto perché  temeva di non essere all'altezza di ciò che stava facendo?
"No. Però ho avvertito la stanchezza per le troppe denigrazioni, bastoni tra le ruote.
Politicastri che invece di impegnare il proprio tempo per far crescere il territorio pensavano a come farmi del male. E ci stava. È un rischio che mettevo in conto ma a volte si sono superati i limiti del sopportabile. Giancarlo Siani è la forza di ogni giornalista."

Ha messo fine alla sua carriera da giornalista?
"Negli anni ho maturato che non bisogna mai essere drastici. Non ho messo la parola fine davanti alla parola giornalista, semplicemente ora, e negli ultimi due anni, mi sono dedicata ad altro.
Il mondo della scuola è tutto da vivere, esplorare, raccontare. Non si smette di essere chi siamo. In tutto ciò che facciamo c’è il prima, il tempo presente e nel futuro un accordo armonioso di ciò che siamo stati e siamo. Scuola e giornalismo, connubio eccellente."

Cosa l'ha spinta a diventare docente di sostegno?
"La resilienza che si cela in ogni essere vivente."

Quali sono state le sue sensazioni durante il suo primo giorno da docente specializzata sul sostegno?
"Mi perseguitava il timore di sbagliare ma poi mi sono tranquillizzata perché alla fine era una nuova esperienza per cui avevo studiato tanto. Un nuovo inizio per me, ma  anche per voi di prima. Faremo insieme questo cammino, e sarà bellissimo."

Com’è stato il cambiamento da giornalista a prof. di sostegno?
"A dire il vero non è stato un cambiamento repentino, è maturato nel tempo, con il tempo. Scrivere per il quotidiano Il Mattino, per il sito InfoCilento e, contestualmente, scegliere le province, aggiornare le graduatorie, prendere i cfu, la specializzazione.
È stato un percorso che ha trovato ostacoli, stanchezza, ripresa, salita, discesa ma è stato un continuum."

Come tutti anche lei avrà avuto il suo lavoro dei sogni...qual era?
"Volevo insegnare ai ragazzi le storie che hanno fatto la storia dell’uomo nell’universo mondo. Ieri l’ho fatto scrivendo articoli, oggi e domani insegnando ai ragazzi che ognuno ha la propria storia e posto nel mondo."

Se dovesse dare un messaggio a tutti i ragazzi che si interessano al mondo giornalistico quale sarebbe?
"Imparate a guardarvi attorno e scrutare l’orizzonte da diverse prospettive. Vi aiuterà ad avere un vostro pensiero critico, a comprendere persone e fatti senza giudicare.

E poi leggete, leggete tanto, giornali, libri, riviste, ma anche ricette, fumetti, ma leggete. Il giornalista deve leggere soprattutto gli articoli dei colleghi, per capire e riflettere su cosa sbaglia e cosa invece fa meglio.
Non occorre usare parole forbite per descrivere qualcosa. Più si è semplici e prima si arriva al lettore."

A cura di:
Diana Bara e Alessandra Bordiga - 1^B servizi socio sanitari
 
In foto: la prof.ssa Stio, nel 2019, durante un’intervista, per Il Mattino ed.Salerno, a Franco Gabrielli, al tempo Capo della polizia di Stato - direttore generale della pubblica sicurezza.







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