16 Maggio 2022, 08.00
Idro Prevalle Valsabbia
Ambiente

«Bisogna mantenere il deflusso ecologico lungo tutto il fiume»

di Redazione

In merito al Contratto per la “salvaguardia” del fiume Chiese, fra Regione e Comuni, dice la sua la Federazione del Tavolo delle Associazioni per evidenziare le problematiche del lago d'Idro


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Il patto tra comuni e Regione, mira alla salvaguardia del fiume Chiese, nonché al contenimento del rischio idrogeologico sui comuni del fiume. Proposte avanzate sin dal 2018 e che il 22 marzo scorso sono state portate al tavolo in regione per la discussione ed approvazione.

In merito alla gestione delle acque del bacino idrografico del Chiese dice la sua il presidente della federazione del Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d'Idro, Gianluca Bordiga, che indica come da tale gestione «emerge un evidente contrasto di cultura e sensibilità nell'utilizzo della risorsa primaria e insostituibile, tra le intenzioni e quindi l'ambiguità che ancora persiste nella politica della Regione Lombardia, e le intenzioni e l'approccio molto più chiaro e sensibile verso l'Ambiente da parte della Provincia Autonoma di Trento»
 
«Questa rilevante differenza di approccio nella gestione della risorsa» esordisce Bordiga, «la si nota bene quando si legge che i documenti prodotti dalla politica della Regione Lombardia e dai Comuni della pianura medio-alta orientale lombarda trattano il fiume Chiese e il lago d'Idro con la definizione "il bacino del Lago d'Idro-Fiume Chiese", dimenticando così, sicuramente con intenzionalità, che questa definizione è IMPROPRIA».
 
Infatti, il Bacino è solo quello del Chiese, che ha nel suo lago d'Idro uno splendido e grandissimo rilassamento morfologico, con una natura ricchissima.
 
Prosegue poi Bordiga «Questa intenzionalità impropria ha uno scopo preciso: quello di voler cercare di far sì che il Lago d'Idro venga ancora considerato, come drammaticamente è accaduto per 90 anni (dal 1917 al 2007), alla stregua di un mero serbatoio, al servizio di quell'immenso comparto agricolo della pianura medio-alta orientale lombarda che non vuole ancora convertire gli obsoleti e insostenibili sistemi irrigui concepiti nell'800, quando invece tutto ci dice, e noi della Federazione del Chiese lo diciamo ormai da tanti anni, che è indispensabile convertire l'utilizzo dell'acqua dolce a un utilizzo assolutamente sostenibile».

Secondo il presidente, è necessario «Partire dal bilancio idrico, da compiere ogni anno, per poter conoscere quanta risorsa è disponibile, in modo da mantenere il DEFLUSSO ECOLOGICO in ogni tratto dell'asta del Bacino idrografico del Chiese, che nasce in Val Daone, si rilassa nel suo lago d'Idro e bagna ben 31 Comuni percorrendo 160 chilometri prima di entrare nell'Oglio».
 
Ciò che però traspare dalle scelte di Regione Lombardia, con la Risoluzione votata il 22 marzo 2022, Delibera n° XI/2430, ci ricorda il presidente Bordiga «è che così facendo si va a guastare un’intenzione nata bene e correttamente dal Consigliere Fiasconaro in VIII Commissione-Agricoltura, cercando in questo modo viziato da vecchie intenzioni di valorizzare il fiume Chiese dal sub-lacuale in giù, ovvero da Lavenone in giù, ma cercando di mettere nuovamente le basi intenzionali per consentire di arrivare a un nuovo periodo di sfruttamento innaturale e abnorme del rilassamento morfologico lago d'Idro, con prelievi di acqua fino a 3,25 metri verticali, che lo farebbero tornare verso la morte biologica» e conclude «Tutto questo è biasimabile, in fondo non c'è nulla di nuovo e migliorato»
 



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